Si preannuncia una serata particolare sotto molti punti di vista quella di oggi, a partire dal luogo scelto per l’unica data italiana del “Distortion Tour 2023”: non siamo infatti in una delle solite location, ma ci troviamo al Link, in zona periferica a Bologna. È un locale che nasce una ventina di anni fa come spazio autogestito, un “laboratorio musicale” che ospita artisti di vario genere, anche se in regione è maggiormente conosciuto per le serate disco e le varie sale da ballo che propone con artisti ricercati. Fa un po’ strano ritrovarsi in un luogo così non convenzionale per un concerto di musica metal; e per rendere il tutto ancora più strano, scopriamo che subito dopo il live ci sarà un altro evento con protagonista un famoso dj di musica house-minimal…

Ma tutto sommato noi siamo qui per assistere ad un grande esponente della “stranezza” quale è Igorrr, quindi va bene tutto! Come dicevamo, unica data italiana del “Distortion Tour 2023”, che vede protagonista sul palco il multi-strumentalista e produttore di elettronica Gautier Serre insieme alla sua crew, accompagnati da tre interessanti band: Amenra, Der Weg Einer Freiheit e Hangman’s Chair.

Il gruppo di apertura sono gli Hangman’s Chair, purtroppo con ancora poco pubblico, complice probabilmente l’orario troppo presto a cui li hanno fatti iniziare, ovvero le 19:00.                                      La band francese, purtroppo qui da noi non conosciuta come si meriterebbe, porta sul palco una buona fusione di stili mescolando ritmi tipicamente sludge, lenti (lentissimi…), grevi, stressati, a sonorità sature che più si avvicinano al grunge, passando anche per ritmi più stoner, con elementi cadenzati e bassi pesanti, quasi ipnotici. Una musica che accompagna molto bene i testi, emozionali e malinconici. Eleganti nella composizione e bravi nell’esecuzione, peccato abbiano suonato così presto…

Alle 19:50 il palco viene occupato dalla seconda band, i tedeschi Der Weg Einer Freiheit, che portano on stage una personale ed alquanto imponente interpretazione del black metal! Un gruppo particolare e molto interessante, che combina e alterna perfettamente i suoni del classico black metal con dei ritmi avantgarde, sperimentali, dal sentore progressive ma con un retrogusto addirittura dark ambient. Hanno una creatività immensa, a volte con azzardi che però funzionano molto bene; propongono atmosfere penetranti e aggressive, riff di chitarre e basso sempre in linea con la parte vocale, anch’essa aggressiva e perfettamente evocativa dello stato d’animo che intendono rappresentare e veicolare. Che dire… un’ottima performance che spero di rivedere!

È il momento degli attesi Amenra, band belga molto seguita ed apprezzata nella scena del metal underground. Anche loro abbracciano più generi musicali, pur notandosi forti influenze di post metal, doom e sludge. Sanno essere estremamente atmosferici e riescono molto bene a trasmettere la sensazione di pesantezza e malessere, sia attraverso la musica che tramite performance sul palco: durante il concerto sullo sfondo viene infatti proiettato un visual che si lega perfettamente alle composizioni, inoltre il cantante per tutta la durata del concerto canta di spalle al pubblico, non girandosi mai, con la testa e le spalle chine in avanti. Dal vivo sono davvero sconcertanti, molto bravi ed estremamente evocativi, un flusso annichilente di suoni e parole che lasciano con il fiato corto…

Unica nota: purtroppo il visual aggressivo, con immagini volutamente confuse e soprattutto esigente un’interpretazione risulta spesso un’arma a doppio taglio, rischiando che il pubblico si concentri maggiormente su ciò che deve e vuole percepire piuttosto che mantenere una visione d’insieme con le immagini amalgamate alla composizione. Purtroppo, questo un po’ è successo, lasciando maggiormente impresso ciò che è stato visto più di ciò che doveva essere udito. Peccato, ma indubbiamente si può considerare nel complesso una performance molto ben riuscita.

Ed ecco finalmente sul palco loro, attesissimi ed inneggiati, Igorrr! Pronti a confondere e scuotere le menti con suoni frenetici e voci potenti! Stasera ci si aspetta il caos, e appena la musica inizia è già chiaro che le aspettative non saranno deluse! Gautier Serre sale in consolle, accompagnato dai suoi talentuosi artisti che subito rapiscono il pubblico. Non esiste un genere per Igorrr, ne racchiude tanti ma non si iscrive in nessuno! Baroque, breakcore, swing, lirica, black metal, trip hop, avant-garde, sonate per piano e chi più ne ha più ne metta, perché Igorr è questo: estremismo, è caos in continua sperimentazione ed evoluzione, centrifugato alla velocità della luce, rapido nei passaggi e nelle variazioni di tempo, complesso, affascinante!

Il concerto parte subito carico e abbastanza aggressivo, e il pubblico improvvisa piccoli poghi sotto palco sulle note sincopate dei pezzi tratti dall’ultimo album “Spirituality and Distortion” (2020). Album molto ben fatto ma a mio parere un’astina sotto al meraviglioso disordine razionale che è “Savage Sinusoid” (2017), del quale fortunatamente suonano le splendide Opus Brain, ieuD, Viande e Cheval.

Se esiste un confine tra genio e follia, giuro, in questo caso è difficile decretare cosa impersoni Gautier Serre, scenografico creatore fuori da ogni razionale convenzione!                                  Costringe l’ascoltatore ad uscire da ogni stereotipo musicale, ad abbandonare la propria “comfort zone” melodica per buttarsi in un mondo di assurde commistioni ed elettronica spintissima, accompagnati dalla potente ed aggraziata voce soprano di Marthe Alexandre (new entry) e dalla profonda voce maschile di Jean-Baptiste Le Bail, a tratti greve e a tratti urlante, per le quali è impossibile non restare a bocca aperta.

La musica barocca e il metal si sposano perfettamente, come Yin e Yang, con Yin a giocare il ruolo del metal, la parte oscura, mentre lo Yang quello del barocco, la parte luminosa. La musica elettronica è più come il cemento, qualcosa che aggiungo nella parte compositiva per renderla più solida. Uso molto spesso breakcore ed elettronica in ciò che compongo davvero come una sorta di malta per aggiungere solidità alla struttura, ma altrettanto spesso mischio breakcore e barocco solo perché è fantastico, perché amo farlo” – Gautier Serre

 

Si ringrazia Hellfire Booking

Sfoglia la gallery a cura di Massimo Plessi

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