2024 – Xtra Mile Recordings

Frank Turner è un artista inglese, originario del Bahrain. Nel corso degli anni, ha saputo conquistarsi una certa fama, prima con i Million Dead e soprattutto dopo il 2005, con il suo gruppo, The Sleeping Souls. Cantautore impegnato socialmente ed interprete di canzoni di protesta. Il suo genere è certamente particolare ed è un mix di sonorità punk, folk e pop. In Italia è molto apprezzato ed ha suonato parecchie volte nella nostra penisola, sia come headliner con The Sleeping Souls, sia in festival prestigiosi. Ricordiamo la sua infuocata esibizione al “Firenze Rocks 2018”, dove era uno degli artisti supporter dei Foo Fighters.

Frank Turner & the Sleeping Souls live @ Slam Dunk Italy, Bellaria Igea Marina – 2023, ph Ilaria Maiorino

Questo disco esce a suo nome, anche se suonato con la band, ma di certo non abbandona i suoi “The Sleeping Souls”, visto che quest’autunno, lo rivedremo da noi con la sua band storica il 25 Ottobre alla “Hall” di Padova e il 26 ottobre all’ “Alcatraz” di Milano (info qui). È un disco molto coraggioso, visto che per scelta personale, torna ad incidere per una piccola etichetta indipendente, la “Xtra Mile Recordings”. Nessun bavaglio compositivo, nessun limite alla sua creatività. Il disco è nato, composto e registrato nei suoi studi di proprietà, situati nell’Essex.

Undefeated” è una dimostrazione di forza e sa pienamente convincere l’ascoltatore con il meglio di quello che Frank sa fare e dare. Troverete in questo decimo lavoro di Turner, ballads tranquille, canzoni dal sapore punk che vi faranno scuotere e vi faranno salire l’adrenalina, ma anche canzoni dove l’amore è il cardine di ogni cosa. Il disco è stato pubblicato a distanza di due anni dal precedente “FTHC“. Lavoro che è stato come una seduta dallo psicologo per Frank e che gli restituisce una sana rabbia, nonostante il risultato eccellente di “FHTC”, finito al numero 1 in Gran Bretagna.

“Now I’m surprised to report that as I enter my forties, I’ve returned to being an angry man”

questo verso presente in “No Thank You For The Music” può essere considerato la spiegazione del disco. Entrato nei quaranta, è tornato ad essere un uomo incazzato.

Il disco si apre con la ballata folk “Do One”, che dopo una rapida intro, è davvero scoppiettante nel suo incedere. Un coro davvero vincente che mi ha riportato ai tempi dei “The Cars” e “The Replacements” e che davvero inizia bene tutto il lavoro.

Il ritmo si alza molto con l’OI di “Never Mind The Back Problems“, davvero suonata velocissima e selvaggia. La lezione dei Flogging Molly, Dropkick Murphys e soprattutto The Pogues è stata davvero imparata e personalizzata parecchio.

Più inglese di “Ceasefire” non c’è nessuna canzone in questo lavoro. L’intro ricorda quasi i rintocchi del mitico “Big Ben” di Londra e in cinque minuti di libidine sonora, si viene trasportati e cullati dall’inconfondibile voce di Turner.

Il disco, come ho detto, non ha una sonorità predominante e la successiva “Pandemic PTSD” ne è l’esempio lampante. Molto ballabile e che per carica può essere paragonata ad una “Walking on sunshine” di Katrina and The Waves, con echi di Jesse Malin qua e là.

Letters” è invece un momento di riflessione, che ci invita a riflettere sulla spensieratezza adolescenziale e a prendere la vita con leggerezza. Molto bello anche il lyric video, dove due mani tatuate sono alle prese con la composizione delle parole della canzone, che viene man mano scritta con i quadratini che si posizionano man mano a comporre il tutto. Ben Lloyd (chitarra), Tarrant Anderson (basso), Callum Green (batteria) e Matt Nasir (pianoforte) accompagnano Frank perfettamente e devo dire che Tarrant in alcuni momenti è davvero indiavolato col suo basso.

Il momento più malinconico del lavoro è la struggente ballad “East Finchley“, davvero splendida e convincente. La canzone più ribelle di “Undefeated” è “No thank you for the music”, nella quale Frank grida a tutti e con voce davvero grintosissima, che non vuole essere parte del sistema, anzi lo sfida ed è orgogliosamente un underdog che vive nell’underground.

Velocissima e che piacerebbe sicuramente a Billie Joe Armstrong &co (compagni di tour in passato) è “The Leaders“. Inizia furiosa e finisce appena dopo manco un minuto e trenta.

Prima di concludere la mia analisi, mi soffermo anche sulla splendida “On My Way“, pezzo davvero da brivido e che ti emoziona dall’inizio alla fine. Una splendida ballad, dove è presente soltanto la chitarra acustica.

Che dire? Questo lavoro è sinceramente uno dei migliori lavori che ho ascoltato ultimamente ed essendo recensore musicale da molti anni ed amante della buona musica da sempre, credetemi che non mi sbilancio talmente facilmente. Un capolavoro totale.

Grazie Frank. Quattordici canzoni, quattordici centri!

Track Listing:
1. Do One
2. Never Mind The Back Problems
3. Ceasefire
4. Girl From The Record Shop
5. Pandemic PTSD
6. Letters
7. East Finchley
8. No Thank You For The Music
9. The Leaders
10. International Hide and Seek Champions
11. Show People
12. On My Way
13. Somewhere Inbetween
14. Undefeated

Musicisti
Frank Turner – voce, chitarre, produzione , arrangiamento
Ben Lloyd – chitarra, armonica , voce, arrangiamento
Tarrant Anderson – basso, voce
Matt Nasir – pianoforte, tastiere, mandolino , arrangiamenti per archi e fiati, voce, arrangiamento
Callum Green – batteria, percussioni, voce, arrangiamento

Mauro Brebbia
Author

Comments are closed.