Nuclear Blast – Settembre 2017

A soli due anni dal tanto discusso (e non troppo apprezzato dalla critica) “Hammer of the Witches”, tornano i Cradle of Filth con il loro dodicesimo lavoro in studio dal titolo: “Cryptoriana ”“ The Seductiveness of Decay”, un album che, secondo il frontman Dani Filth, dovrebbe rilanciare il gruppo dopo quasi cinque anni di controversie, esibizioni non all’altezza del passato e critiche anche piuttosto dirette.

L’album gira attorno a due boe di interesse e sviluppo: l’età  vittoriana e la morte. Lo si può infatti dedurre dal gioco di parole nella prima parte del titolo. E’ stato definito, in un’intervista, come un album “Victorian gothic horror”, il che potrebbe far pensare anche a nuove sonorità  che andranno sicuramente a renderlo unico. Nonostante si vada a fondere, in parte, con atmosfere e suoni del precedente lavoro, “Cryptoriana” ha dato modo anche ai fans piùfedeli di notare molte assonanze con il sound del passato meno prossimo che ha reso unici i Cradle of Filth nel panorama symponic-black. Il frontman fondatore Dani Filth, infatti, dopo aver ricevuto qualche critica per le sue condizioni fisiche e vocali (sopratutto in esibizioni live), ha deciso di lanciare anche un suo progetto personale non proprio sullo stile dei Cradle of Filth ma comunque molto vicino. Con i Devilment lo si è potuto apprezzare anche sui palchi italiani e, per fortuna, lo abbiamo trovato decisamente piùin forma. Non solo vocalmente.

L’album è stato preceduto da tre singoli rilasciati nei mesi precedenti alla pubblicazione e da tre video musicali di cui uno lyric.

Come spesso ci è capitato di notare nei loro album, la prima traccia “Exquisite Torments Await” è un intro che va ad aprire l’album composto da altre sette tracce piùdue di bonus per la versione digipack (ma ascoltabili su iTunes e Spotify). Un breve intro di due minuti non solo musicale ma con un finale che si lega perfettamente all’inizio della traccia successiva: “Heartbreak and Seance” , primo singolo pubblicato ad inizio luglio con annesso video. Subito notiamo una similitudine con il suono e lo stile degli ultimi lavori della band. Parte vocale, fin da subito, martellante e cori che fanno da contorno e che, come detto, rimandano alle ambientazioni vittoriane ricercate dalla band. Con un testo cupo e svariati riferimenti alla solitudine, si lega perfettamente al concept iniziale. Da sottolineare anche un ritorno ad intermezzi corali che furono un segno distintivo dei Cradle of Filth ad inizio anni ‘2000.

Proseguiamo con “Achingly Beautiful”, terza traccia dell’album che subito ci fa notare quanto puntino sul punto forte della voce di Dani Filth. Uno scream che lo ha reso quasi unico. Il ritornello ha una sovrapposizione di voci davvero interessante tra Dani ed un coro femminile che da quell’aura di mistico. Coro che ritroviamo verso metà  del brano, accompagnato da un ritmo di tastiera tanto caro ai Cradle of Filth che va a dare un’ulteriore conferma del concept voluto e ricercato. E’ stato anche il terzo singolo precedente all’album, rilasciato la settimana precedente la pubblicazione dell’album con un lyric video. “Wester Vespertine” ci porta invece in quella “cripta” che la band cita sin da subito, tra ulteriori riferimenti alla morte e lamenti dall’otretomba. Un pezzo di oltre sette minuti, tra parti corali e narrazioni con voce femminile, con un chiaro rimando ad album come “Thronography”e “Nymphetamine” decisamente piùsinfonici rispetto ai successori. 

Il quinto brano è anche la title track “The Seductiveness of Decay”; un brano che, rispetto a “Wester Vespertine” ci fa tornare alle sonorità  dell’album precedente a questo. Sono infatti piùdirette e con una parte vocale piùcattiva e meno cupa, con un testo dai classici rimandi alle passate epoche inglesi. La band èinfatti solitia usare termini ormai poco sfruttati nel lessico inglese moderno. Ed in un album che vuole “omaggiare” l’epoca vittoriana sono decisamente azzeccati.

