Dopo il rinvio causato dalla pandemia da COVID-19 finalmente il tour BLOOD STAINED ITALIAN ASSAULT può calcare il suolo italiano, lo Slaughter Club sabato 1 ottobre 2022 avrà l’onore di ospitare sul palco i VENOM INC. ovvero i leggendari ex Venom Tony “Demolition Man” Dolan e Mantas con alla batteria Jeramie “War Machine” Kling. Questo non è solo un concerto ma un appuntamento con la storia, siamo di fronte a coloro che con il loro heavy metal dall’inconfondibile sound hanno dato origine alla “First Wave of Black Metal”, della quale sono considerati i maggiori ispiratori assieme a Bathory, Celtic Frost e altri, dai quali in seguito sono nati i Mahyem, Dark Throne e Immortal. Inoltre la Apocalypse Extreme Agency e l’Erocks Production hanno scelto tre special guest nostrani che avranno il privilegio di condividere il palco, i friulani THE MOTHMAN CURSE, i melodic metaller JUMPSCARE e KARMIAN, il piatto è decisamente ricco per i metallari affamati di metallo.

Ad aprire la serata spetta ai THE MOTHMAN CURSE nati nel 2017 a Pordenone con all’attivo il terzo disco Lie Part. 1 uscito quest’anno, purtroppo quando entrano in scena il locale è quasi vuoto ma gli applausi d’incoraggiamento non mancano. Con il procedere dell’esibizione nel sound proposto si notano influenze death, metal core e nu metal con riff aggressivi, dure linee di basso e batteria scalpitante, infine le linee vocali del frontman si dividono tra growle e pulito. Pezzo dopo pezzo complessivamente si delinea una somiglianza con gli Slipknot data anche dall’uso di maschere, peccato per la presenza scenica statica che non lascia il segno, essendo la prima volta che li vedo non posso fare paragoni ma sicuramente non è stata la loro miglior performance, ovviamente faccio queste critiche con l’intento di infonderli fiducia e spingerli a dare sempre il massimo, sia scenicamente sia compositivamente dando personalità al loro sound rendendolo più originale, forza ragazzi!! Ricevendo fino alla fine applausi d’incoraggiamento, i friulani possono cedere il palco alla band successiva.

 

 

La serata procede con i napoletani JUMPSCARE altra band emergente nata nel 2015, forte della pubblicazione del debut album Don’t Close Your Eyes del 2019, con loro si alza il tiro passando al melodic death metal. Ben accolti dal pubblico purtroppo ancora scarso partono senza indugi dandogli una scossa, imponendo un riffing tagliente ma ben miscelato con parti melodiche, accompagnate da un basso roccioso che crea una buona amalgama, inoltre al sound è arricchito con altre melodie e orchestrazioni riprodotte in base, il tutto sostenuto da potenti e calibrate parti di batteria. L’esibizione procede con dinamicità e il frontman sfodera un growl graffiato, che diviene scream durante le parti più tirate e in quanto a tenuta di palco è molto energico, non da meno i suoi compagni e al tempo stesso concentrati. I pezzi proposti hanno un riscontro positivo dal primo all’ultimo, nonostante i loro ripetuti inviti ad avvicinarsi al palco il pubblico mostra ancora timidezza, solo la prima fila è completa comunque gli applausi non sono mai mancati, sicuramente i JUMPSCARE hanno saputo farsi valere alzando il livello della serata.

 

Ora è il momento dell’ultimo special guest direttamente da Modena ecco i KARMIAN, pronti a completare questa tripletta tricolore sempre sul filone del melodic death metal, di fronte al pubblico un po’ aumentato attaccano diretti con pezzi tratti dal debut album Surgere Et Cadere del 2018. L’impatto sonoro è tanto dirompente da spezzare gli applausi, riff distruttivi si susseguono contornati da assoli roventi, tenuti saldamente da viscerali linee di basso con di sottofondo un martellante batterista, che si accanisce su piatti e pelli conferendo ad ogni pezzo una marcia in più, quando nacquero nel 2005 definivano il loro sound groove-thrash metal per poi evolversi nel melodic death metal, a mio parere la vena thrash non l’hanno mai abbandonata portandosi sempre appresso l’originaria violenza, completata dal growl cavernoso sfociante dal frontman che con carisma tiene testa al pubblico per l’intera esibizione, ogni componente ha una notevole padronanza del palco ma un occhio di riguardo va soprattutto ai chitarristi, in quanto sostituti temporanei degli originali hanno imparato i pezzi in una sola settimana, complimenti! Con pochi pezzi a disposizione i KARMIAN raccolgono buoni consensi dai presenti che li ripagano ogni pezzo con copiosi applausi, senza dubbio hanno dato alla serata un’ulteriore spinta preparando l’audience per i tanto attesi headliner.

