C’è voglia di musica dal vivo, c’è voglia di tornare, dopo due lunghi anni, a riassaporare quelle emozioni che solo la musica è in grado di offrire. Artisti e pubblico hanno voglia di interagire e di sfogarsi, di cantare e di sentirsi nuovamente liberi con questa stupenda forma d’arte.

Nel primo pomeriggio, una volta saliti in macchina ci dirigiamo all’Alcatraz di Milano, luogo storico e location perfetta per il concerto di Alice Cooper e Michael Monroe, che inizialmente doveva essere all’ippodromo, ma che poi per ragioni logistiche è stato spostato proprio qui.
Dopo un’attesa non troppo lunga fuori dal locale, finalmente entriamo e si respira aria di casa. Vedere il palco, gli amplificatori, le luci, tutto questo ci è mancato.

Si spengono le luci, e che le danze abbiano inizio…

MICHAEL MONROE

Penso che molti, questa sera, siano venuti qui anche per vedere e sentire il grande Michael Monroe, non un semplice “opener” del concerto, ma un vero e proprio spettacolo nello spettacolo.
Alle 21:15 si parte, breve intro ed ecco la band che sale sul palco, seguita poco dopo da lui, il grandissimo Michael, biondo e longilineo come sempre.
One Man Gang’ scalda sin da subito il pubblico, è inevitabile lasciarsi contagiare dal suo carisma, il suo magnetismo e la sua carica rock’n’roll.
La band gira che è una meraviglia, Sam Yaffa al basso sembra indemoniato mentre suona il suo strumento, Steve Conte e Rich Jones alle chitarre macinano riffs e ritmiche perfette, e Karl Rockfist alla batteria completa il cerchio, preciso e potente.
Michael riesce a catalizzare l’attenzione del pubblico anche semplicemente con il suo sguardo, le sue smorfie, o ruotando il microfono e impugnando il suo sax colorato, fuoriclasse assoluto.

La scaletta vede la presenza di due brani tratti dal nuovo album appena uscito, la title track (‘I Live Too Fast To Die Young’) e ‘Murder The Summer Of Love’, e poi ovviamente qualcosa dal suo storico passato negli Hanoi Rocks, ‘Malibu Beach Nightmare’ e ‘Motorvatin’’, brani che non ci stancheremo mai di ascoltare.
Finale infuocato con la cover dei Creedence Clearwater Revival, ‘Up Around The Bend’ e ‘Dead, Jail Or Rock’n’Roll’ tratta da un disco simbolo degli anni ottanta, ‘Not Fakin’ It’.
Tutti danno il massimo, si percepisce il divertimento e la voglia di suonare che questi musicisti hanno, non conta l’età, ma conta l’attitudine e quello che hai dentro.

Mi fa piacere raccontare questo piccolo episodio accaduto verso la fine del concerto. Michael che scende dal palco, si avvicina alle transenne, e prima di salirci sopra, si avvicina ad un ragazzo disabile, regalandogli una carezza e uno sguardo. Anche questo è rock’n’roll.

SETLIST:

1.One Man Gang
2.I Live Too Fast To Die Young
3.Last Train To Tokyo
4.Murder The Summer Of Love
5.Trick Of The Wrist
6.’78
7.Ballad Of The Lover East Side
8.Nothin’s Alright
9.Malibu Beach Nightmare
10.Motorvatin’
11.Up Around The Bend
12.Dead, Jail Or Rock’n’Roll

ALICE COOPER

Cala il sipario, e il telo con il muro del castello con gli occhi di Alice incastonati nelle pietre è lì, davanti a noi, non ci resta che aspettare.
Facendo un giro tra la gente, vedo persone felici, che parlano tra di loro, gente che si scambia pacche sulle spalle e gente che finalmente si è tolta di dosso la paura di abbracciare un amico come si faceva prima.

