Il 25 giugno 2019 ricorre il decimo anniversario della morte di Michael Jackson nel, avvenuta all’improvviso, nella sua casa di Los Angeles. In quei giorni il Re del Pop era impegnato e molto affaticato dalle prove di This is It, lo show che avrebbe segnato il suo ritorno sulle scene dopo anni di ritiro dalle scene. 50 erano le date alla 02 Arena di Londra andate sold out in poche ore. Il 29 agosto avrebbe compiuto 50 anni. 

La sua morte secondo il medico legale è stata un caso di omicidio da overdose accidentale e fu accusato il suo medico personale, il dottor Conrad Murray poi condannato a 4 anni di carcere. Aveva somministrato al cantante per via endovenosa del propofol senza attaccarlo a una pompa d’infusione, un farmaco anestetico e un agente ipnotico, usato per sedare e anestetizzare i pazienti, e due dosi di benzodiazepine, psicofarmaci usati per disturbi da panico e insonnia. 

Nell’epoca del MeToo e dopo la messa in onda del documentario “Leaving Neverland” con le testimonianze di alcuni ragazzini amici di Michael che ha di nuovo rimesso in luce gli scandali dal quale il cantante fu stato messo in accusa e poi prosciolto in tribunale, nessuno si azzarda a celebrare le sue gesta nel decennale della morte: neanche il suo amico e mentore, il produttore Quincy Jones che ha trasformato un concerto a Londra per celebrare Jackson in un generico omaggio alle musiche da film. 

Qualunque sia il vostro giudizio sul piano personale di Michael Jackson, è innegabile che sia stato un grande musicista. E da grande musicista l’approccio di Jackson e quello dei suoi produttori era quello d’identificare i chitarristi piùfamosi sulla faccia del pianeta e assumerli per suonare nei suoi dischi. 

Tantissimi sono infatti i guitar heroes che hanno condiviso il palco con il King of Pop, tra tutti Eddie Van Halen, famoso per il solo di Beat-it, fino a Slash, che ha condiviso il palco con lui moltissime volte, ma anche Santana e Steve Stevens e il grandissimo Steve Lukather dei Toto.

Eddie Van Halen
Quando Eddie Van Halen ricevette quella telefonata da Jones, pensò che fosse uno scherzo. “L’ho fatto come un favore “, ha poi detto, non ricevendo royalties da Beat It, Van Halen ha ricevuto una lettera di apprezzamento da Quincy Jones, che è stata firmata” The Asshole “. Van Halen incorniciò la lettera, definendola “leggenda”.

Steve Stevens
Il successo di Beat It ha portato Jackson e Quincy Jones a cercare ancora una volta il chitarrista piùin voga, e all’epoca Steve Stevens, che aveva appena lasciato la band di Billy Idol, era una superstar. In realtà , Stevens ha suonato non uno, ma due assoli su Dirty Diana – uno durante la parte centrale della canzone e un altro durante un outro esteso. 

Jennifer Batten
Anche se non ha mai registrato in studio con Michael Jackson, Jennifer Batten è certamente molto apprezzata dai fan. La Batten ha fatto la sua prima apparizione con Jackson nel suo Bad Tour, molto riconoscibile dal look glam, durante il quale ha dovuto riprodurre non solo l’assolo di Eddie Van Halen per Beat It ma anche quello di Steve Stevens su Dirty Diana. “Avrò per sempre un profondo rispetto e ammirazione per i suoi molti talenti rivoluzionari e il suo impegno disinteressato verso l’umanità  e la terra” ha poi detto.

Carlos Santana
Sulla scia del successo di Supernatural, Santana ha aggiunto una bella chitarra acustica e suonando un assolo elettrico breve ma immediatamente riconoscibile alla ballata Whatever Happens. 

Slash
Per Dangerous, disco del 1992, Jackson scelsce il chitarrista dei Guns n ‘Roses, all’apice della fama con la sua band principale. Si può sentire la sua chitarra su “Black or White” e “Give It To Me”. Slash ha poi dichiarato dell’esperienza: “Michael stava cercando di contattarmi telefonicamente e io ho pensato: Wow!’. Quindi l’ho richiamato e lui voleva che suonassi su “Dangerous”. Abbiamo preso un appuntamento e sono andato al Record Plant di Hollywood e lui era lì con Brooke Shields. E’ stato molto surreale. Si trattava di due persone con cui sono cresciuto, in un certo senso. Quindi siamo usciti per due minuti, loro sono andati a cena e mi hanno lasciato con questa canzone. Ho fatto il mio lavoro, poi ha continuato a chiedermi se mi sarebbe piaciuto fare questo e quello. Ho fatto alcuni show qua e là  ed è stato divertente perché lui era un vero professionista ed era fottuto talento”

Steve Lukather
Sempre nella canzone Beat It, oltre all’assolo suonato di Eddie van Halen, troviamo la chitarra ritmica e il basso suonato da Steve Lukather dei Toto. Steve ricorderà  dell’esperienza: “Ho suonato su “Beat It”. Ho suonato tutte le parti della chitarra ritmica e il basso. E Eddie ha fatto l’assolo. E Jeff Porcaro ha fatto la batteria e Michael ha cantato. E poi ho suonato su “Human Nature”, che Steve Porcaro ha scritto, su cui hanno suonato tutte le tastiere. E ho suonato la chitarra su quella. E ho anche fatto il duetto con Paul McCartney”.


redazione
Author

Comments are closed.