Dopo l’ottima esibizione al Freakout di Bologna, durante una tiepida serata di fine ottobre assieme ai Tenebra, saluto Giorgio Trombino e Laura Nardelli, voce e chitarra, la seconda bassista dei Bottomless, e li minaccio dicendo loro che mi sarei fatto vivo presto… ed infatti eccomi qui a chiacchierare proprio dei Bottomless con i Bottomless

Allora ragazzi, grazie per aver accettato questa chiacchierata e benvenuti sulle pagine di Long Live Rock’n’Roll… come state?

Giorgio – Ciao Francesco e grazie a te per aver pensato di includere un gruppo così disadattato fra le righe di longliverocknroll.it!

Vi chiedo di perdonarmi se ho recensito con molto ritardo il vostro bellissimo secondo album ‘The Banishing‘. Complementi… Davvero intenso, profondo, oscuro, viola (come dicevo nella mia introduzione – leggi qui la nostra recensione)…

Giorgio – Grazie mille. Questa è musica che nasce in ritardo su tutto, non è inserita nel proprio ambiente, non ha intenzione di inserirsi ed è coperta di polvere ancor prima di nascere.

Prima di proporvi qualche domanda sul vostro secondo lavoro, vorrei parlare di Laura Nardelli, la nuova bassista che ha sostituito Sara Bianchin, impegnata sempre più con i Messa (ciao Sara). Ho avuto modo di salutare Laura e Giorgio a fine ottobre a Bologna dopo l’esibizione al Freakout. In quell’occasione condividevate il palco con i Tenebra (ciao ragazzi). Ma non perdiamoci. Laura è stata molto energica e potente e si nota la sua esperienza, tiene bene il palco, poi leggo che è un’ottima tatuatrice… Com’è arrivata nei Bottomless, com’è stato il suo inserimento, cosa ne pensa dei Bottomless, cosa Laura ha portato nella band e che vuol dire cambiare un elemento in una band formata da solo tre persone (numero perfetto direi)…

Laura – In seguito all’aumento della mole di lavoro su tutti i fronti per Sara coi Messa non è stato più possibile per i Bottomless proseguire con quella formazione. Conoscevo David e Giorgio da tempo, ci siamo trovati in sintonia fin dalla prima prova e a partire da quella la nostra attività ha preso il via in maniera fluida.

E visto che ci siamo, presentiamo anche Giorgio e David… Chitarrista e vocalist il primo e batterista il secondo… parlateci di voi, please…

Giorgio – Ti dico fin da subito che David è impegnato a farsi un gran bel cannone, saluta tutti ma preferisce non rispondere. Per quanto riguarda me, posso dirti che con David suono o ho suonato dal 2004 in poi in gruppi come Haemophagus, Assumption, Undead Creep, Morbo, Shrieking Demons, Sergeant Hamster e altri. Io sono impegnato anche in altri gruppi, ovvero Thysia, Dolore e Becerus.

Mi siete molto piaciuti dal vivo. Un set molto intenso e molto vissuto da parte vostra sul palco e da parte del pubblico presente al Freakout… sono sempre così veementi, vigorosi e oscuri i vostri momenti live?

Giorgio – È proprio ciò a cui puntiamo. La settimana prima del concerto al Freakout eravamo al Bronson a Ravenna, avevo bevuto davvero troppo e a metà concerto sono stato investito da un’ondata di negatività molto forte. Detto ciò, pur avendo suonato e cantato anni luce da come desideravo, penso che in questo genere conti lo stato d’animo più di ogni altra cosa. Ci sono elementi personali nei testi e sento tutto quello che canto, anche se si tratta di storie al confine con l’immaginazione pura o di invenzioni su alcuni canoni dell’heavy metal classico.

Questo secondo album ‘The Banishing‘ è davvero speciale. Mi ha colpito per tanti fattori. Sicuramente l’oscurità che avvolge i suoni e tutto lo scorrere del lavoro. E’ una caratteristica che vi portate dietro da sempre, oserei dire, anche grazie alle vostre precedenti esperienze…

Giorgio – Pur avendo un’idea precisa di come dovesse suonare il disco ancora prima di entrare in studio, posso dire che per The Banishing c’è stato un fattore determinante, ovvero quello delle macchine analogiche che Daniel Grego ha impiegato per registrarci al suo studio in provincia di Padova, i Mal De Testa. Daniel ha parecchi microfoni vintage, attrezzatura italiana degli anni ’60 e ’70 e, soprattutto, un registratore a nastro che è stato utilizzato per il mastering. Se senti il nostro album prima o dopo aver ascoltato una produzione odierna, anche di area doom, noterai che nella maggior parte dei casi suoniamo più scuri e profondi, e per noi è perfetto. C’è più dinamica e sei invitato ad alzare il volume per poter cogliere i dettagli della produzione.

Una componente doom davvero infuocata. Suoni che mi fanno ritornare dietro con la mente, suoni lontani, viscerali e profondi. A mio parere, un metal di ottimo livello ispirato a sonorità d’oltre manica con qualche passaggio che mi ricorda danze medievali, tra il fiabesco e riti magici, siete d’accordo? è uno stile che è parte di voi e ci parlate di come è avvenuta la composizione di questo lavoro?

