Il calderone dell’underground italiano è sempre in ebollizione, portando alla luce band promettenti e questa sera allo Slaughter Club, è la volta dei DEVANGELIC forti della pubblicazione del quarto disco Xul uscito ad aprile.

La Grave Sin Bookings ha scelto come special guest gli americani OLKOTH, mentre in apertura abbiamo i nostri HUSQWARNAH a completare questa tripletta di metal estremo.

Che la serata abbia inizio con gli HUSQWARNAH che si palesano sul palco preceduti dall’intro, sottolineo in anticipo che l’affluenza è scarsa cosa che in Italia succede troppo spesso, ma i nostri non se ne preoccupano e partono diretti con Melting Face, dando una prima scossa death metal.

Dalla nascita a Monza nel 2019 e due anni dopo hanno sfornato il debut album Front: Toward Enemy, sul quale è incentrato il set che purtroppo devo anticipare non andrà liscio come sperato, all’inizio del secondo pezzo è necessario sostituire la cassa e in seguito la corda di una chitarra, quindi a causa del tempo perso hanno dovuto tagliare di quattro pezzi.

Nonostante il malcontento la band non si perde d’animo, grintosi e professionali ci scagliano contro i pochi pezzi rimasti a disposizione, il cruento riffing di JP Lisi seguito dal nuovo arrivato Alessio Capatti, è potenziato dalle frustate di basso ad opera di Lorenzo Corno, il tutto accompagnato dal martellante Riccardo Rjillo dietro alle pelli.

A completare il sound ecco il dirompente growl emesso dal frontman Maurizio Caverzan, che tiene saldamente al palco assieme ai compagni con dinamicità, la loro tenacia e i loro sforzi nonostante i problemi tecnici, non passano certo inosservati agli occhi del pubblico che gli dà prezioso supporto, applaudendo ad ogni canzone sino alla conclusiva Infernal Loop.

Attualmente la band sta lavorando al secondo disco, purtroppo stasera non hanno potuto suonare in anteprima due inediti, ma sicuramente avremo altre occasioni per sentirli.

Setlist:
Melting Face
Reincarnation Of Sin
Death Proof
Screams From The Cellar
Vigo
Infernal Loop

La serata continua con gli ospiti americani OLKOTH, nati nel 2016 con all’attivo il debut album At The Eye Of Chaos uscito quest’anno, dopo un’inquietante intro attaccano sulle note di Alhazred prima traccia del disco sul quale si baserà l’esibizione.

Le ritmiche di Zach Jeter e Hunter Ross prendono forma come un muro di mattoni, cementato da Alex Rush al basso e sostenuto dalla devastante batteria picchiata da Alex Lancia, complessivamente generano un black-death le cui parti vocali sono divise tra i poderosi growl di Alex e Zach.

La band procede diretta puntando tutto sulla sostanza, mantenendo sempre le postazioni e con un’interazione minima, solo per presentare le canzoni e ringraziare del supporto, il pubblico che sfortunatamente non è aumentato rimane colpito dalla loro performance.

Posso confermare che con poche canzoni, si sono fatti valere aprendo degnamente la strada agli headliner sella serata, oltre a conquistare i presenti i quali hanno sempre ricambiato con applausi sino a At The Eye Of Chaos.

Setlist:
Alhazred
Lords Of The Kali Yuga
The Resurrectionist
To Eat Of The Lotus
Incendiary Prayer
At The Eye Of Chaos

Siamo giunti al termine della serata ed è tutto pronto per gli headliner, durante l’intro s’impossessano del palco dopodiché i DEVANGELIC attaccano con Famine Of Nineveh, la prima di una serie di mazzate sferrate senza pietà.

Il palco trema per le ritmiche micidiali tracciate da Mario Di Giambattista, viscerali linee di basso da parte di Alessio Pacifici e l’incessante blast beat dello schiacciasassi Marco Coghe.

I romani dal 2012 a oggi hanno forgiato un concentrato di brutal death, rimanendo saldi all’old school ma padroneggiando notevole tecnica, e, degna di nota la ferocia del growl gutturale del frontman Paolo Chiti.

Complessivamente la potenza del sound e l’energica tenuta di palco, rendono l’esibizione come un fiume in piena macinando un pezzo dopo l’altro, tratti maggiormente dal nuovo disco Xul mentre dal passato eseguono solo Eyes Of Abzu, Embalmed In Visceral Fluids e Disfigured Embodiment.

In generale le canzoni sono molto apprezzate e il supporto non manca mai, inoltre ad un tratto un piatto cade dalla pedana della batteria, prontamente uno spettatore scavalca la transenna salendo sul palco a sistemarlo.

Per il resto tutto procede per il meglio sino a Shadows Of Iniquitous, che segna la fine di un’esibizione intensa e brutale, che si aggiunge alla saga delle serate targate Grave Sin Bookings, che ringraziamo per l’impegno nell’organizzazione dell’evento assieme a tutto lo staff dello Slaughter Club.

Complimenti a tutte le band che hanno dimostrato grande passione, sputando sangue sul palco di fronte ad una platea pressoché spoglia, fattore al quale in Italia siamo tristemente abituati, purtroppo è ancora il caso di dire “pochi ma buoni”. Alla prossima!

Setlist:
Famine Of Nineveh
Sirious Draconis Capricornus
Which Shall Be The Darkness Of The Heretic
Eyes Of Abzu
Scribes Of Xul
Hymn Of Savage Cannibalism
Udug-Hul Incantation
Embalmed In Visceral Fluids
Disfigured Embodiment
Shadows Of Iniquitous

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