Agonia Records – Aprile 2017

Sesta fatica in studio per i polacchi Azarath, quartetto attivo dal 1998 che annovera tra i suoi membri Inferno, drummer dei Behemoth, e che ha visto militare tra le sue fila anche Daray, attuale batterista dei Dimmu Borgir, per alcune attività  Live. L’album è stato registrato tra marzo e novembre 2016, ed è uscito il 7 Aprile per Agonia Records.

La proposta dei nostri è un black death metal molto tirato, con quel tanto di oscurità  che non potrà  che appagare l’orecchio degli amanti del genere. Il titolo In Extremis appare quanto mai azzeccato!

The Triumph of Ascending Majesty apre le danze in maniera furibonda, senza tanti fronzoli ed intro maestose, ma con un riffing velocissimo ed aggressivo. Non si può non notare sin dalle prime battute il drumming furibondo e chirurgico di Inferno, che sostiene ed esalta la ferocia del brano. La parte oscura ed evocativa del brano è lasciata al finale, che sembra portare un po’ di respiro, sensazione subito mentita dall’incipit di Let My Blood Become His Flesh, seconda bordata, che tiene alta la tensione dell’ascoltatore. Si prosegue incessantemente attraverso Annihilation, il cui finale cala un poco in velocità , per introdurre la piùragionata The Slain God, episodio piùincentrato su atmosfere oscure che su potenza e velocità . Il brano concede un giusto attimo di respiro, se così si può dire, e spezza un poco il ritmo incessante dei brani ascoltati fino ad ora, scelta molto saggia a giudizio di chi scrive. Con At the Gates of Understanding riprende il ritmo martellante di inizio disco, condito con interessanti arrangiamenti di chitarra. L’altrernanza di blast beat e mid tempos è sapientemente dosata e miscelata dai nostri, e dà  vita ad un brano estremamente piacevole all’ascolto. Su un canovaccio analogo potrebbe essere stata pensata la successiva Parasu Blade, mentre con Sign of Apophis Inferno e compagni ritornano su tempi iper veloci ed incessanti facendo risalire la tensione alle stelle. Anche Into the Nameless Night si sviluppa senza sosta su tempi sostenutissimi e con grande rabbia, così come Venomous Tears. La conclusione del lavoro è lasciata al brano Death, azzeccatissimo sin dal titolo per significare la fine di qualcosa, in questo caso particolare del disco. Nel brano in questione ritroviamo i tratti salienti dello stile della band, le sfuriate in blast beat, i mid tempos granitici, e le parti piùoscure e tetre, miscelati sapientemente quasi a comporre una summa del lavoro appena ascoltato.

In conclusione un’ottima prova del quartetto polacco, un album potente, aggressivo, a tratti oscuro, così come nella miglior tradizione del black-death metal. Sicuramente da ascoltare per gli appassionati del genere, forse un po’ meno consigliato a chi non è attratto da sonorità  particolarmente estreme.

www.facebook.com/AzarathBand

per chi volesse ascoltare il disco, esiste uno streaming ufficale dell’album su youtube:

Tracklist:
1. The Triumph of Ascending Majesty  
2. Let My Blood Become His Flesh     
3. Annihilation (Smite All the Illusions)     
4. The Slain God  
5. At the Gates of Understanding
6. Parasu Blade  
7. Sign of Apophis     
8. Into the Nameless Night         
9. Venomous Tears (Mourn of the Unholy Mother)    
10. Death

Band:
Necrosodom – voce, chitarra
Inferno – batteria
Bart – chitarra
Peter – basso

 

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