All’improvviso capita che il batterista dei MindWars (dei quali vi parlerò in un prossimo articolo) mi avvisi che a pochi chilometri da casa mia suoneranno i Voivod coinvolti in un lungo tour americano che esonderà  presto anche nel vecchio continente, pur non avendo un nuovo disco da proporre. Non ci sono scuse per non presentarsi pieni di speranza a godere di un gruppo decisamente particolare, una band che non puoi chiudere nella definizione thrash e non puoi sistemarla appieno nello speed e manco nel progressive, ma devi rassegnarti a lasciarla nel posto speciale che occupano gli eclettici.

Originari del Quebec si impongono nei primi anni 80 con dischi narrativi e impostazione quasi punk cantando e suonando scenari apocalittici, erano d’altronde gli anni post-Reagan e di spazio per l’ottimismo ve n’era ben poco. La loro storia è tartassata dal tira e molla di Denis Bélanger, cantante indeciso se cantare, non cantare, dedicarsi alla dance elettronica o far pogare cuoio-vestiti giovinastri fino a perdere conoscenza. La formazione che si presenta a Santa Ana ha dell’originale l’onnipresente Away (Michael Langevin) alla batteria, l’eterno indeciso Snake (Denis Bélanger) alla voce e i nuovi aggiunti Daniel Mongrain alla chitarra e Dominique Laroche alla quattro corde.

La venue si chiama “The Underground DTSA” ed è situato nello zoccolo duro latino a Santa Ana circondato da locali da ballo latino-americano, poliziotti a cavallo e SUV della polizia in ogni cantone, tanto per farti sentire a tuo agio. Classico scantinato senza fronzoli mi dirigo al bar notando le prime pecche, da bravo ex-fonico criticone quale sono, ma decisamente il rimbombo della semi-cantina incide notevolmente sulla qualità  dell’audio, unita ad una insufficienza dell’impianto: signori, qua si fa la musica del diavolo, non la recita di fine anno del liceo…

Di spalla il menu ci propone i Child Bite, i Morbid Eclipse e i Winterthrall che in tre non riescono a fare una pietanza degna di essere mangiata, non resta che saltare gli antipasti e girovagare fino all’arrivo degli headliner. Non so se vista la location il metal non sia il venerdì ideale di Santa Ana, ma la presenza di pubblico e’ oscenamente bassa, non conto piùdi 150 persone e la sera prima al Whiskey (che e’ poco piùdi un pub) a LA di persone ce n’erano almeno il doppio.

Si parte in quarta con Ripping Headaches del 1986, una canzone in pieno stile speed-thrash, mentre mi avvicino il piùpossibile al palco per limitare i danni del riverbero naturale per proseguire con Tribal Convinction, brano decisamente piùmaturo con  intermezzi dissonanti e pause asimmetriche che me li spostano decisamente verso derive prog, territorio in cui chi vi scrive ci sguazza come un delfino su un banco di ostriche.  Si prosegue con vecchie glorie thrash fino ad arrivare alla mia preferita in assoluta che è Post Society tratta dal disco omonimo: qua troviamo tecnica, modulazioni inusuali, velocità , testo impegnato, violenza e delicatezza. Ci si avvicina al termine quando il brano Voivod fa perdere ogni decenza al, purtroppo scarno, pubblico dando sfogo al pogo becero e sudato. Non sono i Voivod se non compare una cover dei Pink Floyd e infatti lo show si chiude con Astronomy Domine (mica Wish you were here).

Non c’è bisogno del loro grande fan David Grohl per convincervi ad andare a vederli, siamo in presenza di un gruppo molto particolare e se vi piace chiacchierare con le band dopo il concerto con loro trovate la massima disponibilità  e magari potete scambiare un bel po’ di battute con Away come ho fatto io.

 

Setlist:
Ripping Headaches – Tribal Convitions – Order of the Blackguards – Mechanical Mind – Killing Technology – Post Society – The Prow – We are Connected – Chaosmöngers – Voivod – Astronomy Domine (Pink Floyd cover)

 

www.longliverocknroll.it

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