Tornano in Italia ad esattamente un mese di distanza dall’ultima apparizione al Castello Scaligero di Villafranca di Verona i fantastici Jinjer. La band ucraina si era allora esibita come gruppo spalla del tour degli Slipknot nella suggestiva cornice medioevale che ospita ormai innumerevoli concerti (tra cui il famoso Rock The Castle), suonando come sempre un set sensazionale, carico di energia e qualità tecnica anche con il poco tempo a disposizione, essendo in quel contesto band di apertura. Il problema di quella data fu l’organizzazione pessima del personale del Castello Scaligero che causò ritardi prolungati ai controlli di sicurezza che impedirono a moltissima gente di vedere sia i Jinjer che la primissima band di giornata, i Vended (troverete qui il live report della serata con la cronaca di quanto accaduto). Senza soffermarsi oltre su questo evento spiacevole causato unicamente dall’organizzazione, con le band totalmente prive di ogni responsabilità, i Jinjer decisero il giorno successivo di aggiungere al loro tour quest’ulteriore data gratuita nel contesto del Bum Bum Festival di Trescore Balneario, in modo da poter permettere al pubblico italiano di avere un ulteriore opportunità di godere di un loro concerto, dando quindi la possibilità di recuperare la loro esibizione a chi non ha potuto assistere a Verona per i problemi di organizzazione menzionati precedentemente. Tanto di cappello davvero! Non so quante altre band avrebbero agito allo stesso modo… questo dimostra una professionalità e una dedizione verso i fan assolutamente strabiliante che fa davvero onore alla band di Tatiana Shmayluk.
Il festival si svolge all’interno del bellissimo Parco Le Stanze di Trescore Balneario (Bergamo) in un contesto molto piacevole ricco di stand di birra e street food sotto grandi tendoni. Il palco è di assoluto livello e piazzato in un posto strategico davvero ben studiato, a prossimità degli stand ma abbastanza distante da poter permettere un parterre molto ampio e tutta una parte sull’erba sopraelevata davanti all’imponente palazzo della Biblioteca Comunale per chi volesse godersi il concerto da seduto.
Ad aprire la serata c’è la band di Alternative Metal Demetra’s Scars. La giovane band originaria di Modena formatasi nel 2015 si dimostra essere la scelta pressoché perfetta per aprire ad un concerto dei Jinjer in Italia. Pezzi ricchi di groove molto densi ed originali danno una gran carica al pubblico che apprezza particolarmente sia la voce energica e chirurgica della cantante Pahann che la tecnica davvero notevole del bassista Thomas Bertellini. La band non sbaglia una virgola e dopo magari solo qualche briciola di emozione nei primi pezzi (assolutamente giustificata) si lascia andare ad un set davvero convincente godendosi a pieno una vetrina di assoluto prestigio. È davvero bello vedere gruppi giovani come i Demetra’s Scars avere la possibilità di esprimere il proprio talento in contesti del genere. Tutti i musicisti della band dimostrano infatti di aver preparato questa occasione egregiamente sfoderando un suono pieno di variazioni ritmiche interessanti condite da una gran dose di grinta ed energia davvero sensazionali. Complimenti davvero alla band per aver fatto una bellissima figura ed avere eseguito una grandissima performance!
