Solo ora, a distanza di qualche giorno dal riuscitissimo show dei Guns N’ Roses allo stadio San Siro di Milano di domenica 10 luglio 2022, riesco a scrivere una recensione totalmente obiettiva e sincera di questo evento. Ci sono stati 40000, 50000, 53000 spettatori? Questo, non si sa, perché ogni media scrive la propria. Di certo è che la band ha letteralmente conquistato ancora i numerosi fans italiani, ma anche stranieri presenti.

Un concerto che ho vissuto in maniera intensa da diversi mesi, visto che molti mi conoscono per essere a capo del fan club (non ufficiale) dei Guns N’Roses in Italia. O perlomeno quello con più successo e nato prima di chiunque altro! Per due mesi, ricevevo messaggi di persone che “vendevano biglietti”, “ho preso Covid e non posso andare”, “Ho altri concerti a cui ho dato priorità o non posso per lavoro”. Bene, le premesse non erano buone.

Come non erano buone le premesse, vedendo gli openers Dirty Honey e Gary Clark Jr., esibirsi davanti ad uno stadio ancora ampiamente vuoto(i primi) e con la gente che stava arrivando (il secondo).

Mi soffermerò brevemente su questi openers. I primi – in decisa rampa di lancio – hanno suonato una mezz’oretta scarsa, con un sound pessimo e sotto un sole assai cocente. Hanno comunque conquistato i presenti, con il loro rock influenzato certamente da bands come Aerosmith e Guns N’Roses, ma io citerei anche e soprattutto i primi “The Black Crowes”, specie per il look.

Foto di Sara Galassi:

 

 
 
 
 
 
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Puntuale come un treno svizzero, è salito sul palco di San Siro, anche Gary Clark Jr., chitarrista carismatico che ha aperto già parecchie date di Eric Clapton e The Rolling Stones e tanti altri.
Con un cappello caratteristico e circondato da una band assai coreografica per look, ha regalato un ottimo antipasto, prima della portata principale. Molto blues, concentrato sul suonare, dotato di una voce molto calda. Io lo definirei un misto di Jimi Hendrix e Lenny Kravitz, ma con venature sparse di Ben Harper qua e là. Non so se il contesto di un grande stadio sia stato il massimo per apprezzarlo, ma sostanzialmente la sua prestazione è stata dignitosa e non fischiata. Di certo non ha trionfato, ma manco perso.

Ma torniamo alla big attraction, i Guns N’ Roses! E’ la mia diciassettesima volta con loro e se a cinquantadue anni suonati, riescono a darmi ancora tante emozioni, ci sarà un perché. Tatuati sul mio corpo, complici di tanti momenti positivi e negativi della mia vita, certamente e senza possibilità di smentita, sarei un Mau diverso senza loro. In tipico stile Guns N’Roses e in barba a patetici countdowns (n.d.a li vedo solo in Italia e solo per loro e nessun altro artista), l’imprevisto ha colpito ed agitato i fans.

Nelle due date di Londra al nuovo Tottenham Hotspurs Stadium (gran location ma con fonici che al posto di lavorare in uno stadio di una squadra mitica, dovrebbero lavorare senza offesa per una squadra di Seconda Categoria In Italia e con disastri su resa sonora della band), Axl Rose (come ogni cantante ,anche di bettole) ha avuto problemi di voce. Nella seconda, da “Estranged” ha dovuto cantare con un registro vocale molto basso, che onestamente tanti apprezzano. Me compreso!
Subito dopo, sono apparse notizie senza senso, rilanciate da pagine sudamericane senza senso, che parlavano di attacchi d’ansia del rosso di Lafayette (nda ci vivete insieme) o da pagine italiane che alimentavano dubbi su dubbi con vari punti interrogativi in post che definire nonsense è un complimento.

“Axl è risultato positivo al Covid”, “La band tornerà negli Stati Uniti e il tour sarà sospeso”, “Non ci vogliono dire la verità” e altre amene considerazioni.

La verità è che Axl è stato fermato dal medico, ha riposato, hanno soltanto rimandato la data successiva a Glasgow e il tour è proseguito con la data a Monaco di Baviera, dove forse ha cantato ancora un po’ col freno a mano. C’erano dubbi e forti anche sulla loro accessibilità verso i fans. Tutto smentito dall’incontro all’aeroporto di Malpensa di Axl, con due fortunatissimi fans, sabato e con le foto al suo checkout ieri con vari fans italiani fuori dall’hotel.

La disponibilità di Duff McKagan è stata immensa con chiunque abbia avuto piacere di incrociarlo.
Slash non si è visto, come chiunque della band, eccetto Frank Ferrer.

Ma torniamo al concerto! La band è assolutamente puntuale on stage. I ritardi del passato e in alcune date di questo tour, sono superati. Ritardi, dovuti a pessima organizzazione e non imputabili alla band. Dalle note introduttive di “It’s so easy“, la band ha dimostrato di essere agguerrita e di sapere ancora infiammare i suoi fans.
Ok, non c’è un disco nuovo (se non due singoli riregistrati da questa line up o meglio suonati live da questa lineup, “Absurd” e “Hard Skool”) e il palco rimane sostanzialmente quello del precedente “Not in this lifetime“.

