Gli Elegy of Madness hanno da poco pubblicato il loro nuovo albumXI”, ottimo disco che ho avuto il piacere di ascoltare e recensire. Qui trovate la recensione pubblicata su Long Live Rock’N’Roll.

In seguito, i componenti della band, che ringrazio, hanno risposto ad alcune domande che ho posto loro, in una lunga chiacchierata che ci permette di conoscerli meglio.

Lineup:

  • Kyrah Aylin – voce
  • Tony Tomasicchio – chitarra
  • Marco Monno – chitarra
  • Larry Ozen – basso
  • Francesco Caputo – batteria

Vi lascio quindi all’intervista con questa italianissima ed interessantissima metal band.

Ciao, benvenuti su Long Live Rock’N’Roll. Iniziamo con una presentazione: come nascono e chi sono gli Elegy of Madness? 

TONY: sono passati molti anni da quando ho deciso di formare una band che rispecchiasse i miei gusti musicali dell’epoca, tra cui band come Nightwish, Theatre of Tragedy, Paradise Lost, My Dying Bride ecc. La nostra band è stata un progetto in cui tutti i membri hanno sempre collaborato, sia nelle composizioni, che nelle produzioni, attraversando il tipico percorso che molte band underground affrontano, partendo dalla cantina e arrivando ai palchi più prestigiosi.

Come pensate che si sia evoluta la band negli anni?

MARCO: beh sicuramente attraverso mille peripezie e ricerca stessa del suono di quell’ingrediente in più che rendesse il tutto più appetibile. Si è partiti da una vena prog sinfonica, toccando adesso, in varie parti, punte di metal estremo, anche grazie ad ogni singolo componente che porta la sua esperienza.

Come nasce il vostro nome?

TONY: il nome della band, “Elegy of Madness”, è nato in sala prove, durante una serata in cui avevamo proposto diverse opzioni. Il termine “Elegia” mi affascinava per il suo significato, e dato che all’epoca eravamo fortemente influenzati dalla musica progressive, la nostra creatività ci ha portato a combinare “Elegia” con “Madness”, creando così “Elegy of Madness,” che significa “Elegia della Follia”.

Ascoltando la vostra musica si sentono diverse influenze. Un Metal Sinfonico, a tinte Epic, che si affaccia anche sul Black e si caratterizza per sonorità moderne grazie all’utilizzo dei synth. Vi ritrovate? Come definireste il vostro sound?

CHIARA:  esattamente. I nostri ascolti hanno influenzato non poco il nostro sound, soprattutto in questo nuovo album. Al momento trovo difficile e riduttivo etichettare il nostro sound con un genere ben definito. Esso, come già detto, è infatti il risultato di gusti ed influenze diverse, che hanno dato vita a qualcosa che sicuramente si allontana dal genere puramente symphonic, arrivando ad abbracciare anche altri stili e sonorità differenti.

Avete dei gruppi di riferimento o ai quali vi sentite particolarmente affini?

CHIARA: la musica in generale mi ha sempre dato tanto indipendentemente dal genere di ascolti che negli anni ho prediletto. L’ascolto di generi differenti, alcuni dei quali anche molto lontani dal mio gusto personale o ascolto abituale, mi ha sempre fornito la chiave per sperimentare. Gli artisti a cui in qualche modo mi sento più affine e che hanno influenzato maggiormente il mio percorso vocale sono: Aleah Stanbridge, Simone Simons, Tarja Turunen, Sharon Den Adel, Floor Jansen, Lisa Gerrard, Diana Damrau, Natalie Dessay.

LARRY: ho sempre ascoltato di tutto, dalla musica classica al death o black metal, passando per i Pink Floyd e il prog anni ‘70. Ultimamente ho ascoltato i Ghost, Avenged Sevenfold, Katatonia, ma in generale i miei gruppi di riferimenti sono quelli della mia epoca, parlo del metal anni 80.

Cosa ascoltano più spesso gli Elegy of Madness nel loro tempo libero?

TONY: Amorphis, Orphaned Land, Paradise Lost, In Flames, Dark Tranquillity e ovviamente tutto il metal in generale.

MARCO: di tutto, black metal in generale, new wave, black label society, musica contemporanea e molto altro.

