“L’ascolto crea un’elevata dipendenza”: è questa l’avvertenza che, a mo’ di pacchetto di sigarette, i Great Master, avrebbero dovuto apporre sulla cover del loro nuovo discoMontecristo”.

Il concept album, pubblicato il 21 settembre, per Underground Symphony, è la sesta fatica in studio della band veneziana.

Il nuovo lavoro, di Jahn Carlini e soci, narra le vicende tratte dal romanzoIl Conte di Montecristo” di Alexandre Dumas.

La splendida immagine di copertina è stata realizzata dallo stesso Jahn Carlini, che si è lasciato ispirare da due opere: “La veduta del Castello di Tantallon” e “Il viandante in un mare di nebbia”.

Cover “Montecristo”

Brano dopo brano, vale la pena di andare ad analizzare questo full-lenght.

Great Master live at ArciTom Mantova

Le Pharaon” e “Back Home

Il romanzo inizia con il marinaio Edmond Dantès, a bordo della nave Le Pharaon, di ritorno dall’Isola d’Elba, diretto verso la sua città natale Marsiglia. Durante il viaggio, il protagonista, si ritrova a governare la nave, a causa della morte del capitano. Come se non bastasse, il capitano, gli affida una lettera da consegnare ad un messo al suo arrivo. Una volta arrivato a destinazione, ad attenderlo, ci sono Mercédès, sua promessa sposa, ed il padre malato, con il quale vuole finalmente ritrovarsi. Appena sbarcato, il marinaio, viene ufficialmente nominato capitano dal suo armatore Morrel.

“Le Pharaon”, intro tastieristica, contraddistinta da sonorità marinaresche, segna l’apertura del disco ed anticipa “Back Home”, che irrompe con enfasi, si sviluppa con un incalzante epic sound e si conclude tra sussurri e cupi fraseggi, lasciando un senso di incertezza e di negatività in chi ascolta. Attraverso questi primi due brani, si ha la sensazione di trovarsi immersi nell’avventura. Queste prime tracce, raccontano al meglio l’inizio del romanzo, esprimendo lo spirito d’avventura e lo stato d’animo carico d’entusiasmo che pervadono il protagonista, per poi cambiare rotta e concludersi lasciando presagire qualcosa di negativo, che si verificherà in seguito.

Great Master Live

The Left Hand Joke

Per Dantès però, non ci sono soltanto volti amici a Marsiglia. Danglars, lo scrivano de Le Pharaon, è in preda alla gelosia, perché credeva in una sua nomina a capitano. Fernand Mondego è innamorato di Mercédès ed infuriato perché è stato respinto. Caderousse è infastidito dai continui successi di Edmond. I tre, una sera, si trovano a bere in una locanda. Mossi dall’alcool e dall’ostilità, decidono di sfruttare la lettera in possesso di Dantès, per denunciarlo come agente bonapartista. In quel periodo, Napoleone, era infatti esiliato all’isola d’Elba ed il governo francese, preoccupato da un eventuale ritorno, riservava un pessimo trattamento a chi lo supportava. La lettera di denuncia, per paura che l’autore venisse identificato, viene scritta con la mano sinistra (da qui il titolo della canzone). Di conseguenza, Dantès, viene arrestato. Villefort, il magistrato, capisce subito che si tratta di una falsa accusa, ma leggendo la lettera in possesso di Edmond, scopre che è destinata ad un vero agente bonapartista: suo padre. Bruciata la prova, a Villefort, non resta che eliminare anche l’unico testimone e per questo imprigiona Dantès al Castello di If.

“The Left Hand Joke” è un’autentica cavalcata Power Metal, nella quale sono protagoniste le chitarre, oltre ad una prestazione vocale di Stefano Sbrignadello da pelle d’oca. L’orchestrazione ed i cori, vanno a confezionare un altro brano molto riuscito, che trasmette alla grande il mood della narrazione.

Where The Shame Lives

Dantès, incredulo, viene portato in nave alla prigione, dove prova inutilmente ad avanzare ricorsi, sempre respinti. Esser rinchiusi al Castello di If è sinonimo di infamia e solitamente gli “ospiti” non fanno più ritorno.

In “Where The Shame Lives” tornano le atmosfera marinaresche, che rendono egregiamente l’idea del viaggio in nave. Il tono è dimesso, esprime senso d’inquietudine, tristezza, rassegnazione.

