Nel suggestivo contesto del centro storico di Ferrara, sulla piazza Trento e Trieste collocata ai piedi della cattedrale della città, ha luogo il Ferrara Summer Festival. Una bella iniziativa musicale iniziata a metà giugno e che durerà fino a fine luglio, dove questa sera si sono esibiti i leggendari Europe in una performance che non poteva che lasciare il segno. La rock band svedese è una di quelle band che ha saputo distinguersi particolarmente negli anni 80, affermandosi definitivamente nel 1986 con il loro album “The Final Countdown” e l’omonima traccia diventata una hit planetaria. Ad oggi, quest’album conta ben dieci milioni di dischi venduti in tutto il mondo. Non ha caso gli Europe sono una di quelle rare rock band riconosciute anche dal pubblico che non ascolta principalmente musica rock, grazie alla loro fama ma soprattutto a dei pezzi di una bellezza difficilmente paragonabile. Quello che la maggior parte del pubblico non sa è che gli Europe non sono semplicemente la band che ha scritto “The Final Countdown”, ma molto di più… a cominciare dai due album che lo seguono ovvero “Out Of This World” del 1988 e “Prisoners in Paradise” del 1991, due album capolavoro di una bellezza unica. Questi dischi dimostrano un equilibrio perfetto di brani hard rock estremamente accattivanti e ballad sensazionali da far venire la pelle d’oca a chiunque… due album in cui non esiste un pezzo debole e che considero vivamente tra i migliori album della storia dell’hard rock. La data di Ferrara è quindi una celebrazione di una band che ha letteralmente definito questo genere, una band che pochi giorni dopo l’annuncio della data italiana di un lungo tour autunnale denominato “Time Capsule”, che si terrà nel bellissimo Teatro degli Arcimboldi di Milano il 2 ottobre 2023, ha già fatto registrare il Sold Out di tutti i 2300 posti presenti a teatro… stasera ci siamo quindi goduti un assaggio di quello che sarà un evento assolutamente da non perdere.

Devo purtroppo iniziare questo live report con un paio di osservazioni negative prima di parlare di musica… esclusivamente legate all’organizzazione, alle strutture della location e il pubblico… la serata inizia infatti con una spiacevole sorpresa… ovvero un anticipo dell’inizio del concerto di ben mezz’ora rispetto all’orario delle 21:30 pubblicizzato su ogni media e locandina presente a Ferrara… non è stato in alcun modo possibile capire la ragione di un tale anticipo d’orario in quanto nessuno degli addetti presenti sul luogo è stato in grado di spiegarci il perché… onestamente trovo questa cosa poco rispettosa per chi lavora e si organizza il viaggio sul luogo dell’evento in funzione di quelle che sono le informazioni fornite. Non ci sarebbe stato nulla di strano nell’avere le 21:00 come orario di inizio concerto prestabilito… ma non si può anticipare di così tanto tempo l’orario di inizio di un concerto quando è sempre e solo stato previsto per l’orario delle 21:30. Entriamo nella bellissima piazza ferrarese e purtroppo devo sottolineare un ulteriore aspetto negativo che onestamente non mi era mai capitato ad un concerto… tutto il pubblico presente in prima fila era in piedi su una pedana di 20cm che creava una vera e proprio barriera umana per chiunque fosse piazzato dietro di loro… non capisco la necessità di tale cosa sapendo che la gente in prima fila non ha sicuramente bisogno di un tale rialzamento per vedere meglio in quanto occupano già i migliori posti dell’evento… ultimo punto negativo finale, e poi finalmente possiamo parlare di musica, i cellulari… era veramente tanto tempo che non mi trovavo di nuovo confrontato ad un pubblico che ha tenuto praticamente tutto il concerto i telefoni alzati per la durata di quasi tutti i brani in scaletta… di principio non sono mai stato uno dei sostenitori dell’abolizione totale dei telefonini ai concerti perché penso che un video o una foto ricordo di un concerto sia per tutti noi un cimelio da custodire come un momento felice… ma bisogna veramente che il pubblico sia ragionevole riguardo l’utilizzo perché altrimenti, oltre a non godersi più la vera essenza di un concerto dal vivo, si impedisce a chiunque sia dietro una persona che lo usi la possibilità di vedere il palco e di godere quello per cui la musica da vivo è stata creata… detto questo, possiamo finalmente concentrarci su quello che è stato il vero concerto degli Europe.

