2024 – Matador
Questa volta Kim Gordon ha esagerato. Sottolineo immediatamente che il ricorso a questa espressione è dettato da intenti insolitamente costruttivi. E’ raro che sgomento e fascino riescano a concorrere, in egual misura, alla descrizione di un oggetto d’arte ed in questa peculiare occasione il loro utilizzo appare non solo appropriato ma anche urgentemente necessario.
Pochissimi tra i colleghi (coetanei) dell’ex bassista dei Sonic Youth (descrizione pratica ma non certo esaustiva), possono offrire la stessa insaziabile fame di nuovo che, con implacabile ferocia, divora le viscere di queste undici tracce.
La Gordon scioglie nell’acido hip hop, trap (nel rispetto della normativa vigente, vi informo che potete trovate un defibrillatore alla fine della recensione) e no wave insieme a brandelli di alternative e mainstream pop sopravvissuti all’impatto di un meteorite.
Ciò che ottiene è una versione, se possibile, ancor più alienante della Nico distopica di The Marble Index.
La produzione, austera ed ossessiva, somiglia all’incubo di una AI nel quale un loop di Ableton tiene prigioniero lo spirito di Scott Walker. The Collettive non ha nulla di confortante o di rassicurante, il suo è un gigantesco dito medio alzato all’indirizzo non solo dell’industria, ma anche (in un reflusso di insolenza post punk) del pubblico stesso.
In modo deliberatamente blasfemo ed anarchico, prima annichilisce la melodia e poi la cannibalizza senza alcuno scrupolo morale. Questa è arte che, invece di affidarsi a collaudate tecniche seduttive, decide di accendere una candela utilizzando un lanciafiamme e questi sono brani, dal sangue giovane, la cui contemporaneità è tanto anagraficamente inspiegabile, quanto darwinianamente eccitante.
8/10
Tracklist:
01. Bye Bye
02. The Candy House
03. I Don’t Miss My Mind
04. I’m A Man
05. Trophies
06. It’s Dark Inside
07. Psychedelic Orgasm
08. Tree House
09. Shelf Warmer
10. The Believers
11. Dream Dollar
Kim Gordon – voce
Justin Raisen – produzione , mixaggio , ingegneria , programmazione , strumentazione
Anthony Paul Lopez – mixaggio, ingegneria (tutte le tracce); programmazione (tracce 4–9), strumentazione (tracce 5–7)
Mike Bozzi – mastering
Brad Lauchert – ingegneria
Ainjel Emme – programmazione (tracce 1, 3 e 10)
Sadpony – produzione, programmazione (tracce 1 e 10); strumentazione (traccia 10)
Sarah Register – strumentazione (tracce 8 e 9)
Joe Kennedy – programmazione, strumentazione (traccia 11)
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