I Great Master, band veneziana, bella realtà del Metal “Made in Italy”, hanno da poco pubblicato “Montecristo”, la loro sesta fatica in studio.

“Montecristo”

Ecco la formazione attuale, con la quale hanno anche prodotto quest’ultimo album:

  • Stefano Sbrignadello – Voce e Flauto
  • Gianluca “Jahn” Carlini – Chitarra
  • Manuel Menin – Chitarra
  • Giorgio Peccenini – Tastiere
  • Massimo David – Basso
  • Denis Novello – Batteria
  • Simone Morettin (Guest)  – Batteria
Great Master live at ArciTom Mantova

Ho da poco avuto il piacere di assistere al loro live di Mantova e di poterli poi intervistare. Vi lascio quindi alla nostra lunga chiacchierata.

Great Master Live

Ciao, benvenuti su Long Live Rock’N’Roll. Iniziamo con una presentazione: come nascono e chi sono i Great Master?

Manuel: i GM nascono nel lontano 1993, come Power/Heavy Metal band, ispirata dai capostipiti del genere come Runnig Wild, Kamelot, Helloween, Iron Maiden, da un gruppo di adolescenti di belle speranze musicali della provincia di Venezia. Il loro primo demo è del 1999, mentre il primo LP ufficiale è targato 2009, per Underground Symphony, etichetta con la quale si creerà un solido rapporto che dura fino ai giorni nostri. Negli anni a venire si succedono molti cambi di Line Up, con l’unica costante presenza di Jahn Carlini a capo del progetto. Nel 2019, alla vigilia delle registrazioni di “Skull & Bones”, siamo arrivati quasi contemporaneamente in formazione io, Stefano, Giorgio e Max, portando una ventata di entusiasmo e novità alla corte del Carlini. Questa congiunzione astrale, si è concretizzata da subito in una formazione solida da molti punti di vista ed ha portato in modo molto naturale ad un aumento della produzione musicale dei GM, sia in quantità che soprattutto in qualità.

Raccontateci quale è stato il vostro percorso. Come pensate che si sia evoluta la band in tutti questi anni?

Manuel: l’evoluzione musicale di una band, solitamente, la vedo come una  conseguenza naturale della maturazione personale, ma non solo, infatti, nel caso dei GM, nell’attuale formazione, una discreta parte è merito dell’incrocio di diverse personalità e del loro vissuto musicale e non, che ha portato ognuno di noi al vicendevole confronto costruttivo, per spingerci oltre e migliorare continuamente.

Gio: vorrei aggiungere solamente che, già confrontando “Montecristo” con “Skull”, possiamo notare una sorta di crescita e a maggior ragione, comparando l’ultima uscita con un “Serenissima” o un “Underworld”… Com’è giusto che sia: se non c’è crescita, se non c’è una sorta di movimento nello stile, si rischia di comprare più o meno sempre lo stesso disco. Io preferirei evitarlo.

Great Master live at ArciTom Mantova

Come nasce il vostro nome?

Manuel: il nome della band deriva dalla raffigurazione di un soggetto epic-fantasy, con il quale Jahn ha sempre voluto rappresentasse l’immagine del gruppo, una figura fantasy unica e misteriosa, padrona di antichi segreti e potenti arti. Immaginate questo individuo incappucciato a rivelare in parte la sua identità, tutti sapevano chi era ma nessuno riusciva mai a vederlo in volto, a parte i suoi discepoli e seguaci. Era appunto il Great Master.

Quali sono le vostre influenze e come definireste il vostro sound?

Manuel: i gruppi che hanno influenzato di più i GM sono Running Wild, Warlord, Helloween, Manowar, Iron Maiden, Kamelot… i capisaldi della scena Power/Heavy Metal del periodo di fondazione della band. Ognuno di noi, poi, ha sicuramente il suo background. Io ad esempio nasco con i primi ascolti di Iron Maiden, Saxon, AC/DC, G’n’R, per poi virare più verso il Thrash con Metallica, Megadeth, Anthrax, Testament, passando per Pantera, Sepultura, Fear Factory, Death, ma anche cose più Prog, come i Savatage, gli Angra, come pure mi piace molto l’Hard Rock dei primi VH e tutto il filone che ne deriva. Di musica che mi ha influenzato potrei parlarne per ore!

Gio: ascoltando qualche canzone qua e là, secondo me si può captare anche qualche riff alla Stratovarius, “October” ad esempio! Ad ogni modo il mio background personale, ad esempio, parte dalla musica classica e dalle colonne sonore. Liszt, Debussy, Prokofiev, Morricone, Williams e Zimmer, influenze che utilizzo molto quando arrangio le parti orchestrali per i Great Master. Per il Metal, sicuramente, passo anch’io per gli Iron, ma sono più orientato verso gli Angra, gli Almah, Edu Falaschi, i vecchi Stratovarius, per poi passare al Prog dei vecchi Dream Theater o dei Transatlantic.     

