Data di Uscita: 29 settembre 2023
Etichetta: Virgin

Bisogna ammettere che, in più di 30 anni di carriera, Steven Wilson non ha mai pubblicato lavori al di sotto della sufficienza.
Benché algido e non completamente risolto, persino un album come Closure/Continuation, il recentissimo ritorno in attività dei Porcupine Tree, darebbe un senso all’esistenza di molte band esordienti.
Pensare al quantitativo di musica e di progetti ai quali Wilson ha messo mano, provoca un istantaneo attacco di labirintite, anche a chi può vantare un’invidiabile dimestichezza con la sua bulimica produzione.

La qualità di The Harmony Codex non fa eccezione alla regola e, dopo la interlocutoria stravaganza di The Future Bites, ci regala la buona novella di una ritrovata piena forma espressiva.
Alimentato da un’audacia onnivora che spesso perde qualsiasi freno inibitorio, l’album riesce ad unire i punti (anche i più distanti) di una carriera creativamente, professionalmente ed eticamente esemplare.

Con maniacale perizia Wilson mette sul tavolo tutte le sue skill, ottenendo un risultato impressionante ed esaustivo ma che, a tratti, può risultare estenuante. Il suo è un virtuosismo per i neuroni e non per le dita, pervaso da un’euforia creativa che rischia, tuttavia, di offrire troppe informazioni da processare contemporaneamente.
I brani più estesi, appaganti e familiari, aprono un portale dal quale l’autore recupera, aggiornandolo adeguatamente, lo spirito psichedelico di Voyager 34 e The Sky Moves Sideways, nel quale gli istinti space jam degli Ozric Tentacles si incarnano in forme assai più sofisticate e mutevoli, credibilmente contemporanee e mai nostalgiche.
E’ tuttavia negli episodi dal minutaggio più parsimonioso e radiofonico che il livello della scrittura svela uno stato di grazia non comune per una carriera ormai giunta ad un invidiabile traguardo di longevità.

Forse il più grande merito di The Harmony Codex è identificabile nel genuino entusiasmo che lo anima ed attraversa, una tangibile sensazione di sincero divertimento che contribuisce a trasformarlo in un “Best Of” spirituale, la cui urgenza, non solo estetica, appaga l’ascoltatore senza inciampare troppo (ma comunque inevitabilmente) nell’accondiscendenza figlia di un vuoto mestiere.

7,5/10

Trackist
1. Inclination
2.What Life Brings
3. Economies Of Scale
4. Impossible Tightrope
5. Rock Bottom
6. Beautiful Scarecrow
7. The Harmony Codex
8. Time Is Running Out
9. Actual Brutal Facts
10. Staircase

Comments are closed.