Non c’è nessun fotografo accreditato sottopalco. Onestamente, non condivido questa scelta della band, ma la rispetto! Subito è apparso, che aldilà delle solite stronzate noiosissime tipo “Axl è finito”, “Axl sembra Benny Hill”, “Slash sa solo suonare in un modo e altri lo umiliano” o “Duff è troppo decentrato rispetto agli altri due” o “Gli altri sono solo una coverband”, la band era in grande spolvero e davvero affiatata.

Foto di Sara Galassi e Chiara Schiavone:

 

 
 
 
 
 
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Quasi tre ore di concerto, dove sono stati eseguiti i grandi classici della band tipo “Welcome to the jungle” (onestamente con un Axl sottotono in questo pezzo), “Sweet child o’ mine” (emozionante sempre), “Mr Brownstone” e una monumentale “Nightrain” suonata prima dei bis, con un “Axl is on fire”, visto che hanno suonato nello Stadio della Squadra Campione d’Italia 2021/2022.
Ho notato una grande chimica tra tutta la band. Nessuno è un gregario, anche se i tre Gnr storici, molti li notano di più.

Straordinaria la prestazione di Richard Fortus, a cui (come altre volte) sono state affidate varie parti soliste e con Slash totalmente indemoniato nei suoi assoli e che ha indossato per tutto il tempo una maglietta dei Ramones, con i caratteristici occhiali a specchio e Rayban ad accompagnare. Axl si sarà cambiato diverse volte, ha corso come un pazzo. E’ in perfetta fisica, così la piantano di dire che è grasso, gente che ha foto profilo in cui sono calvi, grassi e con rughe. Arrivateci voi a sessant’anni suonati, così! Grazie!

L’interazione col pubblico è stata minima e necessaria, ma i sorrisi di tutti i componenti, lasciavano immaginare che per ennesima volta era la data più calda di tutto tour europeo.
Ipotesi confermata, anche da un “tweet” entusiasta di Slash che ha definito il pubblico come davvero appassionato. Molte covers sono state eseguite, compresi i vari accenni di “Blackbird” dei “The Beatles” (prima di “Patience”) o la jam blues prima di “Sweet child o’mine”.

Ormai “Wichita Lineman” di Jimmy Webb è un must dei loro concerti e la sanno eseguire meglio di tantissimi altri che si sono cimentati con questo classico. “Absurd” è stata perfetta per prestazione, con un Axl davvero in palla. Non riesco ancora totalmente ad apprezzare sia la cover di “Slither” dei Velvet Revolver (Scott era unico per questo pezzo) o “Better“, tratta da “Chinese Democracy” In cui Robin Finck dà certamente emozioni migliori che lo storico Slash.

November Rain” è stata fantastica, con tutti quei cellulari che illuminano San Siro e ha segnato il n.9, Axl Rose! In questo tour le varie novità sono rappresentate da “Reckless life“, pezzo davvero eseguito con un registro letale da Axl e tratto da “Gnr Lies” o meglio ancora “Live like a suicide”, “Walk all over you” degli Ac/Dc, eseguita alla maestria dalla band e con un Axl che ha dimostrato perché fu scelto dagli Ac/Dc per un prosieguo di un tour mondiale. Un giusto tributo a Bon Scott da un cantante carismatico.

Non sono state eseguite per questa data, vari pezzi che sono citati come “Alt songs” (vale a dire che possano essere suonate o meno), come “You’re crazy” (sia Afd version sia Lies version), “Back in black”(Ac/Dc), “Street of dreams” (forse meglio così, perché in alcune precedenti date era come una ciambella ancora non ben cotta) o altre.

C’erano anche molti adolescenti e bambini, accompagnati da genitori e fratelli. La fede Gunner si tramanda di generazione in generazione. La band ha ancora mandato in visibilio i suoi fans italiani, che ricorderanno per sempre qualche torrida serata di Luglio. Anche se in alcuni frangenti, un gradevole refrigerio è stato ben gradito dai presenti. La sicurezza non ha fatto mancare nulla ai presenti, con aiuti e comunque acqua.

Protagonista anche di molte chiacchiere è stato l’addetto alla sicurezza Ivano Montani, che è diventato un personaggio “dell’Internet”, dopo le sue facce schifate al grande evento gratuito in Piazza Duomo “Love Mi”. A questo giro, pure Ivano ha apprezzato.

I Gnr torneranno in Italia, quando? Non si sa ancora la risposta, ma sono certo che tanti sperano in un loro rapido ritorno.

Mauro Brebbia.

Setlist:
It’s So Easy
Mr. Brownstone
Chinese Democracy
Welcome to the Jungle
Slither (Velvet Revolver cover)
Double Talkin’ Jive
Walk All Over You (AC/DC cover)
Reckless Life
Estranged
Live and Let Die (Wings cover)
Rocket Queen
You Could Be Mine
I Wanna Be Your Dog (The Stooges cover)
Absurd
Hard Skool
Civil War
Sweet Child o’ Mine
Better
November Rain
Wichita Lineman (Jimmy Webb cover)
Knockin’ on Heaven’s Door (Bob Dylan cover)
Nightrain
Encore:
Patience
Don’t Cry
Paradise City

 

 
 
 
 
 
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Mauro Brebbia
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