I Dirty Honey non sono più solo la nuova sensazione del rock mondiale. Giunti ormai al terzo tour consecutivo in territorio europeo, il quartetto americano è da considerarsi a tutti gli effetti una certezza nel panorama rock globale. La band passa sempre molto volentieri dal nostro paese e anche questa volta, in occasione del tour a supporto del nuovo album ‘Can’t Find the Brakes‘, grazie a Barley Arts non perde l’occasione di far visita a una fanbase solida e fedele. La scena del crimine questa volta è l’Alcatraz, lo storico locale milanese è pieno e fremente, non aspetta altro che la band si appropri del centro del palco, e anche la mezz’ora di buon rock italiano offerto dagli opener Pillheads, scivola via senza troppi problemi.

Quando alle 21 si diffondono le note del classico degli AC/DC, ‘Rock n’ Roll Damnation’, ad annunciare l’ingresso in scena dei quattro, il pubblico presente esplode in un boato di approvazione. I primi a salire sul palco sono il talentuoso chitarrista John Notto, che non nasconde di ispirarsi alla scena rock ’70 e l’abbigliamento ne è una prova lampante, il nuovo, o per meglio dire ‘di ritorno’ in quanto facente parte della prima versione della band, batterista Jaydon Bean, e il riccio bassista mancino Justin Smolian. A seguire irrompe il frontman Marc Labelle che presentando sin da subito il brano che dà il nome al nuovo album, ‘Can’t Find the Brakes‘ appunto, mette subito in chiaro le sue qualità vocali e di intrattenitore.

La scaletta prosegue con ‘California Dreamin’’ e ‘Heartbreaker‘ a mantenere alto il ritmo. Marc è un cantante di assoluto valore, e in questi brani lo dimostra ampiamente. Non c’è un attimo per rilassarsi che si viene investiti da una scarica di adrenalina con ‘Get a Little High‘, ‘Scars’, ‘Dirty Mind‘ e ‘Tied Up‘. Marc è scatenato e spesso porge l’asta del microfono al pubblico coinvolgendoli nei cori; c’è una cosa da dire, il ragazzo sa come coinvolgere il pubblico, e quest’ultimo non se lo fa ripetere due volte.

Si arriva quindi al momento acustico della serata, dove Justin e John imbracciano le loro chitarre acustiche per introdurre l’ultimo singolo, di cui è appena uscito il video, ‘Coming Home (Ballad of the Shire)‘. Qui la vena autoriale della band americana viene espressa in tutto il suo splendore, e la band mostra un lato sentimentale che spesso non è evidenziato abbastanza. C’è anche spazio per una cover, sempre in acustico, la ben eseguita ‘Honky Tonk Women‘ dei Rolling Stones.

Poi John e Justin ricollegano le rispettive armi agli amplificatori e ripartono decisi verso la seconda metà del concerto. Jaydon picchia forte sulle pelli mentre Marc si concede il solito bagno di folla, scendendo dal palco e raggiungendo il mixer durante ‘Another Last Time‘. La setlist è un giusto mix di brani provenienti dall’ultimo album e dagli album precedenti; gli intermezzi solistici di John Notto vengono ben recepiti dal pubblico presente e sembrano non bastare mai.

Marc interagisce spesso col pubblico e dichiara il suo amore per il bel paese; anni fa ha vissuto a Firenze e appena può si concede una vacanza dalle nostre parti. La cartucciera della band losangelina è ancora ricca di proiettili da sparare, e a parte qualche mancanza, viene scaricata tutta. C’è spazio per la ritmata ‘Don’t Put Out the Fire‘ e la celebre ‘When I’m Gone‘, prima di congedarsi dai presenti.

Ovviamente la band viene richiamata a gran voce sul palco e non può esimersi dal regalare l’encore alla folla presente. ‘You Make It All Right‘, ‘Won’t Take Me Alive‘ e l’ormai iconica ‘Rolling 7s‘ chiudono la serata dopo un’ora e trenta di ottimo rock.

Il rock dei Dirty Honey è semplice e sincero, senza sovrastrutture e senza atteggiarsi a rockstar. Sono genuini e sempre disponibili prima e dopo i concerti per una foto o un saluto ai fan. È forse proprio per questa loro normalità che attraggono seguaci di tutte le età, dai giovani in cerca di rock sincero, ormai raro, ai nostalgici più anziani che ripongono le speranze di un ritorno al passato nei quattro ragazzi di Los Angeles.

Se ancora non avete fatto la loro conoscenza e amate il rock fortemente influenzato dagli anni ‘70 e ‘80, mi sento in dovere di consigliarvi di ascoltare la loro musica. Non credo ve ne pentirete.

Setlist

Can’t Find the Brakes

California Dreamin’

Heartbreaker

Get a Little High

Scars

Dirty Mind

Tied Up

Coming Home (Ballad of the Shire)

Honky Tonk Women

Don’t Put Out the Fire

Satisfied

The Wire

Another Last Time

When I’m Gone

Encore:

You Make It All Right

Won’t Take Me Alive

Rolling 7s

Band Marc LaBelle – lead vocals John Notto – guitar Justin Smolian – bass guitar Jaydon Bean – drum

Guarda la gallery fotografica della serata QUI.

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