2020 – Columbia Records

Se c’è una cosa a cui certamente non hanno pensato gli Ac/Dc decidendo di fare uscire proprio oggi il nuovo cd “Power Up”(abbreviato anche in PWR/UP) è la superstizione. Diciassettimo album pubblicato di Venerdi’13 è già  un combo micidiale. Se ci aggiungiamo pure cosa stia rappresentando per il mondo intero questo nefasto 2020, allora possiamo pensare che solo loro possano permetterselo.

In effetti, cosa c’è da aspettarsi di estremamente nuovo da un disco degli Ac/Dc?
Direi poco o niente! La ricetta è ormai consolidata, come quella di altre bands come Ramones e Motorhead, che appena inserisci il cd nel lettore o la puntina comincia a solcare il disco, ti senti come a casa!

La grossa ed incredibile novità  è rappresentata dal fatto, che questo disco non era affatto dovuto o previsto con la formazione con la quale è stato registrato. Prima di tutto, c’è il gradito ritorno di Mr Brian Johnson, che sembra aver sconfitto o perlomeno attenuato i gravissimi problemi d’udito,che lo portarono anche ad una dolorosa e controversa uscita dalla band nel 2016 e col proseguio del tour di “Rock or bust”, con l’azzardo Axl Rose alla voce. Scelta che divise in due i fans ma alla fine rivelatasi vincente.

Diverse persone (me compreso) avrebbero accolto con curiosità  anche un lavoro con il leader dei Guns N’ Roses, ma tale eventualità  non era stata manco presa in considerazione secondo Angus Young.
Con il ritorno di Brian, c’è stato anche il ritorno di Cliff Williams, anche lui stufo della vita in tour e soprattutto non contento di vedere gli Ac/Dc senza Brian.

Consideriamo che inoltre per questo lavoro c’è anche il ritorno del grande Phil Rudd alla batteria e possiamo dire che la band è riunita per 4/5 dai tempi di “Back in Black” o meglio come ai tempi di quel monumentale lavoro.

Questo PWR/UP è stato pensato e non improvvisato, in ogni particolare. Una grossa campagna pubblicitaria, con piccole anticipazioni sui social o con campagne monumentali nelle maggiori città  mondiali ,seppure non in presenza visto questo maledetto Covid19.

Ma ora, voglio parlarvi di questo lavoro.
Innanzitutto, questo è un lavoro con le palle, come da tempo gli Ac/Dc non lo realizzavano!
Sicuramente piùgrintoso e riuscito sia di “Black Ice” sia di “Rock or Bust”, almeno secondo il sottoscritto.
Dodici canzoni che ti regalano gioia e che ti fanno battere il tempo e ti fanno venire voglia di muoverti con il passo dell’oca, caratteristico di Angus fino dalle prime note del primo brano “Realize”.
Tanti ci hanno provato ad essere come loro, due su tutti Airbourne e Krokus, ma la verità  è che loro hanno ingredienti segreti. Possono ricordare il Milan del trio olandese, possono ricordare un 5+1 al Superenalotto da svariati milioni. Insomma sono unici e non riusciranno mai a camminare nelle loro orme o ad essere credibili come Angus & Co.

Sono quel tipo di band che piacciono a tutti, che si tramanda da nonno a padre e a figlio. Non riesco ad immaginare un solo individuo al mondo, che non apprezzi almeno una canzone della band.
Se esiste,probabilmente vive su Asgard ed ha le sembianze di Loki. Supereroi come gli Ac/Dc non ne esistono in campo musicale e non a caso furono anche colonna sonora di “Iron Man 2”.

Questo “Power Up” è come il cocktail piùpotente e che ti annebbia la mente, che possiate bere. Ti viene subito voglia di fartene un altro e poi un altro ancora, fino a lasciarti ubriaco perso.
E’ un disco che ti fa venire voglia di riascoltarlo subito .

I testi ti conquistano subito, ti viene voglia di stapparti una birra alla memoria di Malcolm e soprattutto è il disco che avrebbe reso orgoglioso il leggendario chitarrista ritmico.
I ritornelli delle canzoni non sono troppo lunghi e complicati e sembrano essere fatti per cantarli tutti insieme in coro.

Brian Johnson ha dichiarato che  Malcolm sarebbe felice di sapere che la sua band continua a portare del sano rock in questo mondo piatto. Questo album è un tributo a un grande uomo e artista.

