PRONG e VOIVOD nella notte degli Oscar – Los Angeles 10 Marzo 2024

Metti caso che uno non abbia voglia di partecipare alla notte degli Oscar (o non abbia a disposizione il costosissimo vestito necessario per esservi ammessi) e preferisca lesionarsi i timpani a un concerto rock ha come opzione un bel teatro poco lontano chiamato “Fonda Theater”; si dia il caso che chi vi scrive sia il soggetto in questione (ndr: non ho il vestito costosissimo) ed ecco quindi il relativo resoconto di questa serata alternativa al cinema milionario e al suo relativo circo.

La location è appunto un bel teatro classico a ingresso unico munito di un elefantesco impianto audio (cosa avevo detto a proposito dei timpani?) e due band che rendono impossibile rimanere a casa sul divano: i PRONG col nostro Tommy Victor da New York e i mai osannati a sufficienza VOIVOD dal Canada.

Entrambi mettono sul piatto un nuovo lavoro, per i Prong si tratta di “State of Emergency” (trovate recensione e intervista qui) mentre per i canadesi abbiamo un’uscita meno recente, “Morgoth Tales” del Luglio 2023 che in realtà contiene brani riregistrati e rivisti del passato.

Bando alle ciance, saltiamo a piè pari ai Prong (evitando di recensire i due gruppi di spalla) e veniamo aggrediti da una quantità insalubre di decibel con “The Descent”, tanto per mettere in chiaro che il caro Tommy non ha alcuna intenzione di fare prigionieri.
Nell’intervista di cui sopra Tommy ci disse che non aveva in programma un tour a breve termine perché troppo impegnato con Danzig, ma evidentemente la voglia di suonare le proprie canzoni ha preso il sopravvento e chi ci guadagna è il pubblico presente: la carica e la felicità che si leggono negli occhi del trio parla da sola.

Il lutto per Kevin Walker ispira la cover che segue, “Seeing Red” dei Killing Joke, indubbiamente tra le band preferite del nostro nero crinito della costa est.
Devo ammettere che il volume alto ha messo a dura prova la mia naturale inclinazione a farmi redarguire dall’otorino per cui, ahimè, ho dovuto indietreggiare per proteggere i canali uditivi.

Si prosegue con altri brani del nuovo album, ma inserendo anche chicche desuete di decenni fa, ribadendo quanto mai la voglia di tornare in trio fosse matura.
Con “Snap Your Finger, Snap Your Neck” il delirio è ormai totale e orde di ragazzini (e meno giovani) passano il tempo cercando di rompersi le costole in un furibondo moshpit.
Si chiude in modo inusuale con una cover dei Rush, la celeberrima “Working Man”.

SETLIST

The Descent
Seeing Red (Killing Joke cover)
Irrelevant Thoughts
For Dear Life
Beg to Differ
Unconditional
Disbelief
Cut-Rate
Broken Peace
Breaking Point
Revenge…Best Served Cold
Whose Fist Is This Anyway?
Another Worldly Device
Dark Signs
Snap Your Fingers, Snap Your Neck
Third From the Sun (Chrome cover)
Working Man (Rush cover)

Passiamo al piatto ricco, il trio più cantante nato in Quebec nel 1982 conosciuto in ogni singolo paesello del pianeta: i VOIVOD.
Che musica fanno i voivod? Rock, prog, psichedelico, metal? Tutti e nessuno, certo ci sono la chitarra distorta, la batteria a tuono e un cantante per nulla timido col do di petto, ma è la classica epifania in cui ogni etichetta è una forzatura.
La formazione attuale vede l’onnipresente Michael Langevin detto “Away” alle pelli, Denis Belanger detto “Snake” al microfono, il virtuoso chitarrista Daniel Mongrain detto “Chewy” (che sostituisce lo scomparso Denis “Piggy” D’Amour) e il bassista Dominic La Roche detto “Rocky”.

Ecco che aprono con “Forgotten in Space” stupendomi piacevolmente con un audio molto più equilibrato, seppur ancora possente.
Gettano classe a secchiate sul pubblico, macchine da spettacolo che non ne sbagliano una e offrono compatti e sicuri uno show superiore. Pre Ignition e Nuclear War esaltano l’uomo impossibile alla chitarra che ne fa uscire accordi laterali, modulazioni insolite e lick da supereroe, stupendo l’orecchio ad ogni passaggio.
Pochi brani, ma lunghi che vedono Fix My Heart e la remotissima omonima Voivod chiudere lo show che sfondano ogni resistenza di chi non vuol battere il piedino a tempo e che mi fan spellar le mani dagli applausi.

Non andate via, stolti, che i quattro non si fan pregare per confondersi col pubblico ancora presente e non lesinano foto e quattro chiacchiere con chi ha il piacere di restare.

Away mi dice che (udite udite) un tour in Europa è previsto e quindi non avete scuse questa estate, figuriamoci se non mettono piede in Italia.
Mettete su un disco dei Pink Floyd, filtratelo col distorsore, accelerate a 100 bpm per preparavi all’evento e mi ringrazierete più tardi.
È ora di fiondarmi verso casa per capire se poi alla fine “Oppenheimer” ha vinto l’Oscar, non me ne voglia Cillian Murphy, ma ero impegnato altrove.

SETLIST

Forgotten in Space
Holographic Thinking
Tribal Convictions
Rise
Pre-Ignition
Nuclear War
Fall
Condemned to the Gallows
The End of Dormancy
Fix My Heart
Voivod

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