Stex: io, come cantante, nasco nel teatro musicale, quindi più influenzato dal Musical nelle sue varie forme, che prettamente dal Metal, che ha comunque sempre fatto parte dei miei ascolti, ma più da musicista che da cantante.

Great Master live at ArciTom Mantova

Avete dei gruppi di riferimento o ai quali vi sentite particolarmente affini?

Manuel: attualmente credo che l’affinità maggiore possa essere con gli Angra e con i Savatage.

Stex: credo che ognuno porti i suoi modelli di riferimento a vari livelli… composizione, arrangiamenti di vario tipo, quello che poi esce è il… modello GM!

Cosa ascoltano più spesso i Great Master nel tempo libero?

Gio: dunque, va a periodi. Generalmente orbito sempre tra la musica classica e le colonne sonore. Ultimamente sono stato molto intrippato dalla colonna sonora di “Interstellar”! Il Power Metal Sinfonico e il Prog, per rendere felice Jahn (ride, ndr).

Manuel: potrebbe essere qualsiasi cosa mi passi per la mente in quel momento. Spesso capita che mi venga in mente una canzone e da lì parto per quel filone.

Stex: i Musical restano il mio ascolto principale, poi spazio dall’ AOR, al Prog, al Power, al Death!

Great Master live at ArciTom Mantova

Avete appena pubblicato il vostro nuovo album “Montecristo”, come ce lo descrivereste?

Gio: beh, si tratta di un concept che, come già svelato dalle numerose recensioni, narra le vicende di Edmond Dantes, il Conte di Montecristo dell’omonimo romanzo ottocentesco di A. Dumas. Nel disco ripercorriamo le tappe principali della vicenda vissuta dal protagonista, cercando di mettere in risalto anche l’evoluzione del suo mondo interiore, il cambiamento che lo porterà a diventare il Conte. Nel disco percepirete proprio il crescendo della tensione, il desiderio di vendetta che si alimenta sempre di più nell’animo del protagonista.

Avete in programma date imminenti per promuovere “Montecristo”?

Gio: abbiamo da poco presentato il nuovo album in una data release a Mantova, ci stiamo muovendo per riuscire a promuovere al meglio questo disco, aggiungendo altre date, ma ci sono alcuni aspetti ancora da sistemare per riuscire ad essere più produttivi anche in questo senso.

Great Master live

I vostri album sono contraddistinti da concept che solitamente spaziano dallo storico al fantasy. Da dove nascono le idee per quanto riguarda le tematiche?

Gio: sì, solitamente sono concept, perché Great Master vuole essere una sorta di narratore, un maestro che, attraverso il racconto, vuole trasmettere un messaggio, un insegnamento. Le tematiche dei vari dischi nascono, solitamente, dalla mente prolifica di Jahn, che dà un’impostazione e una direzione di base al disco. Da qui parte poi tutto il lavoro di ognuno di noi. 

Come si sviluppa in genere il vostro processo creativo e compositivo? Avete un’elaborazione metodica o lasciate più spazio all’improvvisazione? Solitamente nascono prima le parole o la musica?

Gio: sì, siamo abbastanza metodici. Quando uno di noi viene colto dallo “slancio creativo”, sviluppa e struttura il progetto nelle sue parti principali, in modo da avere melodia e armonia del pezzo. Da qui ognuno parte elaborando le varie tracce del proprio strumento. Io, ad esempio, se devo “operare” su canzoni altrui, già dal primo ascolto cerco di stabilire dove fare interventi di organo, clavicembalo o pianoforte e dove elaborare invece gli strumenti dell’orchestra. Una volta completata tutta la struttura musicale, si sviluppa il testo plasmandolo alla linea melodica di base.

Great Master live at ArciTom Mantova

Ci sono band che preferiscono la fase compositiva e in studio, altre che prediligono i live. A voi cosa regala più soddisfazioni?

Gio: mah, io credo che l’una non possa escludere l’altra. Certo, la fase creativa è quella più gratificante, almeno per me, però se poi non porti fuori, in live, il prodotto che hai creato, è dura diffonderlo. La questione può essere diversa se sei già una band affermata, conosciuta a livello europeo o mondiale. In questo caso puoi anche decidere di continuare a produrre dischi e basta, chi ti ama continuerà a seguirti anche senza live.

Stex: concordo con Giorgio. Le considero le due facce della stessa medaglia, sia la dimensione creativa e  studio, che quella live, sono imprescindibili per un progetto completo!

