2024 – Escape Music

Sono passati ormai due anni dal fortunato debutto dei Remedy con “Something That Your Eyes Don’t See“, e ora tornano con un nuovo lavoro intitolato “Pleasure Beats the Pain“. Da sempre, la Svezia – la loro Terra Madre – è garanzia assoluta per band che fanno della raffinatezza e della melodia il loro punto di forza. I Remedy provengono dalla capitale svedese, Stoccolma, e il loro primo album ha scalato le classifiche svedesi, ottenendo un’accoglienza molto favorevole dalla critica e conquistando gradualmente un nutrito seguito di fan.

Va detto che il loro chitarrista, Roland “Rolli” Forsman, è cresciuto in Finlandia e ha avuto come principali fonti di ispirazione Yngwie Malmsteen e John Norum. Trasferitosi in Svezia, ha avuto modo di scoprire molte altre band, e non a caso cita gli Eclipse come sua certezza assoluta. Questa dichiarazione ha ancora più valore considerando che la produzione di “Pleasure Beats the Pain” è stata affidata al loro cantante, Erik Martensson.

Con un curriculum simile, sarebbe stato spiacevole trovarsi ad ascoltare un album di poco valore e senza originalità. Fortunatamente, non è questo il caso, poiché i dieci brani dell’album riescono sicuramente a regalare emozioni all’ascoltatore. “Pleasure Beats the Pain” mescola sapientemente sonorità rock, metal e pop, creando un’atmosfera tipica degli anni Ottanta, ma personalizzata e adattata allo stile della band.

La band ha appena concluso un tour svedese ad aprile, in compagnia dell’ex chitarrista degli Europe, Kee Marcello, e alcune nuove date sono già state annunciate. Citando le parole di Rolli, ecco quali sono le caratteristiche distintive dell’album e la sua genesi:

“Stimolati dal successo del nostro album di debutto, tornare in studio è stata per noi la progressione più naturale. Con “Pleasure Beats the Pain”, abbiamo raggiunto un momento decisivo nel viaggio dei Remedy, consolidando il nostro sound. Con un equilibrio di luce e oscurità, giorno e notte, piacere e dolore, amore e odio, la nostra musica rispecchia le complessità della vita, fondendo rock melodico e metal in una miscela armoniosa. Attraverso questo, combinato con un approccio distintivo alla strumentalità e al songwriting, emergono i Remedy.”

L’album si apre con il midtempo “Crying Heart“, secondo singolo del nuovo lavoro, che riesce pienamente a soddisfare l’ascoltatore con un ritornello esplosivo e rabbioso allo stesso tempo. Subito dopo, troviamo il primo singolo “Moon Has the Night“, un tipico pezzo rock degli anni Ottanta che potrebbe tranquillamente essere un connubio tra i primi Bon Jovi, Magnum, FM e Foreigner. Questo per dire che nessuno crea nulla di nuovo ed eclatante, ma sa miscelarlo in modo credibile per ottenere un risultato finale convincente.

Altri brani che meritano una menzione sono “Angelina“, che si apre con un coro che si appiccica addosso e che per tutta la sua durata è perfetto per la maestria dei Remedy e la loro compattezza sonora. Un plauso va sicuramente al batterista Fredrick Karlberg, davvero potente nel suo drumming per questo pezzo. Non c’è davvero un brano brutto in questo lavoro, e sicuramente si spera che la band faccia tappa anche in Italia.

La patinata “Poison” è davvero bella e ti trasporta negli anni Ottanta con il suo riff di chitarra convincente, seppur talvolta un po’ ruffiano. Nessun album di melodic/AOR metal può prescindere da almeno una ballad d’atmosfera, e per “Pleasure Beats the Pain”, questa ballad è posta alla fine dell’album. E che ballad, direi! “Something They Call Love” è davvero struggente e la chitarra acustica è l’elemento portante del brano, che vede anche splendide parti orchestrali. Un po’ conturbante, molto intensa.

In definitiva, questo lavoro è un piccolo gioiello!

Tracklist
01. Crying Heart (4:17)
02. Moon Has The Night (4:10)
03. Sin For Me (4:05)
04. Caught By Death (5:03)
05. Bad Blood (4:14)
06. Angelina (3:44)
07. Poison (4:06)
08. Hearts On Fire (4:00)
09. Girl’s Got Trouble (3:41)
10. Something They Call Love (3:46)

Mauro Brebbia
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