Madhouse Records – 1982

Maaaamma mia quanta polvere c’era su questo disco, il coccodrillazzo che troneggia sulla cover si è mummificato ma, visto che qualcuno dice che la musica, una volta composta, diventa eterna, mi riascolto volentieri questo gioiellino.

La band è tedesca, di Brackenheim (non chiedetemi però dove sia di preciso) composta da cinque elementi, tutti barbuti e baffuti dall’aspetto, a dir poco, inquietante. Di certo non vennero alla ribalta delle cronache per il loro sex appeal e neppure per questa opera omnia che però non è propriamente un insulso pezzo di plastica.

In “Gator” infatti troviamo quel primo importante passo verso l’heavy metal teutonico che, da lì a pochi anni, avrebbe invaso tutta l’Europa e non solo. Alcuni brani come ad esempio “Priest of Vodoo” e “Everyday the Same” sono molto vicini ai primi Saxon, realizzati in maniera soddisfacente ed eseguiti con una buona dose di energia soprattutto per quel che concerne le chitarre mentre basso e batteria risultano ancora troppo legati agli anni ’70, privi di mordente o qualsivoglia variante sul tema, svolgono il loro compitino come se suonassero blues in qualche balera di periferia.

Il frontman, tale Willy Eilers, dotato di una buona ugola non è certo da annoverarsi tra gli strilloni, piuttosto, riesce ad essere digerito con facilità  per le sue doti interpretative, non un supereroe ma un onesto mestierante che da il massimo, oltre che sull’opener track primacitata, su “Hey You” una (mezza) cavalcata alla maiden dei primi giorni. Non mancano i passi falsi come la terrificante “At the Corner” suonata senza chitarre (o quantomeno non sono udibili) ma con un organazzo era beat anni settanta con tanto di coretti in stile Abba ed effetti che si traducono in un “Quack Quack” tipo papere incazzate, song quantomeno imbarazzante. Molti invece i pezzi a base di sano HardRock con isolati riff del metal che verrà  come su “The Pimp” o nel lento “The Gangman”. Non manca la ballad strappamutande dal solito titolo fantasioso “Teenage Love”. Un disco non basilare, vicino alle prime produzioni della Mausoleum, un ponte tra due generi musicali. Sarebbe suonato molto piùinnovativo ed importante se solo la sezione ritmica fosse statameno retrò. Peccato che dopo questo disco si siano perse le tracce del cantante, aveva quel nonsochè di particolare, una timbrica capace di “grattare” per capirci un po’ alla Blackie Lawless (solo nell’uso dei bassi, diversamente sono su due piste completamente differenti).

Ho un po l’amaro in bocca, decisamente poteva uscire un disco migliore. Prima di ritornare a giocherellare con le paperelle di cui prima vi avviso che è un disco abbastanza difficile da reperire (ovviamente mai ristampato in cd) ma, se doveste trovarlo, con tutta probabilità  non vi costerebbe piùdi una decina di euro. Fate vobis.

Quotazione: Gator – Gator: 20/50 Euro

Tracklist:
1. Priest of Voodoo
2. Hey You
3. The Pimp
4. At the Corner
5. Teenage Love
6. Turn on my Light
7. Give Everyone His Due
8. The Gangman
9. Everyday the Same
10. Rosalie

Band:
Willu Eilers – voce
Gerd Hoddow – chitarra
Bodo Geist – chitarra
Rolf Roskos – batteria
Charly Schuster – basso

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