Non starò ad annoiarvi andando a vedere il pelo nell’uovo allargando l’orecchio per sentire se i fonici hanno fatto un bel lavoro o per tener d’occhio quanto sia o no in forma l’artista di turno, vi parlerò invece di un FESTIVAL a dir poco perfetto sia come band che come organizzazione. Sono all’Hellfest di Clisson, Francia…

Un festival magistrale che ha inizio per me giovedì 16 Giugno appena preso posto nell’enorme camping. Tempo di una dormita tra gli schiamazzi alcolici dei metallari e al risveglio, dopo un caffè preso d’assalto al supermercato delle vicinanze, si parte subito per il first main stage con i Valient Thorr subito ad aggredire il palco. Sole, nuvole pioggia e sole e via con i Suicide Silence sul second main stage; bravi. In sottofondo arrivano le note dei Malevolent Creation, un giro tra le bancarelle dell’Extreme Market e via con The Answer e i pesanti Dagoba che possono vantare una nutrita schiera di fan.

Sono le 15:30 quando gli Alter Bridge prendono posto sul first main stage per una prova superlativa; fantastici. Scorrono i Maximum ma si rimane su questo palco perchè piùtardi suonano i Cult; un brivido di piacere. Maestri. E mentre sul second main stage scorrono gli storici punkettoni The Exploited non mi muovo dalle transenne in attesa dei Down di Phil Anselmo e soci. Pesanti e rocciosi con un Phil tornato in gran spolvero come ai tempi degli adorati e rimpianti Pantera; goduria. Si fa sera e sarà  una serata incredibile con le performance di Iggy Pop, Morbid Angel, Rob Zombie ed In Flames. E tutti dannatamente in forma!

Riposo in vista del Sabato e la mattina, dopo il solito assalto di battaglione al supermarket arrivo in tempo per godermi l’inizio di ciò che sarà  la giornata thrash per eccellenza: via con i Whiplash intorno a mezzogiorno, poi di corsa al first stage per godermi la prova fantastica degli storici Angel Witch davvero compatti e da pelle d’oca e poi via a tuffarsi nuovamente verso i Mekong Delta. Bravi gli Hammerfall anche se personalmente il loro genere non mi fa impazzire piùdi tanto e poi piccola pausa in vista di U.F.O. e dei sanguigni Municipal Waste. Sudore e pioggia. E giunge il momento dei ‘nuovi’ Thin LIzzy, maestri assoluti, grandi nel tenere il palco, mestiere e rock da vendere. Un saluto a Phil Lynott e Gary Moore e un bellissimo ricordo della loro prestazione. E ora via per la serata thrash con Destruction e Sodom ad infiammare la scena (fantastico onkel Tom come sempre) prima della pausa Black Label Society sul first stage del capo tribùZakk fuckin’ Wilde presentatosi con un vistoso copricapo indiano per poi rituffarsi in tutti i sensi con Kreator e Coroner separati dalla prova dei ‘non ho parole’ tedeschi Scorpions. Mamma mia… Birra, due biscotti e riposo. Il materassino è umido e i vestiti pure. Artrite… dannata vecchiaia.

Solito deja-vu mattiniero, una scricchiolata alle ossa e via per la prova dei pitturatissimi Turisas, comunque bravi nel loro genere. Scorre il tempo ed è già  ora degli Atheist, dei Firewind con Gus G. che scalda i muscoli per la serata che verrà  e gli orientaleggianti Orphaned Land. Passaggio del testimone sul palco principale per la prova dei Duff Mc Kagan’s Loaded, band di cui a parer mio si potrebbe anche far a meno (ma d’altronde i gusti sono gusti). Stessa sorte di giudizio và  ai Pain of Salvation ma può essere forse perchè sto aspettando con trepidazione di rivedere i fratellini brasiliani di nuovo insieme. Ed è alle 17:00 che i Cavalera Conspiracy assaltano il first stage e parte un pogo e uno stage diving mostruoso. La polvere arriva ovunque e l’aria si fà  davvero metallica. Pezzi dei Cavalera, pezzi dei Sepultura e dei Nailbomb. Max ha la rabbia dei tempi migliori e Iggor pesta come un maledetto; Assolutamente unici. Sto godendo come un riccio. Un giretto per una birra e per comprare qualche bella toppa da mettere sul gilet che si sentono attaccare gli Anathema per la loro onesta prova. Ma è dal palco principale che arriverà  da lì a poco un’esibizione davvero impeccabile, quella dei Mr. Big di Eric Martin in uno stato di forma eccezionale, Pat Torpey e Paul Gilbert e Billy Sheehan che hanno pettinato tutti con la loro esibizione. Tutti pezzi tiratissimi, assoli di chitarra e basso da cardiopalma e nessuna ballata. Mamma che band… Rimango sullo stesso palco per godermi l’esibizione della bellissima Doro (ma avrà  fatto un patto col diavolo?) carica come non mai e con una band al seguito davvero ben rodata prima di passare sulle transenne del palco gemello per l’Epithaph Tour dei “sua maestà ” Judas Priest. Richie Faulkner non fa rimpiangere per nulla il grande K.K. Downing (anche se non vederlo mi spiace un sacco), tutti sono davvero carichi e mentre the Metal God Rob Halford si muove robotico sul palco il pubblico và  in visibilio… Fiammate e pioggia, ma stavolta poca pioggia… Un’occhiata a destra per vedere la prestazione dei Therion su cui non si può dir nulla di male e il buio ci avvolge

Le pire di fuoco che circondano tutta l’area dei live rendono l’ambiente magico e su misura per colui che sarà  il mio ultimo ascolto del festival. Il ‘Prince of Darkness’ Ozzy è in gran forma, salta come un ragazzino e intrattiene il pubblico con la sua carica e il suo idrante (giusto perchè oggi ha piovuto poco). La band non ha intoppi e tutto scorre alla grande tra pezzi vecchi,nuovi e sabbathiani. Me ne torno in tenda tra metallari urlanti e barcollanti, felice come un bambino a cui hanno appena fatto il regalo piùbello.

P.S.
Bei souvenir i bicchieri e le brocche di plastica griffati Hellfest in cui ti versavano la birra, tutta roba che se non li rendevi al banco per il cambio ti costavano un gettone in più… Beh, i metallari saranno anche sbevazzoni e casinisti ma non ho visto nemmeno uno di quei bicchieri buttato per terra a riprova che all’occorrenza diventano dei perfetti ragionieri.

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