 

Dopo queste tre esibizioni made in Italy i motori son ben riscaldati, la macchina del tempo sta per mettersi in moto e i metallari old school sono pronti a esaltarsi ritornando alle origini, durante il cambio palco l’attesa sembra interminabile ma ad un tratto, le luci si spengono e sul palco calano le tenebre, la platea rumoreggia e finalmente ecco i mitici VENOM INC. prendere possesso della scena, applausi e urla concitate si sollevano e dopo un rapido saluto di Mantas, irrompono subito con il pezzo di grido Don’t Burn the Witch, seguita da una tripletta estratta del loro primo disco Avé sotto il moniker VENOM INC. del 2017, dopodiché scaraventano sui fans in fermento una valanga di macigni targati Venom scatenando il delirio. La temibile accoppiata Tony Dolan in arte “Demolition Man” e Mantas dimostrano ancora oggi che per certi artisti l’età è solo un numero, con immensa energia, professionalità e attitudine, riempiono il palco erigendo un’imponente muro di suono sparando a raffica cannonate del glorioso passato, estratte soprattutto dalle pietre miliari Welcome To Hell e Back Metal, facendo riassaporare ai fans quelle sonorità grezze e intrise di malvagità. Mantas è una fonte inesauribile di riff micidiali e assoli fulminanti, le sue corde di filo spinato intrappolano il pubblico come tra le spire di un serpente, “Demolition Man” soprannome azzeccatissimo dato che a colpi di basso ti frantuma le ossa, mentre la sua voce oscura che sembra provenire dagli inferi ti lacera i timpani, infine alla batteria abbiamo Jeramie Kling “War Machine” un nome una garanzia, una vera e propria macchina da guerra che rade al suolo tutto ciò che incontra distruggendo piatti e pelli. Tra il pubblico si notano esponenti del metallo italiano come membri dei Necrodeath, Death SS, Longobardeath e Bulldozer, una vera e propria riunione della “metal family” in adorazione dei mostri sacri che come cingolati procedono inarrestabili, esaltando al massimo i loro fedeli seguaci che cantano con tutta la dannata anima. Ovviamente il moshpit non può mancare alimentato dalla violenza di pezzi come Parasite, Stand Up (And Be Counted) e Die Hard, scosse telluriche che fanno tremare il locale inoltre hanno tenuto in serbo per la fine del set, la mortale tripletta Black Metal, Teacher’s Pet e Countess Bathory, durante la quale si scatena l’apocalisse. Ricoperti da urla e applausi i nostri si ritirano per una meritata pausa, accompagnati dal coro “VENOM INC., VENOM INC….” che automaticamente si trasforma in “We want more, we want more, …” infatti dopo pochi minuti, per la gioia degli insaziabili fans tornano all’attacco Sons Of Satans seguita da Witching Hour un tornado che spazza via tutto senza via di scampo. Ancora una volta i VENOM INC. hanno dato prova della loro potenza disumana, aprendo una profonda voragine nel locale e un profondo solco nel cuore dei fans, che acclamandoli a squarciagola accompagnano la loro trionfale ritirata.

Il cosiddetto appuntamento con la storia è giunto al termine, la lezione impartita dai maestri VENOM INC. che hanno sputato sangue per dare ai fans uno show granitico, è stata duramente scolpita nei nostri timpani, ovviamente i complimenti vanno anche ai KARMIAN, JUMPSCARE e THE MOTHMAN CURSE, che hanno tenuto alto l’onore del metallo tricolore. Ringraziamo la Apocalypse Extreme Agency, l’Erocks Production e tutto lo staff dello Slaughter Club, per aver organizzato l’ennesimo evento di alto livello. Alla prossima!!!

Setlist:
Don’t Burn the Witch (Venom cover)
War
Metal We Bleed
Time to Die
Parasite (Venom cover)
Blackened Are the Priests (Venom cover)
Carnivorous (Venom cover)
Stand Up (And Be Counted) (Venom cover)
Heaven’s on Fire (Venom cover)
The Seven Gates of Hell (Venom cover)
How Many Can Die
In Nomine Satanas (Venom cover)
Welcome To hell (Venom cover)
Schizo (Venom cover)
Die Hard (Venom cover)
Bloodlust (Venom cover)
Black Metal (Venom cover)
Teacher’s Pet (Venom cover)
Countess Bathory (Venom cover)

Encore:
Sons Of Satans (Venom cover)
Witching Hour (Venom cover)

 

 

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