Anche quest’anno l’alleanza fra Futura-Rumore e Bronson Produzioni ci regala Passatelli in Bronson, festival che raduna artisti e band più o meno emergenti del territorio nazionale in una rassegna che dura tre giorni dal 15 al 17 Dicembre. Io mi sono occupata della prima serata: la line up mi incuriosiva, avevo letto in apertura nomi già sentiti, ma mai visti dal vivo e come headliner uno dei miei ascolti più frequenti del 2023, Daniela Pes.

 

Iniziamo con un gruppo toscano, i Flame Parade, felicissima scoperta. Con il loro dreampop misto a indie rock, hanno definito un’ottima partenza per la serata. Si distinguono per questa eleganza chill e romantica intrinseca nella loro presenza e nel loro sound. Li ascolterei volentieri con indosso un vestito lungo e in mano un calice di vino. Hanno eseguito alcuni brani tratti da “Cannibal Dreams” loro ultimo album uscito a maggio 2023, fra questi “December” mi ha davvero emozionato. In altri brani il violino di Letizia Bonchi aggiunge zucchero e storia, la storia di una band che ha affinato nel tempo il proprio new folk trovando un suono personale e contemporaneo.

 

Passiamo ad un duo veneto, tanto mascherato quanto iconico, le Trust The Mask. Me le ero perse al Beaches Brew quest’estate e volevo recuperarle. Elisa Dal Bianco e Vittoria Cavedon realizzano uno show oltremodo suggestivo: non sono più due ragazze, ma creature strane e affascinanti, sul volto maschere trasparenti e vestite di reti di corda. Attraverso la fusione di musica elettronica e influenze etniche, il duo sovverte le regole e ci mostra come abbattere ogni filtro – con la provocazione data dal paradosso del travestimento – ed essere realmente sé stessi. Il ballo, come il canto, della cantante Vittoria Cavedon è liberatorio, ipnotico, a tratti tribale. L’intenzione è creare una spinta trascendentale, verso un mondo lontano da questo, attraverso una ricerca sperimentale: l’utilizzo di synth ed effetti unito al suono di strumenti a fiato di origine indonesiana o armena, danno vita a un’esibizione d’impatto, dal sapore esotico. Il loro ultimo lavoro è di questo giugno, “Idiom” per Bronson Recordings.
Dispiace notare come, oltretutto una band “di casa” per il Bronson, sia stata costretta a salutare un po’ in fretta il palco: avevano già annunciato l’ultimo brano, quando viene loro negato da un addetto ai lavori che da sotto il palco comunica che il loro tempo è terminato.

Abbiamo poi una parentesi più introspettiva, meno sognante e più violentemente concreta. Miglio sale sul palco e ci parla di cieli grigi, di odore di urina nei bagni della stazione e di farsi per non pensare più. Miglio con i suoi testi disegna immagini urbane – spesso bolognesi – dirompenti, che ben descrivono la condizione precaria delle nuove generazioni. Il suo cantautorato è immediato, attuale ed esorcizza paure e paranoie con ampio uso di elettronica e influenze anni ’80. Fra il pubblico, molto vario sabato sera al Bronson, anche i più adulti sembrano comprendere e apprezzare le intenzioni e la performance della ragazza di origine bresciana, mentre alcuni fra i molto giovani conoscevano ogni parola. Miglio propone alcuni brani dell’ultimo album “Futuro Splendido” uscito in aprile 2023.

Infine, attorno alle 23:45, dopo la preparazione da parte dei fonici di tre postazioni, due console e uno spazio percussioni, Daniela Pes inizia a cantare sulle note, per me ormai familiari, di “Ca Mira”. Ora il Bronson è davvero stipato e incontro più persone appena arrivate perché “mi hanno detto che Daniela Pes è tanta roba!”. Rivedo molto volentieri la musicista gallurese dopo il concerto di maggio al Covo di Bologna, di cui trovate il report al link di seguito ( Daniela Pes Covo). Quello di sabato sera potrei definirlo la digievoluzione del live al Covo, quando l’album “Spira” era da poco uscito e a fianco a Daniela c’era solo la collega Maru. Ora si aggiunge anche una percussionista e lo spettacolo mi pare come cresciuto, maturato e più ricco. Spesso armonizzano a tre voci e quella incredibile di Daniela risalta ulteriormente, come levigata. Ritrovo le melodie a cui sono ormai affezionata di “Illa Sera”, “Carme” e “Arca”. Hanno ancora quel potere di trasportarmi con la mente in un luogo lontano, caldo e desertico dove non devo temere nulla. In questa nuova versione del live, hanno trovato più spazio gli intermezzi di sessioni strumentali probabilmente perfezionati dopo un’estate e un autunno di live no stop.

 

Passatelli in Bronson si riconferma un’ottima occasione per entrare in contatto con nuovi artisti di livello del panorama musicale nazionale. Ci vediamo l’anno prossimo, grazie Bronson! E grazie Rumore-Futura!

Report a cura di Lucia Rosso

Fotogallery a cura di Emanuel Giordani

Daniela Pes

Miglio

Trust the Mask

Flame Parade

 

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