Century Media – Gennaio 2013

I Voivod hanno rappresentato uno strano morboso culto per la maggior parte dei metalheads da trenta anni a questa parte! Complice il loro immaginario fantascientifico, così come l’originalità  della loro proposta complessiva, sono riusciti a ritagliarsi uno spazio di tutto rilievo nel cuore dei fan dalle estrazioni musicali anche diversissime tra loro. Ancora oggi il loro sound unico ed evocativo continua ad affascinare le nuove generazioni, quelle cresciute con Death e Black metal per intenderci. Le motivazioni di un gruppo così creativo e longevo trovano con tutta probabilità  ragione d’essere nel background musicale di questi straordinari musicisti canadesi! Appassionati del miglior rock progressivo inglese degli anni settanta (Pink Floyd, King Crimson ma anche Van Der Graf Generator) i Voivod saranno in seguito fulminati dallo speed metal aggressivo e senza fronzoli inscenato nei primi anni ottanta dei Venom e dei conterranei Exciter, ma soprattutto dalle ossessioni post industriali dei Killing Joke.

È dunque da questo intreccio d’influenze musicali disparate che scaturisce il loro originale e unico sound, così come il loro ineffabile concept, basato sulle vicissitudini e sulle metamorfosi di un Vovoda, segnatamente un furioso e barbarico individuo trapiantato nella nostra era a causa di una secolare ibernazione.

Gli anni sono passati per tutti e non solo per i Voivod e così ci troviamo ora di fronte ad un lavoro completamente nuovo, che indicherei come il primo album – post – Piggy: chitarrista talentuoso, fondatore e maggior compositore in seno alla band, prematuramente scomparso nell’agosto del 2005 a causa di un tumore incurabile. A differenza dei recenti lavori immessi sul mercato (“Katorz” – 2006 – e “Infini” – 2009) che raccoglievano ancora materiale composto dallo stesso chitarrista, ci troviamo di fronte a nuove idee che sono poi la summa o se meglio vogliamo il resoconto di trenta anni di carriera da parte di una delle band, a mio avviso tra le piùimportanti di tutto il panorama metal-rock mondiale!

C’è anche da rilevare l’abbandono di Jason Newsted avvenuto senza alcuno strascico polemico, ed il conseguente rientro nei ranghi dello storico bassista Blacky (Jean-Yves Thériault). Come di consuetudine il lavoro grafico è stato realizzato dal batterista Away (Michel Langevin) illustratore molto quotato a cui si deve la stragrande realizzazione delle grafiche ‘ad effetto’ della band! “Target Earth” quindi, è nuovamente il classico esempio di grandiosità  musicale dannatamente cerebrale, che richiede svariati ascolti per essere metabolizzato al meglio anche da esperti conoscitori del sound dei Voivod come il sottoscritto!

Addentrandoci nei meandri elettrostatici di questo lavoro, è opportuno considerare, ancora una volta, quanto originale e, soprattutto cerebrale sia il blend sonoro offertoci dal quartetto. Un sound che verte su un riffing tipicamente thrash metal insinuante ed efficace, ma anche linee vocali teatrali e paranoiche, un bassismo complesso e debordante come pochi, e un sound di chitarra inaudito! Riff fratturati, futuristici e spiazzanti ed un solismo appassionato come nelle migliori tradizioni heavy. Se aggiungiamo al tutto dei testi impegnati e mai derivativi, fiorti di lucide accuse nei confronti della manipolazione psichica e mentale perpetrata spesso da sedicenti organizzazioni politiche e religiose, il quadro è davvero completo. Difficile quindi estrapolare da un così valido contesto sonoro i brani esemplificativi, tuttavia mi pare doveroso citare le splendide “Emphaty For The Enemy” con breve inizio acustico devastato da splendidi break ipnotici, la superba “Artefact” o “Kaleidos” con i suoi refrain memorabili.

In generale tutto il disco pullula di riff intriganti e brani efficaci, una vera fucina di idee, strette al sound piùclassico della band, un sound che ancora oggi a distanza di anni è in grado di sorprendere ed entusiasmare. “Target Earth” è senza dubbio alcuno un ulteriore passo fondamentale nell’evoluzione di quello che amo classificare come ‘metal moderno’, nonché il viatico ideale per i futuri lavori a qui venire degli stessi Voivod. Un lavoro complessivamente eccellente, forse appena piùmeditato nei toni, ma certamente e complessivamente altrettanto efficace negli intendimenti. Procuratevi questa gemma di metallo incompromesso e per certi versi ancora squisitamente underground (erano anni luce avanti un tempo fa e lo sono tutt’oggi) senza pensarci su troppo, a parer mio uno degli acquisti irrinunciabili di questo 2013.

www.voivod.com

Tracklist:
1. Target Earth
2. Kluskap O’Kom
3. Empathy For The Enemy
4. Mechanical Mind
5. Warchaic
6. Resistance
7. Kaleidos
8. Corps Étranger
9. Artefact
10. Defiance

Band:
Denis Belanger – voce
Michel Langevin – batteria
Daniel Mongrain – chitarra
Jean-Yves Thériault – basso

 

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