2023 – Decibel Cooper Recordings/BMG

A distanza di tre anni dal precedente ed assai di successo “CMFT“, ecco il secondo capitolo del progetto solista dello storico leader degli Slipknot e degli Stone Sour, il solo, unico ed inimitabile Corey Taylor.

Il disco si intitola semplicemente “CMF2” ed è un lavoro assai più vario rispetto al precedente lavoro, che ho recensito all’epoca della sua uscita e mi piace ancora parecchio. Un lavoro assai ambizioso, che Corey stesso definisce un po’ per provocazione “il migliore disco che potrai ascoltare anche nel 2024”. Affermazione che suona un po’ esagerata, ma sicuramente siamo di fronte ad un bel disco, che dimostra quanto sia versatile Taylor nelle sue composizioni.

Spazio dunque a ballad, puro rock, punk, hardcore ed heavy metal di stampo classico in tredici canzoni, prodotte dallo stesso Taylor insieme a Jay Ruston, già produttore del primo “CMFT” e anche di “Hydrograd” degli Stone Sour.

Corey vuole sperimentare e consolidare la forza della sua band, dichiarando che:

“Il mio primo album da solista era un po’ il mio punto di partenza. Questo disco è più che altro la direzione che stiamo prendendo”.

La copertina rappresenta le varie maschere che Corey ha indossato nella sua pluriennale esperienza con gli Slipknot, accanto a personaggi comuni. Vari singoli sono già passati e sono in programmazione nelle principali radio rock italiane e quindi si è molto pratici con l’aggressiva “Talk Six“, la punkeggiante “We Are the Rest” e un pezzo che ha davvero avuto successo in termini radiofonici, vale a dire “Beyond“. La band è assai compatta e l’accoppiata di chitarristi formata da Zack Throne e Christian Martucci, macinano riffs senza interruzione.

Un lavoro che si apre con un pezzo assai insolito per chi associa Taylor a canzoni che ti scuotono dall’inizio alla fine. Sto parlando di “The Box“, pezzo dall’atmosfera countryeggiante, in cui Corey suona persino il mandolino e che mi ha ricordato qualche canzone con le stesse influenze degli Aerosmith.

Segnalo tra i pezzi maggiormente riusciti , “Post Traumatic Blues” (la seconda traccia del lavoro) che è un deciso tuffo nel passato degli Stone Sour, con il brano dominato da un groove inconfondibile e dal growl di Taylor.

Momenti di calma invece sono presenti in “Midnight” ,che vede anche l’uso di violini nel pezzo e soprattutto “Breath of Fresh Smoke“, uno dei miei pezzi preferiti del lavoro, assai radio friendly e che mi immagino in qualità di compagna ideale in strade lunghissime circondate da splendidi paesaggi naturali.

I due pezzi conclusivi sono “All I Want is Hate” e “Dead Flies”. Due pezzi assai diversi da loro, per la verità. Il primo è il pezzo più tirato dell’intero lavoro. Pura violenza sonora ed incedere hardcore in territori assai vicini a quelli dei Life of Agony o Sick of It All. “Dead Flies” è invece il pezzo con maggior minutaggio del lavoro e ti sorprende perché sa essere come la luna ed il sole.
In penombra nella parte iniziale, come una luna che si nasconde sorniona nel cielo e solare e passionale nella seconda metà, senza poterti dare scampo.

Questo lavoro arriva in un momento particolare per gli Slipknot ,dove la band ha pure perso il suo contratto discografico e che con l’ultimo “The End, So Far” ha sperimentato moltissimo territori assai distanti dai canoni della band.

Con gli Stone Sour in pausa a tempo indeterminato e con gli Slipknot con un futuro incerto e da scrivere, questo lavoro arriva in un momento particolare per Taylor e come sempre dico per tanti artisti, si spera di vederlo anche in Italia, per eseguire dal vivo questo lavoro.

Mauro Brebbia.

Tracklist:
1. The Box
2. Post Traumatic Blues
3. Talk Sick
4. Breath of Fresh Smoke
5. Beyond
6. We Are the Rest
7. Midnight
8. Starmate
9. Sorry Me
10. Punchline
11. Someday I’ll Change Your Mind
12. All I Want is Hate
13. Dead Flies

Band:
Corey Taylor (voce/chitarra)
Zach Throne (chitarra solista/ritmica)
Dustin Robert (batteria)
Christian Martucci (chitarra ritmica/solista)
Eliot Lorango (basso)

 

Mauro Brebbia
Author

Comments are closed.