Selfreleased ”“ 2020

Stai per cominciare il tour europeo con la tua band, i Sons of Apollo e cosa succede? L’emergenza Covid-19 esplode nella sua drammaticità , fai in tempo a suonare la prima data e in fretta e furia devi tornartene a casa, sperando che le coincidenze aeree siano rispettate e che soprattutto tu possa spostarti da uno Stato all’altro e prendere il primo volo disponibile.

Ron Thal Bumblefoot non è certo una persona che si demoralizza, visto che già  in passato ha sconfitto un tumore ed è uscito miracolosamente illeso da un brutto incidente stradale. Come impiegare questo tempo improvviso che non ti permette di girare per il mondo a fare la cosa che ami di più? Suonando con amici musicisti, fans e soprattutto componendo o rielaborando canzoni alla sua maniera.

Dopo l’inedito singolo, “Planetary Lockdown” e “Barefoot 2” (uscito ad Aprile e seguito del primo ep acustico “Barefoot”, uscito nel 2008), ecco pronto l’ep “Barefoot 3” uscito in questi giorni.

Barefoot” era formato da sue composizioni riarrangiate in acustico, mentre sia “Barefoot 2” e “Barefoot 3” sono praticamente interamente composti da cover. L’unica eccezione in questo lavoro è la rivisitazione della sua “Sleepwalking“, uscita nel 2015 su “Little brother is watching”, che apre magnificamente il lavoro.

Sei brani, che definirei “non semplicemente acustici”, visto che ogni singola parte e strumento delle canzoni viene riprodotto in maniera eccelsa soltanto con la chitarra acustica e con l’accompagnamento del suo batterista, il giovanissimo inglese Kyle Hughes. Canzoni che ti intrattengono e che ti viene voglia di riascoltare in sequenza.

Bumblefoot è sicuramente senza ombra di dubbio, uno dei piùgrandi chitarristi viventi. Uno shredder, amante dell’heavy metal, insegnante di musica che riesce a suonare in una maniera splendida ogni volta che si cimenta in qualcosa.

Tiny dancer“, ce la ricordiamo recentemente nello splendido film biopic ispirato alla vita incredibile di Elton John, “Rocket Man”.

Ron Thal (vero nome di Bumblefoot) ci regala sei minuti di classe con l’acustica che riproduce perfettamente le uniche armonie del piano di una delle piùgrandi leggende britanniche.

Si continua poi per uno dei pezzi maggiormente noti dei Soundgarden, “The day i try to live“. Il pezzo originale è caratterizzato da una meravigliosa e riconoscibilissima intro. che viene rivisitata in maniera personale e vincente da Bumblefoot, prima di esplodere nel ritornello altissimo dominato dall’indimenticata e mai poco rimpianta voce di Chris Cornell. Il pezzo che mi ha letteralmente lasciato a bocca aperta di tutto il lavoro.

C’è anche tempo per “Only time will tell” dei mitici Asia. Con un inizio quasi di flamenco e ritmi soffusi, la versione di Bumblefoot e Kyle è davvero ben riuscita. Da non dimenticare che l’anno scorso, Bumblefoot si è cimentato come cantante in tour per questa band, abbandonando la sua chitarra.

Un classico dei Dexys Midnight Runner, “Come on Eileen”, uscito nel 1982 è riprodotto in una versione molto coinvolgente e che ti fa cantare a squarciagola e battere il tempo. Incredibili i numeri che riesca a fare Bumblefoot anche con la chitarra acustica.

Si chiude con l’omaggio ad un altro duo storico, Rufus & Chaka Khan con una versione particolarissima di “Tell me something good“, che resta comunque fedele all’incedere saltellante e funkeggiante dell’originale. Il basso slappato della versione originale viene riprodotto adeguatamente con la chitarra acustica.

Che dire? Un ottimo lavoro ,suonato con passione e semplicemente divertendosi nel ricreare alla perfezione le sonorità  e il clima delle versioni originali.

Recensione di Mauro Brebbia

Tracklist
1. Sleepwalking (Bumblefoot – acoustic cover)
2. Tiny Dancer (Elton John – acoustic cover)
3. The Day I Tried To Live (Soundgarden – acoustic cover)
4. Only Time Will Tell (Asia – acoustic cover)
5. Come On Eileen (Dexys Midnight Runners – acoustic cover)
6. Tell Me Something Good (Rufus & Chaka Khan – acoustic cover)

Band
Ron ‘Bumblefoot’ Thal ”“ chitarre e voce.
Kyle Hughes ”“ batteria cajun, shaker, cori.

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Mauro Brebbia
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