Sono due le regole che Rou Reynolds stabilisce come linee guida per passare insieme il migliore dei sabati sera. Regola numero uno: “look at each other” ci dice, perché fuori da queste 4 mura, c’è discordia, divisione, mentre qui dentro celebriamo l’unione e il sano divertimento. Regola numero due: “dance like nobody’s watching“, ballate, ballate e ballate!

E questo abbiamo vissuto all’Alcatraz sabato sera 4 novembre 2023, fra i poghi di un pubblico che salta emozionato, in qualche modo spingendosi ma abbracciandosi. Ci eravamo salutati allo Slam Dunk di Bellaria a inizio giugno, dove avevano dovuto selezionare una scaletta più contenuta data la line up alquanto affollata, ma lasciando comunque il segno.

Prima di loro i Lake Malice, il duo alt metal composto da Alice Guala alla voce e Blake Cornwall alla chitarra, accompagnati da una giovanissima e talentuosa batterista Emily Ainger. Vengono da Brighton, ma Alice, muovendo la coda argentata per il palco fra un growl e l’altro, ci informa con un italiano autoctono che è originaria di Vercelli, che ascoltava gli Enter Shikari da quando aveva 16 anni e per lei essere in questo tour è un sogno diventato realtà.

Setlist
1. Magic Square
2. Power Game
3. Black Turbine
4. Creepers
5. Bloodbath
6. Mitsuko
7. Stop The Party
8. Blossom 

Quella dei Shikari è stata percepita da tutti come festa intima fra vecchi amici e questa dimensione è stata sicuramente favorita dalla scelta di utilizzare il ridotto dell’Alcatraz.
Con estrema puntualità alle 21 sullo sfondo compare il giglio rosso sorto dalle ceneri di “A Kiss For The Whole World”, l’ultimo album uscito ad aprile di quest’anno, e la band si lancia sul palco scaldandoci con “(pls) set me on fire”. I brani del nuovo album sono incastonati nella setlist alternati a pezzi iconici del gruppo britannico, quei pezzi che i protagonisti del circle pit di sabato sera hanno scolpiti nel cuore e ripetono a memoria. Di fatti gli Enter Shikari non sono solo quelli di “Sorry you’re not the winner”, il pubblico è diventato un unico corpo che salta e canta durante “Arguing With Thermometers” e “Anaesthetis”.

I fan più veterani si saranno accorti di quanto effettivamente il sound Shikari si orienti sempre più verso un’esplosione di gioia, synth e colori, superando i toni più tipicamente metalcore degli inizi.
Highlights della serata: il crowd surfing serrato del pubblico durante “It Hurts” – che ha reso la resa dal vivo di uno dei pezzi più riusciti dell’ultimo album ancora più intenso -, le “four songs in seven minutes”, un rush energico e folle già proposto allo Slam Dunk dei brani “Havoc B”, “Bull”, “The Last Garrison” e “Sorry you’re not the winner”, l’ improvvisa comparsa di Rou in mezzo al pubblico che inizia a recitare (e poi cantare) una perla inaspettata in scaletta “System…” “Meltdown” che ha provocato un boato generale e infine la personale nuotata di Rou durante “Leave Outside” (purtroppo unico brano proposto dell’album The Spark).
Che dire è la seconda volta quest’anno che mi ritrovo in mezzo alla festa firmata Shikari e che rivedo il sorriso sornione di Reynolds. Forse non ne ho ancora abbastanza.

Testo di Lucia Rosso
Foto di Moira Carola

Setlist

(pls) set me on fire
Sssnakepit
Juggernauts
Anything Can Happen in the Next Half Hour…
Interlude 1
Labyrinth
A Kiss for the Whole World x
The Void Stares Back
Anaesthetist
Bloodshot
Arguing With Thermometers
satellites* *
It Hurts
Havoc B
Bull
The Last Garrison
Sorry, You’re Not a Winner

ENCORE:
System…
…Meltdown
Live Outside
{ The Dreamer’s Hotel }

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