VOLBEAT – God of Angels Trust
2025 – Vertigo / Republic / Universal
A distanza di quattro anni dal precedente Servant of the Mind, sono tornati sul mercato discografico i danesi VOLBEAT. Il titolo del nuovo lavoro è God of Angels Trust, uscito lo scorso 6 giugno 2025 tramite l’etichetta Vertigo. Il disco è composto da dieci canzoni ed è il primo lavoro senza il carismatico chitarrista statunitense (ma di chiare origini italiane) Rob Caggiano, noto anche per la militanza negli ANTHRAX in varie occasioni. Il sostituto è Flemming C. Lund, che sicuramente fa un ottimo lavoro nelle dieci tracce che compongono God of Angels Trust. Chitarrista probabilmente più tecnico di Caggiano, ma forse meno passionale nei riff. Il cantante e chitarrista Michael Poulsen, il bassista Kaspar Boye Larsen e il batterista Jon Larsen si confermano ancora una garanzia nei loro ruoli.
God of Angels Trust si apre con due autentici schiaffoni ben assestati in faccia. Il primo è tirato dalla violenta e chiaramente thrash-oriented Devils Are Awake, e il secondo, ancora più potente, è By a Monster’s Hand, forse fin troppo “Black Album” degli amici METALLICA. Il ritmo torna in territori maggiormente riconoscibili nella successiva Acid Rain, che ha cori fatti apposta per essere cantati ai concerti della band. La dimensione live della band di Poulsen & Co. è certamente il loro punto di forza, visto che i loro show sono sempre molto coinvolgenti ed appaganti per i loro fan.
Il ritmo torna a salire anche con Demonic Depression, mentre, se avete apprezzato la loro cover storica di Sad Man’s Tongue (tributo a JOHNNY CASH), apprezzerete anche alcuni momenti dalle sonorità quasi western della grintosa e dal titolo chilometrico In the Barn of the Goat Giving Birth to Satan’s Spawn in a Dying World of Doom; tra l’altro pubblicata anch’essa come singolo.
La pecca di questo nuovo lavoro dei VOLBEAT è sicuramente la mancanza del pezzo che spacca davvero su tutti. Insomma, non ci sono pezzi devastanti come Lola Montez o Still Counting, ma in compenso l’album si lascia ben ascoltare, anche se non caratterizzato certamente dalla prorompente originalità di alcuni loro storici lavori. Il pezzo che sicuramente mi ha colpito maggiormente è Better Be Fueled Than Tamed, dalle chiare influenze punkeggianti e che è pura libidine sonora.
Anche i due Larsen fanno un lavoro all’altezza: Jon Larsen alla batteria e Kaspar Boye Larsen al basso, rispettivamente. Le influenze rockabilly sono sempre presenti nel loro sound, ma certamente questo nuovo lavoro vira maggiormente verso territori thrash, con anche diversi echi dei MEGADETH che appaiono prepotenti in alcuni pezzi. Altro pezzo che voglio segnalare è la conclusiva Enlighten the Disorder (By a Monster’s Hand Part 2), con un sound che vede alternarsi momenti dove la velocità è la caratteristica principale a brevi rallentamenti con riff cupi e tetri, che ti fanno scapocciare come se non ci fosse un domani.
Non un lavoro fondamentale e totalmente riuscito, ma certamente un buon lavoro, che probabilmente dividerà in due fazioni: quelli che lo apprezzeranno e quelli che lo eviteranno.
Mauro Brebbia
Tracklist:
- Devils Are Awake
- By a Monster’s Hand
- Acid Rain
- Demonic Depression
- In the Barn of the Goat Giving Birth to Satan’s Spawn in a Dying World of Doom
- Time Will Heal
- Better Be Fueled Than Tamed
- At the End of the Sirens
- Lonely Fields
- Enlighten the Disorder (By a Monster’s Hand Part 2)
Formazione:
- Michael Poulsen – voce, chitarra, produzione
- Flemming C. Lund – chitarra
- Kaspar Boye Larsen – basso
- Jon Larsen – batteria
Produzione:
- Jacob Hansen – produzione, mix, mastering
- Tue Bayer – ingegneria del suono
- Mia Maja – cori (tracce 3, 4, 6, 9)
- Martin Pagaard Wolff – chitarra (tracce 3, 5), chitarra acustica (traccia 3)
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