Earthquake Terror Noise – Novembre 2014

“Beata gioventù!” A volte la fretta, l’impazienza, lo scalpitare continuo, il voler essere presenti e protagonisti ad ogni costo in una scena attivissima come quella del thrash metal nazionale attuale, può portare ad eccessi, a strafare o molto piùsemplicemente ad essere superficiali nelle scelte. Una scena che non aspetta nessuno può sicuramente essere uno svantaggio per chi insegue, ma per duellare ad armi pari bisogna prepararsi a dovere e non scivolare nell’auto compiacimento e nell’auto ironia forzata, rischiando solo di perdere ulteriore terreno con altri complessi più‘maturi’ che viaggiano spediti già  da un po’di tempo.

La qualità  necessita lunghi periodi di lavorazione per essere sviluppata correttamente, e qui, per colpa della fretta, ‘Into The Slaughter’ è solo un disco discreto (con 2 canzoni eccezionali ‘Arcadia’ e ‘Feast Of Blood’) che poteva essere buono, se non addirittura ottimo se solo fosse stato maggiormente curato in fase di arrangiamento e concepito con una testa diversa. Ma ci sono già  troppi ‘se’ che girano! Questo è il mio punto di vista, ed è irremovibile! Capisco che quando ti senti ‘pronto’ ad ‘andare’ – devi andare per forza, specie quando hai 20 anni e vuoi prendere a calci in culo il mondo”… non ci sono alternative! Ripeto: beata gioventù! Fattostà  che si compiacciono molto dei loro pezzi i giovani thrashers milanesi Blindeath, ma le loro composizioni non possono e non devono piacere solo a loro, ai loro amici, cugini e parenti tutti, devono essere anche competitive per avere un certo tipo di riscontro!

Ad un primo giro del cd, gli ascoltatori più‘attenti’ e ‘smaliziati’ capiranno subito che qui manca qualcosa, e quello che manca è una lunga e ragionata pre-produzione! Le capacità  per fare bene, specie a livello tecnico (ottimi i fraseggi delle chitarre) ci sono davvero tutte. La mia recensione non è da intendersi come una stroncatura, questo assolutamente no, ma deve servire per spronare a fare sempre meglio, sperando che in futuro la band possa lavorare con serenità  e pazienza, dato che al momento non deve dimostrare di essere superiore a niente a nessuno. Ci vuole maggiore applicazione nel rifinire e sgrezzare il ‘tupa tupa or die’ senza compromessi che al momento è indirizzato unicamente verso un pubblico di giovanissimi che pensa solo a divertirsi, bere birra a fiumi, pogare col cappellino girato al contrario e fare tanto, ma proprio tanto casino. A tal proposito ‘Welcome To The Thrash Party’ è il brano piùdivertente che abbia ascoltato negli ultimi periodi! Questo disco è strutturato male e manca di qualcosa. Che cosa? Bene ve lo spiego: ‘Blood & Guts’ è un buon brano ma non è il brano da mettere li in apertura del disco. Poteva esserci benissimo un altro del lotto e la cosa non sarebbe cambiata affatto, dato che manca un’opner vera e propria, non c’è il brano che ti sorprende, quello che ti fa sobbalzare dalla sedia al primo ascolto. ‘Murdered By The Beast’ con il suo cantato singhiozzante che tenta di avvicinarsi al Mick Muir dei bei tempi che furono, messo in coda del debole brano di apertura non ci sta proprio bene. Comunque sia, il trenino dei Blindeath se ne frega di me e prosegue imperterrito la sua folle corsa attraverso le bordate di ‘Toxic War’ e ‘Moshing Maniax’ con un inizio accattivante e doverosamente slayeroso ma non viene sviluppato a dovere, dato che l’ignoranza da casa popolare di Loreto prende subito in mano le redini della situazione con quello stacco come ne abbiamo sentiti a migliaia e total-fucking-mosh ripetuto e abusato da questi sciagurati monelli.

Con ‘Arcadia’ ritorna il sorriso sulle labbra perché questo brano è strutturalmente splendido e l’assolo è il migliore ascoltato finora, brano dinamico con la sua coda strumentale arpeggiata ‘2977’. ‘Rebels Die Hard’ è un delirio privo di qualsiasi sensatezza compositiva e vede l’amico GL Perotti (Extrema) prendere possesso di alcune strofe e di buona parte del ritornello che, volenti o nolenti, si conficca come un chiodo arrugginito in testa, ma la canzone è davvero poca cosa. Chiudiamo le danze con la già  menzionata ‘Feast Of Blood’ (una ‘Pleasure Of The Flesh’ mascherata ad opera d’arte?) e per una volta ascoltiamo qualcosa composto con la ‘cabeza al posto giusto’, finalmente una canzone che ha delle coordinate precise da seguire, e si assesta su livelli alti. Ottimo il breve giro di chitarra quasi pulito e decisamente ispirato dall’Adrian Smith del periodo ‘evoluto’ dei Maiden ‘86/’88, e guarda caso ha subito colpito la mia attenzione! Mi sono divertito tantissimo ad ascoltare ripetutamente questo disco, e si vede chiaramente che i Blindeath si sono fatti il culo lavorando sodo per tirare su ‘sti 30 minuti’ di massacro privo di controllo. Tutto sommato se questo è un inizio è pur sempre un inizio confortante che fa ben sperare per il futuro della band. Ma ripeto: per me il thrash metal è sempre stata una cosa dannatamente seria”…ma aimè, i miei vent’anni sono passati da un po’”… beata gioventù!

Tracklist

1. Blood And Guts
2. Murdered by the Beast
3. Toxic War
4. Moshing Maniax
5. Arcadia
6. 2977
7. Rebels Die Hard
8. Welcome To The Thrash Party
9. Feast Of Blood

band:

Gioele ‘The Butcher’ Zoppelaro – voce
Danilo Sunna – batteria
Luca Frisenna- basso
Simone Aiello – chitarra

 

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