2022 – Black Hill

A distanza di ben sei anni dall’ultimo “Hidden City” del 2016, tornano i mitici “The Cult“. E’ il loro undicesimo album in studio di ormai una quarantennale carriera. La storia dei “The Cult” è infinita e conta anche cambi di nome (Southern Death Cult) e fasi alterne sia a livello di vendite, sia in fase di vari stravolgimenti sonori, che li hanno portati in varie fasi da sonorità gotiche a sonorità hard rock ed in alcune fasi, dominate dall’elettronica. L’unica cosa certa della band è il connubio indissolubile del cantante Ian Astbury e del chitarrista Billy Duffy.

Moltissimi musicisti sono transitati nella band ed alcuni(anche grazie a loro) hanno spiccato il proprio volo. Un nome su tutti, Matt Sorum.

Ma torniamo a questo “Under the Midnight Sun”. E’ un disco fondamentale nell’economia della storia della band? Risposta, “No”. E’ un disco totalmente onesto, assai ben prodotto da Tom Dagelty (produttore di Royal Blood, Ghost e molti altri). Fatto questo nome, ora sapete che avete un’assoluta garanzia in fatto di produzione limpida e pressoché perfetta. L’album è certamente più figlio del periodo “Love“, che del periodo “Sonic Temple“.

Sonorità oscure, sezione ritmica perfetta e la voce dello sciamano Ian (erede più credibile del leggendario Jim) che letteralmente si fonde con le chitarre inconfondibili di Billy. Il titolo è ispirato al famoso “sole di mezzanotte“, fenomeno meteorologico in cui il sole spicca ancora splendente nell’alto nei cieli in Scandinavia. Fenomeno che Ian ha testimoniato personalmente,durante un suo passato concerto con la band in Finlandia.

Dimenticatevi in questo disco, pezzi selvaggi alla “Firewoman” o “Rise” ed immaginatevi una rivisitazione (senza clonarsi) di pezzi stile “Revolution” e altri. Ci sono pezzi che ti provocano all’istante la pelle d’oca, come “Outer Heaven“, pezzo in cui i sintetizzatori iniziali ci introducono in un pezzo oscuro e lento, dominato dalla voce calda e profonda di Astbury e dalle chitarre taglienti di Duffy.

Vogliamo parlare anche di “Knife Through Butterfly Heart“, pezzo che inizia tranquillo e che poi è un crescendo di emozioni provocate dentro di te. La parte iniziale è qualcosa di magico. Ricordatevelo.
Non avranno piu’ il successo mediatico di un tempo, ma dal vivo riescono ancora ad attirare un bel numero di persone e sono curioso di ascoltare questi nuovi pezzi dal vivo. Penso siano più adatti a spazi medio/piccoli, che stadi sterminati.

Impermenance” è un pezzo che si muove in chiari territori Joy Division e in alcuni tratti Bauhaus.
Un pezzo davvero vincente e tetro, che ti conquista al primo istante. Molti hanno definito gli Editors ,come legittimi eredi della band di Ian Curtis, ma sicuramente “The Cult”,con questo pezzo, creano anche qualche legittimo dubbio (anche se sappiamo le molteplici fasi musicali dei “The Cult” durante la loro carriera sterminata).

Il disco è concluso dalla titletrack “Under The Midnight Sun” e dalle sue parti orchestrali che fanno da sottofondo alla voce unica di Astbury. Pezzo molto oscuro e che man mano esplode e che potrebbe descrivere perfettamente la magia del sole di mezzanotte.

Che dire, un lavoro di insieme, dove non c’è un pezzo che sia brutto ed un lavoro che si fa ascoltare più che volentieri. Un lavoro che ti culla l’anima, ma sicuramente non ti fa scatenare con cori a squarciagola.
Bentornati, The Cult!!!

Mauro Brebbia  

Tracklist
01. Mirror
02. A Cut Inside
03. Vendetta X
04. Give Me Mercy
05. Outer Heaven
06. Knife Through Butterfly Heart
07. Impermanence
08. Under The Midnight Sun

Line-up
Ian Astbury – voce
Billy Duffy – chitarra
Grant Fitzpatrick – basso
John Tempesta – batteria

 

Mauro Brebbia
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