Calano le luci e giunge il momento tanto atteso dei Jinjer. E’ il mio terzo concerto dei Jinjer in poco più di due mesi quest’anno, ma l’emozione di vederli dal vivo è sempre la stessa! Salgono sul palco Eugene, Roman e Vladislav per dare il via all’intro strumentale di “Teacher, Teacher!” e il pubblico esclama con grandissimo entusiasmo i tre musicisti prima di lasciarsi andare ad un vero e proprio boato pochi secondi dopo quando sale sul palco Tatiana (che sfodera un trucco fluorescente intorno agli occhi davvero intrigante ed estremamente carismatico). Il mosh pit a centro parterre parte quasi istantaneamente, con la folla che acclama “Jinjer! Jinjer!” senza fermarsi praticamente alla fine di ogni pezzo. “On The Top” e “Pit of Consciousness” sono delle vere perle musicali dove le incredibili doti vocali di Tatiana sono ancora più esaltate dagli innumerevoli switch di clean vocals / growls presenti su questi brani. Diamo ormai quasi per scontato il talento sopraffino di Eugene e Roman rispettivamente al basso e alla chitarra, ma quello che suonano ha davvero dell’incredibile a livello di difficoltà tecnica… e loro lo fanno sembrare un vero e proprio gioco da ragazzi!
Particolarmente impressionanti anche le coreografie di luce, che si fondono alla perfezione con i cambi ritmici dei pezzi sulle tonalità gialle e azzurre a simboleggiare la bandiera ucraina. Ricordiamo infatti che i Jinjer sono stati nominati dal Ministero della Cultura Ucraino come ambasciatori del paese per poter viaggiare e raccogliere fondi per la loro nazione, nonché diffondere la consapevolezza sulla guerra che sta invadendo il loro territorio. Come a Verona, Tatiana infatti fa un discorso estremamente toccante dopo i primi pezzi per ringraziare l’Italia per tutti gli aiuti umanitari che il nostro paese sta inviando, accolta da un applauso fortissimo da parte di tutto il pubblico.
La scaletta è una distribuzione pressoché perfetta dei singoli dei loro ultimi 4 album/EP, ovvero “Wallflowers”, “Macro”, “Micro” e “King of Everything” con una piacevolissima sorpresa di risentire dopo tanto tempo “I Speak Astronomy”, che ho visto apparire in pochissime scalette di questo tour estivo. Inoltre, Tatiana ricorda come l’Italia sia uno dei primissimi paesi dove sono venuti a suonare quando hanno cominciato a viaggiare all’inizio della loro carriera e che si sentono davvero a casa, nella speranza di ritrovare la loro casa il prima possibile e che l’Ucraina possa tornare un paese indipendente e vivere nel segno della pace. Tutto questo prima che partano le note dell’iconica “Home Back”… momento da pelle d’oca, allo stesso tempo emozionante e triste, pensando a quanto le parole di questo brano siano rappresentative di quello che sta vivendo l’Ucraina adesso. Un vero e proprio messaggio di speranza nel segno della musica che tutti noi ci auguriamo possa in qualche modo anche questo aiutare l’Ucraina a tornare alla vita normale.
Che dire… una band eccezionale che sprigiona un talento, una tecnica e una qualità sopraffina, degna delle migliori band assolute dell’intero panorama metal attuale. I Jinjer suonano per un’ora e 20 minuti con una carica spaventosa e ci deliziano pure con un bis impressionante grazie uno dei brani più energici dell’ultimo album, ovvero “Disclosure!”. Siamo di fronte ad un eccellenza musicale che ha davvero creato un nuovo genere all’interno dell’enciclopedia metal… le note di djent aggressivo si combinano al groove dell’alternative con tocchi di reggae e jazz in modo sensazionale, il tutto condito da riff devastanti accompagnati da una voce unica nel suo genere come quella di Tatiana. I Jinjer sono una delle realtà più belle del metal e non possiamo che augurare a questa band la più lunga delle carriere e soprattutto che il loro lavoro svolto per il proprio paese, cosi come quello di tutte le persone che stanno contribuendo a portare la pace in Ucraina, possa aiutare a porre fine a questa terribile guerra.
Setlist
Teacher, Teacher!
On the Top
Pit of Consciousness
I Speak Astronomy
Judgement (& Punishment)
Sleep of the Righteous
Call Me a Symbol
Perennial
As I Boil Ice
Pisces
Home Back
Vortex
Colossus
Encore:
Disclosure!
Sfoglia la Gallery a cura di Massimo Plessi
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