In una di queste prime serate dall’aria pienamente autunnale, domenica 22 ottobre, siamo al MONK Club di Roma per assistere alla primissima tappa italiana del trio belga Brutus, nel corso del tour intrapreso per presentare il loro ultimo lavoro Unison Life, anticipando solo di un giorno il concerto previsto al Legend Club di Milano. Doveva essere preceduta da quella fissata al Colorificio Kroen di Verona il 21 ottobre, ma purtroppo quest’ultima è stata annullata a causa di un lutto interno all’organizzazione del posto. In apertura l’artista dark folk italo-russa Kariti.

 

Arrivata al locale circa 10 minuti prima dell’inizio del live, posso già notare un bel po’ di gente accalcata sotto palco in attesa dell’ingresso dei Brutus, che non si facevano vedere nel nostro paese dal 2019.

Dopo una breve introduzione in stile ambient, è il brano Liar ad aprire il set del trio composto da Stefanie Mannaerts alla voce e batteria, Peter Mulders al basso e Stijn Vanhoegaerden alla chitarra.

Principalmente, la loro ricetta è un rock che, spesso all’interno della stessa canzone, attraversa il panorama del metal, punk e post-hardcore; un rullo compressore di cruda veemenza che unisce i diversi stili per creare un suono tanto pesante quanto inaspettato.

Sicuramente, la parte del leone l’ha fatta la cantante Stefanie, la quale ha mostrato tutta la sua estensione e la sua potenza vocale come una violenta guerriera anglosassone. Le riesce bene sia cantare che suonare, con una grinta incredibile e una voce che a volte sembra quasi surreale, soprattutto nel brano Miles Away, in cui ho potuto sentire qualche somiglianza vocale con la defunta Dolores O’Riordan.

I pezzi si susseguono, il sound è potente ed il posto d’onore viene lasciato ai pezzi dell’ultimo album Unison Life, come War, Storm e la magnifica What Have We Done. A completare il tutto, una chitarra dai riff semplici che entrano in testa, ma indispensabili, un basso distorto caratteristico, effetti elettronici e persino alcune campane tubolari, che creano una superba parte strumentale in ogni canzone.

La fusione tra i tre membri è totale, anche se non ci sono molti scambi con il pubblico, tranne qualche ringraziamento generale e un coro di tutti i presenti che intona “Happy Birthday”, per celebrare il compleanno della cantante Stefanie che cade proprio in questa data. Circa un’ora dopo l’inizio dello spettacolo arriviamo già all’ultima traccia, Victoria, e dopo un veloce saluto al pubblico, il gruppo lascia il palco sotto il suono degli applausi di tutti i fan.

Uno show che ci ha indubbiamente offerto una band in grande forma, unita ed equilibrata, con la voglia di spaccare il mondo e con l’intenzione di continuare ad evolversi nel proprio stile musicale anche in futuro.

Setlist
Liar
Horde II
War
Storm
Justice de Julia II

Testo di Valentina Ricci
Gallery di Andrea Mallozzi

 

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