Great Master live at ArciTom Mantova

I Am The Master

Una volta richiuso, Dantès, disperato, tenta più volte il suicidio. Tutto però cambia, quando nella sua cella arriva l’abate Faria, anche lui prigioniero politico, che nel tentare la fuga ha scavato un tunnel, ma sbagliando i calcoli si è ritrovato al cospetto di Edmond. I due legano molto, Faria si fa raccontare da Dantès le sue vicissitudini e capisce immediatamente come sono andate le cose, quindi spiega al capitano di quale tranello è stato vittima. Per molto tempo l’abate istruisce Dantès, accrescendo la sua cultura generale e insegnandogli anche a combattere. Più passa il tempo e più in Edmond si radica la volontà di vendicarsi.

“I Am The Master” racconta questo periodo, con un’interpretazione sontuosa del cantante e una melodia farcita da grandi accelerazioni. Il brano fotografa esattamente i momenti frenetici dell’apprendimento e fa intuire lo spessore della personalità del Maestro Faria.

Great Master live

Your Fall Will Come

Ed eccoci al momento della fuga. Faria, che soffre di epilessia, muore a causa di tre forti attacchi ravvicinati. Dantès, sostituendosi al cadavere, riesce finalmente ad evadere dopo 14 anni di prigionia. Dopo essersi trovato in mare aperto, durante una tempesta, viene salvato da un’imbarcazione di contrabbandieri italiani, che fanno rotta proprio sull’isola di Montecristo, dove grazie ad una mappa consegnatagli dall’abate, riesce a scovare un inestimabile tesoro. Successivamente Edmond, prima di ritornare in Francia, si fa nominare Conte di Montecristo dalle autorità italiane. Da qui, inizia la fase di preparazione alla vendetta.

Il titolo della canzone, “Your Fall Will Come”, è la frase che il protagonista si è ripetuto continuamente per i 14 anni trascorsi in cella. Il brano sprigiona una grande energia, che fa trasparire tutta la sicurezza e la carica del Conte. Le chitarre sono protagoniste, Sbrignadello va a toccare le note più alte del suo registro vocale, il ritmo è aggressivo e si è di fronte, ancora una volta, ad un brano perfettamente riuscito.

Great Master live

Nest Of Stone

Siamo di nuovo a Marsiglia. Il Conte di Montecristo è un uomo profondamente cambiato, irriconoscibile, sia dal punto di vista fisico, che da quello interiore. Per raccogliere informazioni riguardanti le persone che lo hanno tradito e quelle che invece gli sono state leali, assume diverse identità. Tramite Caderousse, al quale si presenta come l’abate Busoni, scopre che Mercédès si è sposata ed ha avuto un figlio da Mondego e che suo padre è morto di stenti mentre lo aspettava. Questo è un momento di grande sconforto per Edmond, che vede i suoi affetti svanire e fatica ad avere una visione positiva sul futuro.

“Nest Of Stone” è la ballatona di Montecristo. Con una forte presenza del pianoforte, esprime tutta l’amarezza che attanaglia Dantès. La malinconia prende il sopravvento ed il risultato è quello di un pezzo che trasmette un’elevata intensità emotiva.

My Name

Edmond è ossessionato dalla vendetta e per ottenerla, come già detto, assume diverse identità. In questa traccia si raccontano le vicende inerenti ad alcune identità adottate. La prima è quella dell’abate Busoni, della quale vi ho precedentemente raccontato. La seconda è quella di Lord Wilmore, attraverso la quale andrà a trovare il vecchio amico Morrel, trovandolo in balia di grossi problemi finanziari e decidendo di aiutarlo.

“My Name” è l’ennesimo brano azzeccatissimo. I cori e le orchestrazioni, vanno a dar vita ad una composizione maestosa, che segna il passaggio dalla malinconia della traccia precedente, alla carica di quelle successive.

Great Master live at ArciTom Mantova

Man Of The East

Dantès raccoglie informazioni sui suoi nemici e viene a sapere che hanno avuto successo. Villefort è ai vertici della società parigina, Mondego ha fatto carriera militare e Danglars, divenuto Barone, è un banchiere. A questo punto, Edmond, decide di andare in Oriente, dove resterà 9 anni, per acculturarsi ulteriormente. Impara la cultura orientale, l’alchimia e a produrre veleni, inoltre si crea una rete di contatti fidati in tutta Europa, composta anche da spie, ladri ed assassini, tramite i quali inizia ad agire contro i suoi nemici.

“Man Of The East” parte con una melodia che richiama chiaramente il mondo orientale, poi si scatena con chitarre incazzate, sfuriate di batteria e un’esaltante performance vocale di Sbrignadello. Il risultato è la traccia la più speed-metal dell’album.

Great Master Live

The Weak Point

Dopo aver scavato nel passato dei suoi nemici, il Conte, si prepara a colpirli nei loro punti deboli (ecco spiegato il titolo della canzone).

