Gli Scorpions tornano ad esibirsi all’arena di Verona dopo quasi 4 anni dall’ultima volta, nell’ormai lontano 2018. La storica band tedesca ha appena iniziato il tour europeo per promuovere il loro ultimo album ‘Rock Believer’ e la data di Verona è infatti soltanto la seconda di questo tour (in seguito al rinvio di alcune date ad inizio Maggio, leggi qui) che durerà fino ad inizio Luglio con tappe programmate anche in vari festival rock estivi.
Si respira un grande entusiasmo ed una grande attesa già arrivando a piazza Bra, dove si sono formate lunghissime code in attesa dell’apertura dei cancelli posticipata a pochi minuti prima delle 20:00, rispetto alle 18:00 inizialmente previste da programma. Tuttavia, una volta aperti i cancelli, l’organizzazione si dimostra rapida ed efficace, con le code che avanzano rapidamente grazie anche ad un personale che sicuramente ha l’abitudine di gestire grandi eventi come questo, lavorando in una delle antiche arene più belle d’Italia, se non del mondo intero.
Senza band di apertura in programma, l’attesa non fa che crescere osservando il grande tendone nero con il logo degli Scorpions ad accoglierci all’entrata dell’arena. Si tratta di uno dei primissimi concerti di queste dimensioni all’aperto dall’era pre-covid. Si percepisce nell’aria una sensazione di ripartenza e di voglia di vivere, rendendoci davvero conto di quanto tutto questo ci fosse mancato.
Con una mezz’oretta di ritardo rispetto al programma iniziale, gli Scorpions danno inizio allo spettacolo sulle note di “Gas In the Tank”, uno dei singoli più suggestivi del recentissimo album “Rock Believer”. Un pezzo perfetto per iniziare il set in quanto molto energico e con dei cori fatti apposta per fare interagire il pubblico fin da subito. La scenografia del palco è molto ben studiata con grandi schermi LED che alternano effetti visivi alle riprese delle telecamere sottopalco, oltre ai due grandi maxischermi laterali con le riprese puntate sui membri della band. Al centro sorge l’imponente batteria dell’ormai membro fisso Mikkey Dee, talento assoluto della batteria nonché membro dei leggendari Motörhead fino alla tragica scomparsa del grande Lemmy Kilmister nel 2015 e quindi il conseguente inevitabile scioglimento della storica band inglese. Klaus Meine e Rudolf Schenker si presentano nella parte centrale del palco con gli immancabili occhiali da sole e i loro stili inconfondibili, ormai immagine consolidata della band da molti anni. Ai lati troviamo invece Matthias Jabs e Pawel Maciwoda a completare la formazione attuale di una band che ha fatto la storia del rock.
Il suono si dimostra molto buono in platea fin da subito, ci sono pochissimi aggiustamenti che vengono fatti nei primi minuti del concerto in quanto il soundcheck è stato gestito davvero in modo egregio. Si prosegue su un classico come “Make It Real” che ovviamente non fa che aumentare la carica del pubblico e Klaus saluta quindi in Italiano l’arena che reagisce con un boato di entusiasmo.
La performance della serata è più che buona. Ed anche se è vero che l’età comincia a farsi sentire per quasi tutti i membri (eccezion fatta per l’incredibile Mikkey Dee, che grazie sia all’età più giovane che all’esperienza maturata in una band dai ritmi molto più sostenuti dimostra ancora un energia pazzesca), è sicuramente più che da apprezzare il fatto che gli Scorpions riescano ancora a mettere su una performance ben più che soddisfacente. Infatti, anche se suonano solo per 1h30, sono 1h30 di pura qualità e classe musicale. Quindi non importa se la band si dimostra un po’ statica sul palco o se vengono inseriti lunghi tratti strumentali per permettere a Klaus di rifiatare durante le performance vocali. Qui stiamo parlando di una band che quest’anno festeggia i 50 anni di carriera (dagli esordi del primo album studio della band “Lonesome Crow” uscito nel 1972) e che ancora si esibisce ad alti livelli. Tanto di cappello.
Da notare particolarmente la performance su “The Zoo” con l’assolo di Matthias suonato con il Talk Box, la prestazione interamente strumentale di “Coast to Coast” con anche Klaus alla chitarra, le interazioni da brividi del pubblico sulla ballad “Send Me An Angel”, il discorso molto toccante di Klaus che dedica “Wind of Change” all’Ucraina con la speranza che la situazione terribile che sta vivendo questo paese cambi presto, un assolo di batteria sensazionale di Mikkey Dee con un effetto davvero ben studiato di coordinazione del suono della batteria con gli schermi LED dietro palco, ed ovviamente l’immancabile “Rock You Like A Hurricane” in chiusura del set.
Un concerto molto bello in una cornice che sarà sempre speciale per qualsiasi band che si esibirà in questo contesto storico bellissimo. Gli Scorpions non avranno più l’adrenalina di una volta, ma l’ammirazione che bisogna avere per questa band per tutto quello che ha fatto per la storia del rock (e che ancora sta facendo) va oltre qualsiasi osservazione sulle capacità tecniche attuali della band, che si dimostra in ogni modo sempre padrone di una qualità che trascrive un suono senza tempo.
Non c’è niente di più bello di poter avere la fortuna di vederli ancora esibirsi dal vivo e speriamo che possano continuare a farlo il più possibile. Una serata bellissima nel segno della ripartenza della musica e della vita, con messaggi di speranza che tutto il mondo possa finalmente godere di questa ripartenza, senza eccezione per nessuno.
Setlist
Gas In The Tank
Make It Real
The Zoo
Coast To Coast
Seventh Sun
Peacemaker
Bad Boys Running Wild
Delicate Dance
Send Me An Angel
Wind Of Change
Tease Me Please Me
Rock Believer
New Vision (Bass And Drum Solo)
Blackout
Big City Nights
Encore:
Still Loving You
Rock You Like A Hurricane
Band
Klaus Meine – Voce
Rudolf Schenker – Chitarra
Matthias Jabs – Chitarra
Pawel Maciwoda – Basso
Mikkey Dee – Batteria
Si ringrazia Vertigo
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