Uno dei miei crucci da metallaro, è sempre stato quello di non aver mai assistito ad un concerto degli Helloween con la formazione originale.
Spesso con gli amici di una vita, ci siamo ritrovati a parlare di questo, dei grandi dischi con Michael Kiske, di come una volta tutto era piùbello (almeno nella musica) e di tante altre cose.
Poi la notizia. Finalmente anche per noi era giunto il momento tanto atteso di vedere gli Helloween con Kiske. Ma la cosa particolare è che tutta (o quasi) la famiglia Helloween si è riunita per un tour celebrativo, un regalo ai fans e un regalo per se stessi.
Comprati subito i biglietti abbiamo aspettato pazientemente per mesi e finalmente oggi eccoci qui al Mediolanum Forum di Assago, in coda e in trepidante attesa per entrare.
E’ un piacere vedere i metallari con il giubbino di jeans senza maniche sopra il chiodo, le toppe dei grandi gruppi del passato, alcuni bambini e gente di tutte le età .
E’ un piacere incontrare vecchi amici della scuola, ci si saluta con affetto, si parla della vita, di come si è cambiati ma di come la passione per la nostra musica sia rimasta quella di un tempo.
Non si tratta di una serata revival nostalgico ma di una festa per l’heavy metal, quello vero, che oggi non esiste più.
Siamo qui per un evento, il Pumpkins United Tour, unica data italiana inizialmente prevista all’Alcatraz e poi spostata al Forum per via delle numerose richieste.

Dopo circa mezz’ora, siamo finalmente dentro. Brindiamo con una birra e non ci resta che aspettare l’inizio del concerto.


Si spengono le luci, il boato è assordante. Vengono diffuse le note di ‘Halloween’, su base registrata. Pochi istanti, ed ecco la band che entra in scena.
Il trittico iniziale è da brividi e lacrime. ‘Halloween’, ‘Dr. Stein’ e ‘I’m Alive’.
Deris e Kiske si dividono le parti, si abbracciano e dispensano sorrisi, insomma sembrano molto affiatati.
Tutta la band è in grande spolvero anche se una menzione a parte la merita Kay Hansen, la vera anima degli Helloween. Grande carisma, tecnica, umiltà  e simpatia.

Siamo qui tutti per loro, per ascoltare i brani vecchi (principalmente) ma anche quelli piùrecenti.
If I Could Fly’, ‘Are You Metal?’, ‘Waiting For The Thunder’, non hanno lo stesso impatto emotivo dei classici, ma vengono comunque apprezzati, merito anche di Andi Deris, ottimo frontman e intrattenitore.

Dopo la coinvolgente ‘Perfect Gentleman’, estrapolata da quel piccolo gioiellino di ‘Master Of The Rings’ arriviamo ad uno dei momenti piùemozionanti della serata, un vero e proprio viaggio nel tempo.
Starlight’, ‘Ride The Sky’, ‘Judas’, ‘Heavy Metal (Is The Law)’. Kay Hansen si impossessa del microfono e parte questo breve viaggio agli albori del power metal.
Brani grezzi e diretti cantati da Kay con tutta la sua incommensurabile passione, un pezzo di storia che mi ha fatto trarre una conclusione: oggi non si suona piùcosì”…

Dopo questo mini set, Kiske e Deris ritornano sul palco e seduti su due comodi sgabelli cantano ‘Forever And One (Neverland)’, gran bel lentone dove però Kiske sembra in difficoltà , così come (e parecchio anche) nella successiva ‘A Tale That Wasn’t Right’.
Altro momento toccante durante il drum solo di Daniel Loeble, un sentito omaggio al compianto Ingo Schwichtenberg, primo e storico batterista degli Helloween.
Sullo sfondo le immagini di un sorridente Ingo mentre suona il suo amato strumento, sorridente e fiero.
Ancora grande coinvolgimento con ‘Why?’, ‘Sole Survivor’ e ‘Power’, classici dell’era Deris, che riscuotono un notevole successo tra il pubblico.

Per quanto riguarda il finale, parlano da soli i titoli delle canzoni: ‘How Many Tears’, ‘Eagle Fly Free’ (peccato per i suoni osceni di basso, l’assolo di Markus Grosskopf è risultato troppo impastato), ‘Keeper Of The Seven Keys’, ‘Future World’ e ovviamente ‘I Want Out’. Una buona fetta di storia del power metal mondiale.

Sono passate tre ore, non me ne sono neanche accorto. Il concerto finisce qui, tra mille e piùapplausi, abbracci, sorrisi.
Lentamente usciamo dal Forum e prendiamo la metropolitana per andare alla macchina parcheggiata nella periferia milanese.
Saluto gli amici e una volta salito in macchina non metto nessun cd a farmi compagnia, ho ancora due ore di viaggio in solitaria per raggiungere la mia casa.

Sono ancora frastornato dalla musica e dallo spettacolo. Inizio a pensare alla magnifica serata e razionalmente faccio un po’ di considerazioni.
Gli Helloween sono una spanna sopra molti gruppi. Lo spettacolo è stato all’altezza delle aspettative, la scaletta sublime.
Mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca la prestazione di Kiske. Viene considerato uno dei migliori cantanti metal (mi ci metto anche io), però tolti gli immancabili acuti dove rimane insuperabile, gli sono mancate parecchie cose. Nei pezzi dove ha cantato da solo, ho trovato un Michael in netta difficoltà . E’ vero l’età  passa per tutti, ma a mio avviso si percepisce la sua lontananza dal metal, il suo volersi discostare da questa musica.
In quanto a presenza scenica Andi Deris ha stravinto il confronto, ma non solo. Deris si dimostra il miglior cantante che gli Helloween potessero trovare.
Weikath come da consuetudine rimane spesso defilato e qualche volta si spinge davanti assieme agli altri. Comunque prezioso.
Sascha Gerstner rischiava di venire schiacciato dalla coppia Hansen Weikath, invece è riuscito a ritagliarsi il giusto spazio e tra l’altro era quello con i suoni migliori.

Insomma sono contento e onorato di aver partecipato a questa festa del metal, un appuntamento imperdibile per noi metallari. Godiamoci serate così perché penso che negli anni a venire saranno sempre piùrare.

Setlist:

Halloween – Dr. Stein – I’m Alive – If I Could Fly – Are You Metal? – Kids Of The Century –
Waiting For The Thunder – Perfect Gentleman – Starlight/Ride The Sky/Judas/Heavy Metal (Is
The Law) – Forever And One (Neverland) – A Tale That Wasn’t Right – I Can – Drum Solo
(Tribute To ingo) – Livin’ Ain’t No Crime/ A Little Time – Why? – Sole Survivor – Power –
How Many Tears – Eagle Fly Free – Keeper Of The Seven Keys – Future World – I Want Out

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