LARRY: sto ascoltando spesso l’ultimo degli Avenged Sevenfold, credo sia follemente bello.

CHIARA: Direi un po di tutto. Dalla musica cinematic  come Two Step From Hell, Hanz Zimme, opera come Diana Damrau, Natalie Dessay, Lisa Gerard, symphonic, black, death e doom metal, Trees of Eternity,  Nightwish, Within Temptation, Epica, Arch Enemy, Rotting Christ, Cradle of Filth, Behemoth, Insomnium, Draconian, Hypocrysy e tanti altri ancora.

FRANZ: ascolto molto il power metal, ma non mi dispiace il black.

Avete appena pubblicato il vostro ultimo album “XI”, per il quale vi faccio i complimenti, perché è veramente un ottimo disco. Lo presentate ai nostri lettori?

CHIARA: ti ringrazio molto, siamo molto felici che abbiate apprezzato. Eleven “XI” è il nostro primissimo lavoro insieme. Esso è stato concepito in periodo post pandemico e rilasciato il 20 Ottobre attraverso l’etichetta discografica Scarlet Records. È un album dalle sonorità molto più oscure rispetto agli album precedenti.

LARRY: è un album che ci ha coinvolti moltissimo, ha messo a dura prova un po’ tutti, quindi è stato sofferto, ma proprio per questo lo sentiamo come la nostra “grande opera”, poiché ha trasformato i nostri carichi emotivi che ci portavamo dietro da tempo e li ha trasformati in brani potenti, oscuri, profondi, che invitano al risveglio delle coscienze, che parlano di forza, di resistenza contro tutte le forme di oppressione.

Una delle grandi novità è la presenza di Kyrah Aylin alla voce. Come nasce questo connubio?

CHIARA: gli Elegy of Madness cercavano una nuova cantante, così sono stata contattata da Marco, ho fatto diversi provini, sono piaciuta, loro mi sono piaciuti, l’alchimia era perfetta e così è iniziata da circa due anni la mia, ma anche la loro, nuova avventura. Direi connubio perfetto!

Avere una voce femminile è sempre stato un punto fermo o avete preso in considerazione anche l’eventualità di valutare voci maschili?

TONY: il progetto si è sempre basato su voce femminile. Direi che non è mai passata per la testa l’idea di una voce maschile.

Band pugliese e nuova cantante siciliana. La distanza ha cambiato il vostro modo di fare musica?

LARRY: beh la distanza oggi credo non sia più un problema tale da complicare le dinamiche di una band. Siamo sempre in contatto, ogni giorno e quando è tempo di preparare un album o un live, troviamo sempre la maniera di ritrovarci a casa di Tony, che è praticamente il quartier generale della band.

Avete date live imminenti per promuovere l’album?

CHIARA: attualmente siamo di rientro da un mese di live ma stiamo già lavorando per le prossime date che ci auguriamo possano esser imminenti.

Voi avete avuto modo di esibirvi su palchi importanti sia in Italia che all’estero, che differenza avete maggiormente riscontrato?

TONY: penso che la prima cosa che colpisca, nei festival esteri, sia un pubblico disposto ad ascoltare una vasta gamma di stili del metal, cosa che accade più raramente qui in Italia. Tuttavia, durante le serate in cui siamo headliner, i nostri fan sono sempre stati accoglienti e davvero speciali ovunque. Approfitto di questa occasione per ringraziarli tutti.

Come si sviluppa in genere il vostro processo creativo e compositivo? Avete un’elaborazione metodica o lasciate più spazio all’improvvisazione? Solitamente nascono prima le parole o la musica?

TONY: nella maggior parte dei casi, le nostre composizioni iniziano individualmente e poi vengono proposte all’intera band. Successivamente passiamo alla parte del testo, che viene elaborata da Chiara e Larry. Alla fine, se il brano viene approvato da tutti, lo arrangiamo e lo modifichiamo insieme.

Ci sono band che preferiscono la fase compositiva ed in studio, altre che prediligono i live. A voi cosa regala più soddisfazioni?

CHIARA: entrambe. Ognuna di queste fasi regala incredibili emozioni.