“The Weak Point” è il tipico pezzo che ti entra subito in testa. Le sonorità proposte, donano un senso di eleganza e maestosità, anche grazie ai cori, che sono ormai costantemente e magistralmente utilizzati dai Great Master.

Great Master live at ArciTom Mantova

The Final Revenge

Dantès fa morire Caderousse per mano di un complice e spinge al suicidio Mondego, dopo averlo disonorato davanti a tutta la nobiltà parigina. Poi, Edmond, rovina Villefort facendo suicidare moglie e figlio. Infine, il Conte, fa rapire Danglars, lo imprigiona e lo manda in bancarotta. La soddisfazione, per aver ottenuto vendetta, lascia però presto il posto ad una sensazione di disagio, quando si rende conto che, le sue azioni, stanno per rovinare anche persone innocenti.

“The Final Revenge” è contraddistinta da continue variazioni di tempo e di atmosfere. Il ritmo sostenuto e l’alta intensità, regalano la perfetta visione del momento in cui, Dantès, da sfogo alla sua voglia di vendetta.

Great Master live at ArciTom Mantova

October 5th (Wait And Hope)

La vendetta è compiuta. Il Conte, prima di ritirarsi sull’isola, vuole però compiere un bel gesto, in pratica la sua redenzione. Valentine, la figlia di Villefort, è innamorata del figlio di Morrel, indebitato dopo la morte del padre. Dantès induce la ragazza ad uno stato di morte apparente, grazie ad una delle pozioni che aveva imparato a fare nel suo viaggio in Oriente. Il figlio di Morrel, dopo aver ricevuto la tragica notizia, decide di suicidarsi e si reca sull’isola per farsi dare un veleno da Edmond. Al suo arrivo però, il 5 ottobre, trova Valentine viva. Il Conte, lascia in regalo, ai ragazzi, parte delle sue ricchezze e se ne va, senza salutare, lasciando il messaggio si speranza “aspetta e spera”. Dal suo messaggio, nasce il detto, ancora in uso oggi. I due ragazzi poi si sposeranno.

“October 5th (Wait And Hope)” parte subito con un ritmo incalzante, chitarre e tastiera sono in bella mostra, la grande prestazione vocale di Stefano Sbrignadello spicca, ancora una volta, con il consueto botta e risposta con i cori. La cura e l’attenzione ai dettagli nella composizione sono maniacali, come d’altronde è evidente in tutto il disco.

Great Master live at ArciTom Mantova

Montecristo

Il romanzo si è concluso e arriva il momento della riflessione, quando si traggono le conclusioni. La title-track è esattamente questo, una riflessione sul fatto che, la storia, non abbia una conclusione poi così positiva. La vendetta, sfociata in una rabbia cieca, ha travolto tutto e tutti. La situazione è sfuggita di mano ed il Conte di Montecristo, finisce per mostrare il suo lato più oscuro.

Con “Montecristo”, i Great Master, ci regalano l’ultima perla del loro lavoro. Sono costretto a ribadire, che nuovamente, hanno centrato in pieno l’obiettivo, traducendo perfettamente in musica le emozioni che si racchiudono nel significato della canzone. Un altro tripudio di voci e strumenti che si vanno a miscelare in una pozione esplosiva. La prima immagine che mi venuta in mente, ascoltando quest’ultima traccia, è proprio quella della cover del CD.

L’albumMontecristo” è una vera gemma. I Great Master si sono superati ed hanno mostrato tutto il loro spessore artistico, confermandosi tra le migliori band a livello nazionale. Ripercorrendo le gesta di Edmond Dantès, in questo fantastico viaggio, costruito in 13 capitoli, il gruppo veneto ha saputo trasmettere, magnificamente, tutti i sentimenti e le sensazioni che pervadono il protagonista. Il disco non ha punti deboli, è avvincente, è un crescendo di emozioni, è ricco di pathos e teatralità. Appena terminato l’ascolto, la tentazione di ricominciare da capo è forte. “Montecristo” è sicuramente tra gli album Power Metal più belli usciti negli ultimi anni. Se non lo avete ascoltato, fatelo, non ve ne pentirete.

Great Master live at ArciTom Mantova

Formazione:

  • Stefano Sbrignadello – Voce e Flauto
  • Gianluca “Jahn” Carlini – Chitarra
  • Manuel Menin – Chitarra
  • Giorgio Peccenini – Tastiere
  • Massimo David – Basso
  • Denis Novello – Batteria
  • Simone Morettin (Guest) – Batteria
Great Master Live

Comments are closed.