Cosa ne pensate della scena Metal italiana?

Gio: io credo che ci siano molte band valide, composte da musicisti preparati, che hanno molto da poter dire, pubblicando dischi pregevoli e solcando palchi importanti. Purtroppo però, come accade un po’ per tutti i generi, ce ne sono altrettante, se non di più, che mancano di originalità e di stile compositivo e nonostante ciò firmano contratti, producendo musica. Quello che secondo me, ormai, in Italia manca da un bel po’ di tempo, è la capacità di selezionare, di puntare alla qualità, più che alla quantità.

Great Master Live

Negli ultimi anni si sono affermate prepotentemente le piattaforme streaming ed è completamente cambiata la fruibilità della musica. Cosa ne pensate e come vi rapportate a queste modalità?

Stex: è sempre difficile giudicare i cambiamenti dei mezzi di fruizione. Diciamo che, per età anagrafica, facciamo parte di quella generazione che è partita ascoltando i vinili dei genitori, ha posseduto e distrutto le musicassette, si è poi adattata ai CD e successivamente allo streaming. È inutile combattere il cambiamento, bisogna adattarsi. Personalmente, sono molto legato alle copie fisiche della musica che amo, ma al momento, lo streaming, è indubbiamente comodissimo, con una problematica però: temo che molti dei nuovi ascoltatori possano non avere la pazienza e la forma mentis per ascoltare un disco intero, e abbandonarsi a una storia di un concept ad esempio. Lo streaming è velocissimo e vive di singoli… servirebbe un po’ di pazienza in più, ci speriamo!

Se ci doveste raccontare un aneddoto divertente?

Tutti: ah ne abbiamo per qualche libro! (risata, ndr).

Le registrazioni dei cori sono state uno spasso, tra vino ed arrangiamenti al momento. “Aggiungerei una voce!”: Giorgio a crearla al momento e io a far rientrare le liriche di Jhan in metrica limando qui e lì!

Oppure il “clavicembalo scomparso”: su “The Weak Point”, in mix, sentiamo una parte un po’ vuota e ci diciamo “Ma qui ci è scappata una lead di chitarra? Manca un intervento di voce? Che ci mettiamo?” e poi, molto modestamente, come fa sempre, da gran signore, il Maestro Giorgio, se ne esce con un “ci sarebbe il mio solo di cembalo qui…” Noi cadiamo dal pero e poi cercando tra le innumerevoli tracce, spunta fuori il solo, che era finito troppo basso e non ci eravamo accorti che ci fosse. Era sfuggita anche a Simone (Mularoni, ndr)!

Great Master Live

La cosa più assurda che vi è capitata durante un’esibizione?

Gio: mah, non so… tipo quella di suonare tutta la scaletta senza sentire una mazza di quello che facevamo, perché non erano stati attivati i monitor da palco? O quella volta che a noi è toccato tagliare la scaletta, perché la band prima di noi, si era dilungata un bel po’ di più nei tempi? Eh, ci vorrebbe maggior professionalità e rispetto…

La fantasia non si pone limiti. Se poteste scegliere, con chi vorreste fare una collaborazione per un brano di un vostro disco?

Gio: rispondo io? Rispondo io?! Beh, se dovessi scegliere, personalmente, farei volentieri una collaborazione con Edu Falaschi o Kiko Loureiro, ma anche Mike Portnoy non mi spiacerebbe!

Great Master Live

Quali sono i progetti futuri dei Great Master?

Gio: di sicuro vorremmo poter promuovere al meglio questo disco, dato che per i due album precedenti, il covid, ci ha un po’ messo in ginocchio. Fatto questo, non credo ce ne staremo molto con le mani in mano prima di iniziare a pensare al prossimo album, ma al momento è presto per pensarci.

Vi ringrazio per averci dedicato il vostro tempo e per aver regalato ai nostri lettori la possibilità di conoscervi meglio. Lasciamo a voi lo spazio per le considerazioni finali.

Gio: e niente, Montecristo vi aspetta in tutti gli store digitali, sul sito di Underground Symphony e nel nostro Bandcamp, dove potrete trovare anche magliette e qualche limited edition. Vi invitiamo anche ad iscrivervi in massa al nostro canale YouTube e a tenervi aggiornati sulla nostra pagina Facebook. Cogliamo l’occasione per ringraziare di cuore voi per la disponibilità, la nostra etichetta, Simone Mularoni per aver saputo tirare fuori il meglio da questo nostro sesto album e ovviamente tutti coloro che stanno dimostrando grande apprezzamento per Montecristo. In metal we trust!

Great Master live at ArciTom Mantova

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