LARRY: sono tipologie di soddisfazioni differenti. La fase compositiva in studio è magica perché riguarda l’aspetto creativo che ci rende artisti in quanto tali, mentre durante i live la magia avviene attraverso lo scambio delle energie tra noi ed il pubblico.

Cosa ne pensate della scena metal italiana? Ci sono gruppi emergenti che ultimamente vi hanno stupito?

CHIARA: potrei elencarne tanti, tra amici, conoscenti e nuove scoperte. Seguo da sempre con molto piacere la scena underground e credo che ci siano tantissime realtà validissime che aspettano soltanto di avere la l’occasione giusta per farsi notare come meritano.

Negli ultimi anni si sono affermate prepotentemente le piattaforme streaming ed è completamente cambiata la fruibilità della musica. Cosa ne pensate e come vi rapportate a queste modalità?

LARRY: viviamo in un’epoca davvero particolare per tutti gli artisti in generale. Se a lamentarsi sono anche i big a proposito delle piattaforme streaming, figuriamoci cosa potrebbe pensare un’artista emergente. Oggi, l’imperativo categorico, non è più semplicemente “consumare”, ma anche farlo velocemente, senza che il nostro cervello abbia il tempo di acquisire, metabolizzare, conservare. Questo ha portato ad un notevole cambiamento comportamentale, per cui si ascoltano frammenti di brani, si vedono frammenti di video, si dà un’occhiata all’artwork e via, si è soddisfatti oppure no, nonostante una fruizione parziale. Cosa impensabile, per chi come me, trent’anni fa, apriva un album, passava il tempo a leggere i testi, guardare le foto, tutti i credits, gli special thanks e i dischi venivano ascoltati interamente, per un numero indefinito di volte, finché non veniva memorizzata ogni linea di assoli, fraseggi, parole ecc. La questione non è più quella tra “apocalittici e integrati” per dirla alla Umberto Eco, ma è tra “umani e algoritmi” e sembra che i secondi abbiano già preso il sopravvento.

Se ci doveste raccontare un aneddoto divertente? 

TONY: ci trovavamo in Ucraina, se non sbaglio era la terza data consecutiva e la stanchezza iniziava a farsi sentire. Mentre scendevamo dal van per dirigerci verso il rock club, improvvisamente Larry inizia ad agitarsi chiedendo a tutti dove fosse il suo basso. La cosa divertente è che lo aveva sulle spalle. A raccontarlo potrebbe non rendere giustizia, ma le risate furono incontrollabili.

LARRY: si, devo ammetterlo, visto che sono piuttosto sbadato e che ad ogni concerto dimentico e perdo qualcosa, dopo tante ore di viaggio in un van lungo le strade ucraine, giunti sul posto del live, ho pensato bene di mettermi sulle spalle il basso e allo stesso tempo cercarlo tra i bagagli, coinvolgendo animatamente tutti nella ricerca. Mi volevano ammazzare quando hanno notato che lo portavo con me sulle spalle. Capita, no?

La fantasia non si pone limiti. Se poteste scegliere, con chi vorreste fare una collaborazione per un vostro brano?

CHIARA: molto difficile. Una collaborazione con artisti come Dany Filth, Ville Valo, Thomas Bergersen, Hanz Zimmer.

TONY: Bruce Dickinson.

Quali sono i vostri progetti futuri?

CHIARA: dunque, attualmente ci stiamo organizzando per nuove date live e contemporaneamente stiamo già buttando giù qualche idea per il nuovo album.

LARRY: un nuovo album, che si intitolerà…

Vi ringrazio per avermi dedicato il vostro tempo e per aver concesso ai nostri lettori la possibilità di conoscervi meglio. Lascio lo spazio a voi per le considerazioni finali.

CHIARA: Grazie di cuore a voi per il vostro tempo e per questa piacevolissima intervista.

TONY: Ti ringrazio per lo spazio che ci hai concesso e salutiamo tutti i lettori con un classico Stay Metal!!!

LARRY: Grazie a tutti, spero di incontrare presto i nostri fans in occasione dei nostri prossimi concerti!

MARCO: grazie a tutti per il tempo dedicatoci, spero di vedervi presto sotto il palco!

FRANZ: Grazie di cuore! Stay metal come sempre!

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