Ore 19.30 io e il mio fido compare musicale Neno, carichi di birrette e panozzi, partiamo alla volta del Alcatraz “de Noialtri veneti”, ovvero ilNew Age di Roncade a un passo dalla bellissima Treviso. Circola ancora poca gente e non moltissima sarà  comunque presente in sala alla fine. Dress code della serata è per molti ancora lo stile hairy anni ’80 ben rappresentato da una vagonata di ragazzini che scende allegra da un pullman. Sono slavi (Treviso non dista poi così tanti km dal confine)  e lì in verità , l’hard rock ed il metal è da sempre molto piùsentito e seguito che da noi ma come è evidente, non spesso gli artisti si accorgono di un potenziale mercato ancora poco sfruttato per i live e invece di andare in Slovenia o Croazia, per fortuna nostra, vengono qui.

Si entra e acquistata la t-shirt che celebra i 30 anni della band ci avviciniamo senza intoppi alla prima fila dove prendiamo posizione e assistiamo all’ottima prova live degli italianissimi opener Elvenking.  Davvero una buona proposta la loro, sia a livello musicale che scenico. Damna, il cantante occupa il palco da rock star consumata dando quel tocco in piùdi personalità  che a molte band di oggi manca. Bravi.  Veramente bravi.

Eccoci qui, pressati in prima fila, come non mi accadeva da anni ormai, circondato dai piùsvariati personaggi nostrani e stranieri. Colpisce molto la notevole presenza di ragazzi giovani dato che gli W.A.S.P., pur mantenendosi sempre attivi musicalmente vivono di luce riflessa degli anni 80/90. E’ del resto però un dato di fatto che  il panorama hard & heavy da anni non sforna piùband di questo calibro. Dunque lunga vita ai gloriosi vecchi!

Dopo un’attesa piuttosto lunga, poco prima delle 23.00 si spegne la musica di sottofondo e parte il concerto.  In prima fila l’acustica si sa, è pessima, ma avere a 10 centimetri di distanza uno dei miei miti adolescenziali, non ha prezzo!

Blackie è come si suol dire, un bel manzone! Il viso appesantito da 30 anni di abusi e di vita on the road, non ne scalfiscono però l’enorme carisma. Guardandolo da così vicino sembra davvero immerso nella sua creatura, gli occhi penetranti e spiritati e poi soprattutto la Voce (con la V maiuscola!) , ancora così incredibilmente evocativa, coinvolgente, roca,  acuta, come dire”… W.A.S.P.! Chi come me li segue dal demo di “Fuck Like a Beast”, sentendo le prime note di “On your Knees” fa un triplo salto indietro nel tempo ai primi anni 80’. Che grandi pezzi ha scritto Blackie!  La scaletta di questo tour prevede una prima parte dedicata ad un mix dei primi 4 album, e allora via, una dopo l’altra “On Your Knees”, “The Torture Never Stops”, il violentissimo pezzo degli Who, “The Real Me” che, a mio personale parere grazie all’incredibile interpretazione vocale di Blackie (del resto il testo sembra scritto per lui) pur essendo una cover è di diritto tra le 5 migliori canzoni mai eseguite dalla band. “Wild Child”, l’inno sessuale di “Love Machine”, la favolosa e sognante  “Sleeping in the Fire”,  fino alla classica ed immortale “I Wanna Be Somebody” che chiude la prima parte dello show.

Si riparte con il corpo centrale dedicato a “The Crimson Idol” eletta dal buon Blackie a sua opera magna. Il volume e la pessima acustica rovinano non poco l’esecuzione che  nel complesso perde un po’ di mordente. Comunque i pezzi dell’album sono davvero tutti di alto livello e la continua ripresa del refrain “I Don’t Wanna Be  the Crimson Idol”, che tutti cantiamo a squarcia gola, crea il giusto legame del medley . Apice assoluto è la mega ballad “The Idol” forse uno dei pezzi migliori di tutta la discografia della Band.

Non abbiamo piùl’età  per la prima fila, così ci godiamo la terza parte del concerto in zona bar con la giusta birrozza in mano. L’acustica ne giova e anche le ossa! Il concerto scivola via e termina con il classico sing along “Blind in Texas” e con le orecchie che fischiano non poco.

Che dire, omaggiare 30 anni di carriera  non è facile, ogni scelta sulla scaletta si presta a possibili critiche da parte dei fan ed in effetti aver completamente tralasciato album come Inside the electric circus o Still not black enough in favore di una massiccia presenza di pezzi di “Crimson Idol“a mio parere è discutibile, ma del resto gli W.A.S.P. sono Blackie Lawless, un personaggio difficile e profondo che da sempre cerca di proporre e presentare il suo mondo a suo modo ed è giusto così.

Alla fine dunque, pezzi immortali, ottimo live, trascinante e pesante come un concerto metal dovrebbe essere, immenso Blackie.

Long live W.A.S.P. & sempre e comunque Long Live Rock & Roll!!

Setlist:

1. On Your Knees
2. The Torture Never Stops
3. The Real Me
4. L.O.V.E. Machine
5. Wild Child
6. Sleeping (in the Fire)
7. Forever Free
8. I Wanna Be Somebody
9. The Titanic Overture
The Crimson Idol
10. The Invisible Boy
11. I Am One
12. The Gypsy Meets The Boy
13. The Idol
14. The Great Misconceptions of Me

15. Heaven’s Hung in Black
16. Blind in Texas

Redazione
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