City Slang, 2024

Il primo week end dell’anno è ormai nel retrovisore, ma già ci ritroviamo a parlare di un album che, se fosse arrivato appena un paio di mesi fa, avrebbe sicuramente fatto in tempo ad affacciarsi in parecchie Top 20 di fine 2023.

Onestamente non riesco ad immaginare modo migliore per inaugurare i prossimi 12 mesi di nuovi ascolti. Se, come il sottoscritto, tifate per l’Irlanda di Fontaines D.C. e Murder Capital, sappiate che questa è un’occasione adatta per indossare la maglia verde della nazionale, poiché il nome degli SPRINTS non è di quelli destinati a restare in panchina.

Il giovane quartetto di Dublino debutta in modo solido e sfacciatamente “adulto” con un album capace di infilare l’ordine dispotico di Fugazi e Sonic Youth nelle geometrie insolenti di Pixies e Refused. La voce, già “autorevole” e mai timida, di Karla Chubb contribuisce poi a palesare ulteriori affinità con i momenti più abrasivi della prima PJ Harvey mentre, dietro l’angolo, compaiono anche le ombre delle Hole di Live Through This e delle Savages.

Letter To Self non è un album mansueto, ma graffia in modo seducente disvelando, sin dal titolo, un esaustivo catalogo di inquietudini esistenziali, tra le cui pagine è impossibile non desiderare di perdersi. Un esordio come questo, capace di annodarti in una spirale di pieni e vuoti emotivi che molti nomi navigati non sarebbero in grado di gestire, rappresenta una felice anomalia. Per questo merita, sin da subito, di essere adeguatamente celebrato, senza inutili esitazioni.

8/10

Tracklist:

1. Ticking
2. Heavy
3. Cathedral
4. Shaking Their Hands
5. Adore Adore Adore
6. Shadow Of A Doubt
7. Can’t Get Enough Of It
8. Literary Mind
9. A Wreck (A Mess)
10. Up and Comer
11. Letter To Self

SPRINTS:

Karla Chubb (lead singer and songwriter)
Colm O’Reilly (guitar)
Jack Callan (drums)
Sam McCann (bass)

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