2020 – Ear Music

52 anni di carriera, 21 album, varie dipartite di membri storici sia per decesso sia per divergenze musicali, i Deep Purple si divertono ancora come ragazzini a regalare ai propri aficionados dischi e musica di qualità .

La band è ormai composta stabilmente da Ian Gillan (voce), Steve Morse (chitarre), Roger Glover (basso), Ian Paice (Batteria) e Don Airey (tastiere). Ovviamente dimenticatevi per un attimo monumentali hit quali “Child in time”, “Smoke on the Water”, “Highway Star” e pensate in che anno siamo, il nefasto 2020. Non voglio incensarli piùdi quanto si siano meritati per il loro glorioso passato, ma neanche stroncarli per i loro tentativi di regalare forse un prodotto maggiormente commerciale rispetto ai loro canoni.

Certo la voce di Ian Gillan è sempre carismatica e riconoscibilissima anche se qualche ottava è ormai persa, il drumming di Ian Paice sempre potente e preciso, Steve Morse ormai non viene pi+ùparagonato sempre e comunque al cappellaio Ritchie Blackmore, Don Airey (nella band dal 2002) rende sempre giustizia al suo precedessore storico Jon Lord (che lo osserva da qualche nuvola con un bel cocktail ) e Roger Glover è sempre pimpante col suo basso.

Ci sono ad esempio brani quali “We’re all in the same dark” , che sembrano quasi posizionare un’ideale tapparella con alcune loro sonorità  classiche ed è un pezzo davvero ben strutturato e canzoni che sono veri e propri piccoli inni (molto trasmessi sulle varie piattaforme e radio) quali “Nothing at all“.

Il disco è ancora prodotto da Bob Ezrin, che già  li produsse varie volte in passato e che conferisce al lavoro una produzione cristallina e lineare in tutte le tredici canzoni. Sicuramente la prima parte del lavoro(anche se con diversi distinguo) è quella maggiormente legata alla storia della band che ha inciso dischi in bei sette decenni (considerando che i loro primi lavori risalgono al 1968 e rispondono ai nomi leggendari di “Shades of Deep Purple” e “The book of Talyesin”).

Il lavoro è stato rimandato piùvolte nel corso dell’anno e pure la loro esibizione al Bologna Sonic Park è stata rimandata al 2021. Tra i pezzi che segnalo tra i maggiormente riusciti e vincenti cito la traccia n.5 “No need to shout“, che è davvero strutturata su un bel riffone di Steve Morse,con begli inserimenti sparsi delle tastiere di Don Airey che regalano un bel midtempo tutto da cantare e gustare dal vivo.

La seconda parte del lavoro è sicuramente meno gioiosa, piùintrospettiva e cupa delle prime sei canzoni e ci regalano anche un pezzo “What we want“, che sembra un mashup tra gli Headcat e Johnny Thunders, scanzonato e bello tosto al punto giusto.

La band ha deciso ormai da tempo di affrontare tematiche legate al declino del nostro pianeta e si propongono con questo lavoro (già  dalla copertina) come messaggeri Supereroi che sensibilizzano direttamente a salvaguardare la splendida natura del pianeta Terra. Ian Paice ha dichiarato recentemente al Corriere della Sera queste parole:

” ‘Whoosh’ indica il rumore di qualcosa che scivola via veloce, in questo caso può essere il tempo, per noi che facciamo musica da 50 anni ma ci sentiamo come se avessimo iniziato ieri, ma può essere anche l’umanità  che se non stiamo attenti rischia grosso. […] Stiamo distruggendo la casa in cui abitiamo e se non facciamo qualcosa il pianeta magari sopravviverà , ma noi no”.

Se invece devo indicare qual’è il pezzo piùbello di tutto il lavoro, non ci penso su due volte a scegliere “The long way round“, incentrato anch’esso su un granitico riff di Steve e completato dalla sessione ritmica indiavolata di Roger e Ian. Che dire poi dell’assolo di tastiera di Don Airey e della voce ancora bella, nonostante le ottave perse di Ian?

Un lavoro che sicuramente nulla toglie/nulla aggiunge alla loro Leggenda ma manco l’offusco con un episodio deludente. Un disco godibile ma non fondamentale per la loro carriera e che sicuramente dal vivo saprà  essere apprezzato dai numerosi estimatori della band inglese.

 

Tracklist

01. Throw My Bones
02. Drop The Weapon
03. We’re All The Same In The Dark
04. Nothing At All
05. No Need To Shout
06. Step By Step
07. What the What
08. The Long Way Around
09. The Power of the Moon
10. Remission Possible
11. Man Alive
12. And the Address
13. Dancing In My Sleep

 

Band

Ian Gillan (voce)
Don Airey (tastiere)
Steve Morse (chitarre)
Roger Glover (basso)
Ian Paice (batteria)

Mauro Brebbia
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