Buio, un attimo di silenzio e l’intro cinematografica rompe gli indugi, cala il telone e inizia lo spettacolo. ‘Feed My Frankenstein’, e subito si viene proiettati nel castello degli orrori creato dal cantante americano, uno spettacolo per gli occhi e per la mente.
La band, con le tre chitarre più basso e batteria, è ormai consolidata e perfetta, un mix di stili e personalità (Nita Strauss riesce sempre a catalizzare l’attenzione del pubblico, e non solo per la sua bellezza) tutte al servizio di Alice, personaggio che anche da fermo emana un carisma unico che ti rapisce e ti conquista.
No More Mr. Nice Guy’, ‘Bed Of Nails’ e ‘Hey Stoopid’, basterebbero queste poche canzoni per ripagarci del biglietto del concerto, ma ovviamente siamo solo all’inizio.
E’ talmente vasto il repertorio di Alice, che ci vorrebbero dieci ore di concerto per accontentare tutti, inevitabilmente qualche classico deve rimanere fuori dalla scaletta, come ad esempio ‘Only Women Bleed’.
A sorpresa viene eseguita con un arrangiamento più rock, ‘He’s Back (The Man Behind The Mask), con un ospite gradito come Jason, della saga horror Venerdi 13, che insegue con il suo machete due giovani innocenti ragazze.
Go To Hell’ dal vivo rende molto bene, così come ‘Roses On White Lace’ uno dei brani più metal scritti da Alice Cooper.

Lo spettacolo è di altissima qualità, sia a livello di esecuzione che visivo, merito di scenografie tra l’horror ed il grottesco che da sempre accompagnano le esibizioni di Alice.
La parte finale del concerto è dedicata quasi esclusivamente al repertorio dei seventies, ‘Devil’s Food’ e ‘Black Widow’ eseguite solo strumentali, ‘Steven’ e ‘Dead Babies’ con tanto di decapitazione ed esibizione del trofeo, la testa di Alice.
Dopo ‘Teenage Frankenstein’, la band sparisce, ma solo per poco, infatti siamo giunti alla festa finale, ‘School’s Out’ è un inno generazionale, e per l’occasione, viene invitato Michael Monroe sul palco, per suggellare questa serata di grande rock’n’roll. Come da consuetudine, la canzone viene modificata con l’aggiunta di un piccolo estratto di ‘Another Brick In The Wall’ dei Pink Floyd.
Scoppiano i palloncini, e il palco si colora di coriandoli, strisce luccicanti e bolle di sapone. Tutti sul palco per salutare il pubblico, tutti contenti per questa festa della musica, Alice ci saluta, purtroppo siamo davvero giunti alla fine dello spettacolo.

Prima di concludere, vorrei fare alcune considerazioni personali.
La prima riguarda i prezzi delle bevande all’interno del locale. Tre euro per un bicchiere di acqua (neanche alla spina, ma direttamente versata dalla bottiglia di plastica) e per giunta tiepida, mi sembra una presa in giro visto anche il periodo difficile per quanto riguarda tutti gli aumenti che ci sono stati negli ultimi mesi.
Più rispetto per la gente che viene nel vostro locale grazie.

Tornando a parlare di musica, sono rimasto piacevolmente sorpreso nel vedere diverse generazioni di rocker, da quello più attempato fino ai bambini, il nostro futuro rock, anche per merito dei genitori che li portano ai concerti.
Un pizzico di malinconia mi ha attraversato la mente alla fine del concerto, perché mi sono reso conto, per l’ennesima volta, che questi grandi artisti non sono rimpiazzabili da nessuno, per cui godiamoceli fino in fondo, poi sarà molto molto dura.

SETLIST:

1.Feed My Frankenstein
2.No More Mr. Nice Guy
3.Bed Of Nails
4.Hey Stoopid
5.Fallen In Love
6.Be My Lover
7.Go Man Go
8.Under My Wheels
9.He’s Back (The Man Behind The Mask)
10.Go To Hell
11.I’m Eighteen
12.Poison
13.Billion Dollar Babies
14.Guitar Solo (Nita Strauss)
15.Roses On White Lace
16.My Stars
17.Devil’s Food
18.Black Widow Jam
19.Steven
20.Dead Babies
21.I Love The Dead
22.Escape
23.Teenage Frankenstein
24.School’s Out/Another Brick In The Wall Pt.2

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