L’ingrediente aggiunto è sicuramente il produttore Brendan O’Brien, che riesce a tirare fuori il meglio ancora una volta dalla band. Sembra che lavori davvero in simbiosi e ci sono pezzi perfetti quali “Rejection” che lo dimostrano.

Che dire inoltre di “Shot in the dark”, il primo singolo di questa nuova avventura?
Un riff iniziale in puro stile Angus, la batteria precisa di Phil e il basso pulsante di Cliff, la voce inconfondibile e graffiante di Brian che si riprende il suo scettro e un assolo di Angus che ti stende come un canestro da tre del compianto Kobe Bryant.

40 anni da “Back in Black” e dalle campane si è passati ad uno schiocco rosso annunciato il 28 settembre 2020. Sia la luce. E luce fu”; meglio, “Sia il rock. E il rock fu”

In un mondo che ormai vede il rock in costante affanno nelle classifiche di vendita musicali, il ritorno degli Ac/Dc è come una boccata d’ossigeno.

Purtroppo il tempo è inesorabile, ti fa vivere di ricordi, ingiallisce le vecchie fotografie ed in certo senso un incredibile tributo a Malcolm è presente in “Through the mists of time”. Tale brano ,se ascoltato attentamente ci annuncia quanto sia stata dura ,decidere per Angus di incidere un lavoro senza lui.
Sicuramente Malcolm era d’accordo e inizialmente si era pensato di diversi riffs di Malcolm finiti nell’album,circostanza poi smentita,ma sicuramente se 4/5 si sono riuniti(mettendo da parte divergenze pubbliche) lo devono a Lui.

 (See dark shadows on the walls ”… Hear the shisper of the whirlwind / Monster shadows…Dark Horses”,) questi versi sono per te, Malcolm.

La band sarebbe dovuta tornare anche in tour per qualche data attorno al mondo, ma causa pandemia è tutto un grosso punto interrogativo e tra le altre cose non si sa manco se Cliff farà  qualche data e stop o nulla.
Intanto però diamo via di gas con questo lavoro, spingiamo al massimo il tasto del volume e rendiamo onore a queste Leggende.

Molto cadenzata e ritmata è anche “Kickin’ when you’re down” con un ritornello un po’ oscuro ed un riff di Angus semplicemente vincente.
Chi definisce i Greta Van Fleet come i salvatori del rock, probabilmente dovrà  andare a nascondersi dopo l’ascolto di questo “Power Up”, un lavoro che non ha deluso sicuramente l’attesa spasmodica.
“Demon Fire” ricorda inizialmente “Whole Lotta Rosie”, ma dopo un attimo è un incredibile e ritmatissimo pezzo che regala sicuramente uno dei riff piùvincenti di Angus da diverso tempo. I cambi di tonalità  di Mr. Johnson, ci fanno capire l’entusiasmo che deve avere messo in questo lavoro.
Ha spinto la sua voce oltre ogni limite ed è la cosa che balza subito all’orecchio.

La precisione della premiata ditta, pardon sezione ritmica Williams/Rudd viene fuori in maniera devastante ad esempio in “Wild Reputation”, molto saltellante come tanti popcorn che esplodono tutti insieme nel forno micro-onde.
Il ritmo cala un po’ soltanto con “No one Man’s Land” ,pezzo quasi d’atmosfera e un po’oscuro ma in puro stile Ac/Dc.
Altro pezzo che segnalo è “Money Shot”, midtempo con un ritornello accattivante e che mi immagino con le sembianze di una bellissima bionda che ti serve whisky di ottima fattura dopo una giornata dura.
Lavoro che si chiude alla grande con “Code Red”, gran pezzo che è un piccolo riassunto di quello che sa fare la band da una vita. Riffs in successione , nessuna dimostrazione di eccessiva tecnica, canzoni fatte per saperti dare la carica e metterti di buon umore.

Gli Ac/Dc sono tornati. Godiamoceli ancora per l’ennesima ed insperata volta.
 

Tracklist:
· Realize
· Rejection
· Shot in the Dark
· Through the Mists of Time
· Kick You When You’re Down
· Witch’s Spell
· Demon Fire
· Wild Reputation
· No Man’s Land
· System Down
· Money Shot
· Code Red

 Line Up:
· Brian Johnson ”“ voce
· Angus Young ”“ chitarra
· Stevie Young ”“ chitarra
· Cliff Williams ”“ basso
· Phil Rudd ”“ batteria

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Sito ufficiale: https://pwrup.acdc.com/

 

 

Mauro Brebbia
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