Sulle note di “Walk The Earth”, singolo omonimo dell’ultimo album della band datato 2017, salgono sul palco Joey Tempest (voce), John Norum (chitarra), John Levén (basso), Mic Michaeli (tastiere) e Ian Haugland (batteria). Il primo elemento che salta all’occhio di questa band è senza alcun dubbio la loro classe. L’eleganza dei membri sul palco ma soprattutto la raffinatezza del suono degli Europe è veramente qualcosa di unico della band svedese. Per quanto il primo pezzo in scaletta sia ben lontano dai capolavori scritti dalla band alla fine degli anni 80 e l’inizio degli anni 90, si percepisce senza alcun dubbio una distinzione di stile davvero particolare. Ed eccoci serviti che inizia subito uno di quelli che può senza alcun dubbio essere definito come uno dei brani più amati degli Europe, “Rock The Night”. Sarà per la semplicità del testo, sarà per il riff incisivo, sarà per il messaggio positivo che trasmette questo brano… questa traccia è davvero una pura goduria da ascoltare e soprattutto da cantare, cosa che ovviamente il pubblico di Ferrara ha fatto dall’inizio alla fine. Comincia a scaldarsi l’atmosfera e veniamo prontamente catapultati in due pezzi collocati storicamente quasi agli opposti temporali dell’ormai quarantennale carriera degli Europe… “Scream of Anger” da “Wings of Tomorrow” del 1984 e la bellissima “Last Look at Eden” dell’album omonimo del 2009. Se da una parte si percepisce l’evoluzione di un sound che si è magari leggermente allontanato dalle profonde radici classic & hard rock per lasciare spazio ad un’atmosfera musicale più moderna (se cosi si può definire…), non si può negare il mantenimento di un timbro musicale unico agli Europe, molto improntato su un suono avvolgente e caloroso capace di arrivarti dritto al cuore… cosa che probabilmente non poteva fare meglio del primo brano di serata tratto da “Out Of This World”… ovvero la stupenda “Sign of The Times”. Emozionante sotto ogni aspetto… la voce di Joey è veramente affascinante e riesce davvero a trasmettere un sentimento di felicità come pochi altri sanno fare… letteralmente da pelle d’oca!

Dopo un ritorno al passato recente con l’energica “Firebox”, giunge un ulteriore momento emozionante… il momento più romantico della serata che tutti noi aspettavamo in modo particolare… ovviamente la stupenda “Carrie”. Forse una delle ballad più belle della storia del rock oserei dire… un momento davvero magico che fa viaggiare la mente e i pensieri, inondandoci di tutte quelle sensazioni belle che un momento romantico può trasmettere. Si susseguono l’energica “Love Is Not The Enemy”, l’avvincente “Heart Of Stone”, la moderna “War Of Kings” e la psichedelica “Stormwind”, prima di lasciare spazio a quello che definirei un vero poker delle meraviglie tratto da “Out Of This World” cominciando da “Open Your Heart”, un brano che inizia come una dolce ballad per poi intensificarsi in un crescendo davvero intrigante, mostrando una capacità di composizione decisamente sopraffina. Segue quello che potrebbe essere un vero inno alla vita per quanto mi riguarda… “Let The Good Times Rock”. Un testo a dir poco meraviglioso che ci ricorda di apprezzare tutte le cose belle che abbiamo e soprattutto di lasciare che i bei momenti prendano sempre e comunque il sopravvento su tutto! Impossibile non avere gli occhi lucidi pensando a queste parole su una melodia così avvolgente come quella di questo brano. Si riparte a mille con la fantastica “Ready Or Not” per preparare il pubblico a quello che, secondo me, è il pezzo più bello della discografia degli Europe (insieme a “I’ll Cry For You” da “Prisoners In Paradise”, di cui stranamente non abbiamo avuto neanche un brano in scaletta stasera), ovvero “Superstitious”. Al di là dell’intro a cappella estremamente d’effetto, è proprio un pezzo che anche in questo caso dispone di un testo meraviglioso, pieno di speranza e messaggi positivi che trasmettono davvero qualcosa di speciale… quando la musica diventa così toccante si raggiuge davvero una sensazione difficile da descrivere… ma sicuramente una delle più belle che un amante della musica possa provare.

Joey & Co. scendono dietro le quinte del palco per il classico break prima dell’encore finale… che non poteva che essere composto da due canzoni. Per prima la splendida “Cherokee”, cantata da ogni persona presente in piazza, e ovviamente l’immancabile “The Final Countdown”, tanto commercializzata quanto sempre efficace per chiudere un set.

Si conclude quindi un concerto che ci ha raccontato di una band che fa della sua classe e della bellezza dei suoi brani l’elemento chiave di un progetto che funziona da praticamente quattro decadi… alla fine di un concerto degli Europe ci si sente più felici, più speranzosi e soprattutto consapevoli di aver raccolto una vera ondata di energia positiva da portare con sé. Perché questo è quello in cui la musica riesce meglio, e sicuramente gli Europe ne sono tra i miglior interpreti che si possono trovare.

Setlist

Walk The Earth
Rock The Night
Scream Of Anger
Last Look at Eden
Sign of the Times
Firebox
Carrie
Love Is Not The Enemy
Heart of Stone
War of Kings
Stormwind
Open Your Heart
Let The Good Times Rock
Ready or Not
Superstitious

Encore

Cherokee
The Final Countdown

Si ringrazia Vertigo Hard Sounds

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