Giorgio – La musica con cui sono cresciuto, a parte qualche eccezione, è quella dei miei genitori, entrambi passati attraverso esperienze mitologiche come la partecipazione allo Stones in the Park 1969 o ai Festival Pop di Palermo dei primi anni ’70 (dove suonarono, fra gli altri, Duke Ellington, Ekseption, Arthur Brown, Black Sabbath e Aretha Franklin). Col mio primo gruppo di sempre suonavo solo cover di Led Zeppelin e Deep Purple. Più o meno in quello stesso periodo e grazie ai miei fratelli musicalmente onnivori, ho scoperto musica estrema e punk. In definitiva e senza esagerazioni, la mia formazione musicale è identica a quella di un ragazzino cresciuto a cavallo fra anni ’60 e ’70 ma trapiantato nei duemila. I miei ideali su struttura, forma e suoni di una canzone sono legati a quegli ascolti, sono parte di me, così come lo sono vent’anni esatti di venerazione ossessiva della produzione dei Black Sabbath. Sulla scia di questo percorso e dopo il nostro primo album, forse troppo acerbo, ho cercato di condensare in The Banishing un calderone di suggestioni visive, cinematografiche e sonore ampio ma focalizzato su un suono specifico, che è quello dell’heavy doom. Il mio metodo è lo stesso da anni: scrivo e registro demo casalinghe complete, talvolta con una sorta di preproduzione che renda l’idea di come potrebbero suonare su disco, e le mando ai membri del gruppo.

C’è qualche brano che amate particolarmente rispetto ad altri? perchè vi piace suonarlo di più in sede live, per ciò che evoca, perchè difficile, etc…

Giorgio – Ci sono alcuni pezzi che dal vivo risultano parecchio incazzati e d’impatto, come Let Them BurnCenturies Asleep, ma mi piace suonare anche la roba più “atmosferica” come The Great Unknown, uno dei pezzi più tosti da cantare e suonare.

Ma quali sono le differenze dei due lavori dei Bottmless? il primo pubblicato nel 2021 e il secondo nel 2023. Cos’è cambiato nella produzione fra i due album e come siete cambiati voi (artisticamente parlando)?

Giorgio – Come accennavo poco sopra, il nostro primo album è più un momento di transizione che di avvio. Penso ci siano alcuni pezzi molto buoni come Centuries Asleep, Vestige o The Talking Mask, ma in generale la direzione è un po’ imprecisa e le sonorità sono disomogenee. Su tutto ciò ha di sicuro influito il lasso di tempo troppo ampio intercorso fra scrittura e registrazione dei pezzi, spalmate su almeno quattro anni. The Banishing, invece, è un disco prodotto meglio, concepito meglio, strutturato e cantato meglio. È un condensato di passione ma è anche molto preciso nel suo intento musicale. Per quanto siamo forse musicisti più consapevoli, penso che il segreto di un buon disco sia anche nell’accogliere elementi casuali, non pianificare tutto al centesimo e lasciare che alcune cose fluiscano spontaneamente attraverso quello che suoni o quello che succede una volta in studio.

Come dicevo in precedenza ho avuto modo di vedervi dal vivo. A proposito di questo argomento, come vanno le cose per voi? Si riescono a trovare delle date? Mi sembra che in questo momento stiano nascendo molti festival interessanti italiani in cui poter portare le vostre novità molto particolari… avete delle date future che potete indicare?

Giorgio – Sì, le richieste ci sono. Abbiamo completato tre date insieme ai nostri amici e complici Tenebra e altre sono in programma per l’anno prossimo fra Italia e Germania. Ci teniamo a suonare se le condizioni sono adatte e al momento non abbiamo un fitto calendario di impegni. Siamo più selettivi di un tempo e non abbiamo voglia di tuffarci nella prima situazione che capita a tiro.

Belli questi incroci fra varie band… ragazzi ed appassionati che si incontrano e collaborano in vari gruppi Assumption, Tenebra, Messa, Bottomless e credo altro ancora… sono molto colpito, favorevolmente, da questi incontri in musica. Come nascono queste amicizie e collaborazioni? Sono progetti duraturi o solo momenti passeggeri?

Giorgio – Hai menzionato gruppi con situazioni molto diverse ma in ogni caso la base di partenza è sempre un reciproco rapporto di stima e amicizia. I percorsi si incontrano quando c’è la volontà di fare insieme qualcosa che non si può raggiungere separatamente. Alcuni sono progetti duraturi mentre altri sono più effimeri o si limitano a qualche guest sugli album. Quello che sappiamo è che negli anni abbiamo raggiunto la consapevolezza di avere degli alleati nel nostro cammino.

Bene, ragazzi… Grazie mille per la vostra disponibilità e il tempo che ci avete dedicato. Vorreste concludere voi questa chiacchierata? Un saluto ai vostri fan e ai nostri lettori e magari aggiungere qualcosa che non ho messo in evidenza?

Giorgio – Grazie ancora a te Francesco e a chi ha avuto il coraggio di arrivare fino in fondo. Beware!

in bocca al lupo…

 

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Born to Lose, Live to Win | Rock'n'Roll is my life, so... long live rock'n'roll !!!

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