4AD, 2024

A dieci anni esatti dalla performance virale nel “salotto” di David Letterman, i Future Island continuano a cesellare la loro idea di wave teatrale.
Una perseveranza nobile che, oggi, sembra però dover fare i conti con la staticità di un format avaro di significativi aggiornamenti.

People Who Aren’t There Anymore, che è solo l’ultimo nella lunghissima tradizione (che mai avrà fine) dei post break up album, fotografa la fine della relazione del cantante Samuel T. Herring con l’attrice svedese Julia Ragnarsson e lo fa con una dovizia quasi documentaristica. Rispetto al recente passato, le chitarre si diradano, quasi evaporano, lasciando spazio al composto minimalismo dei synth nel quale i tormenti del cantante possono immergersi con sicurezza. Sullo sfondo, i fantasmi di OMD e Ultravox (periodo Vienna) sono più di una semplice suggestione. La voce di Herring, che indossa l’identità della band di Baltimora, si fa meno enfatica alleggerendo così un impianto che, comunque, non soccombe mai ai picchi di pathos.

People Who Aren’t There Anymore non è interessato a tirare fuori dal cilindro inedite variabili, ma funziona proprio grazie alla solida visione di quattro musicisti per i quali, oggi, il rispetto della propria geografia (sonora ma anche affettiva) vale più della ricerca di nuove mappe. La noia, tuttavia, potrebbe essere già in agguato al prossimo incrocio. La salvezza, per questa volta, si chiama self confidence.

7/10

Tracklist:

King Of Sweden
The Tower
Deep In The Night
Say Goodbye
Give Me The Ghost Back
Corner Of My Eye
The Thief
Iris
The Fight
Peach
The Sickness
The Garden Wheel

Future Islands:

Samuel T. Herring (vocals, lyrics)
William Cashion (bass, guitars)
Gerrit Welmers (keyboards, programming)
Michael Lowry (drums)

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