Continuiamo con una traccia che, sin dalle prime note, sembra la piùvicina al vecchio stile della band: “Vengeful Spirit”. Nel brano troviamo la partecipazione di Liv Kristine ( Leaves’ Eeys ”“ Theatre of Tragedy) già  fortunata partner vocale di Dani Filth in “Nymphetamine”, forse uno dei pezzi di maggior successo della band. Un pezzo che tratta di tormento e passione; ed è probabilmente per questo che troviamo un duetto, particolarmente riuscito, con la cantante norvegese. Subito dopo troviamo il secondo singolo che abbiamo potuto apprezzare ad inizio agosto: “You Will Know the Lion by His Claw”. Un brano che si stacca da quello descritto poco sopra ma decisamente in tema con il resto dell’album. Intermezzi in latino e rimandi alla storia inglese di metà  ‘800 ne fanno un bell’intermezzo, nonostante meno di impatto rispetto agli altri singoli rilasciati come antipasto all’album.

L’ottava traccia (ed ultima della versione “normale” del disco) è “Death and the Maiden”. Superando gli otto minuti di duranta è il brano piùlungo dell’abum che va a chiudere, molto bene, questo lavoro storico/necromantico della band. La parte vocale qui rimanda a pezzi che troviamo in lavori come “Midian”. Con cambi di stile molto repentini ed un’interpretazione del testo (che gira attorno al tema “Eros e Thanatos”) decisamente unica e degna del passato della band. Quasi nove minuti di amore, morte e dannazione ci danno un saluto (parziale) qualitativamente ottimo e lasciano ben sperare per un ritorno stabile a questi livelli della band inglese.

Il saluto è parziale perche nella versione digitale e su vinile, vi sono due pezzi bonus che, fortunatamente, sono reperibili anche su iTunes e Spotify.

Il primo è “The Night at Catafalque Manor”. Un pezzo che va ad affrontare temi piùda battaglia e meno romantici rispetto ad altri. Forse non un pezzo all’altezza delle altre bonus track presentate in passato, ma che sicuramente non va ad abbassare il livello medio dell’album. Discorso diverso per l’ultima traccia che, nonostante sia una cover, va a chiudere in maniera eccellente questo dodicesimo lavoro dei Cradle of Filth. Già  abituati a sentirli riadattare nel loro stile pezzi di band altrettanto conosciute come “Hallowen be thy Name” e “Fear of the Dark” degli Iron Maiden, “Black Metal” dei Venom, “Halloween 2” e “Death Comes Ripping” dei Misfits e “Temptation” degli Heaven 17, andiamo all’ascolto di questo ennesimo tributo molto personale. La scelta è caduta sul pezzo degli Annilhator, “Alison Hell”. Un pezzo con tematiche decisamente difficili e che probabilmente si avvicinano al concept generale dell’album. Il riarrangiamento lascia veramente poco spazio alle critiche. La linea oroginale del pezzo è pressoche indentica con ovvi cambi di BPM per dare quell’impronta personale che ogni cover dovrebbe avere. Dani Filth interpreta alla perfezione un testo complicato e da quel tocco finale ad una cover decisamente riuscita.

Probabilmente non scalerà  la classifica di gradimento dei fans fino ai primi posti, ma sicuramente non resterà  nemmeno parcheggiato sul fondo. Questo “Cryptoriana ”“ The Seductiveness of Decay” segna un ritorno a suoni ed ambientazioni care ai Cradle of Filth ed un distacco parziale dalla line degli due lavori che lo precedono. C’erano grandi aspettative ma anche grosse perplessità  alla vigilia della pubblicazione; ora sicuramente la perplessità  ha lasciato spazio a soddisfazione e, perchè no, ad un sospiro di sollievo nel sapere che una delle band piùsignificative del panorama symphonic black metal mondiale, sia tornata sui livelli che le competono. Ora speriamo che il livello in studio abbia come contorno delle esibizioni live altrettanto buone.

Noi italiani potremo sentire live i pezzi di questo nuovo album in due date nel 2018: il 12 FEBBRAIO al Live Club di Trezzo sull’Adda ed il 13 FEBBRAIO a Zona Roveri Music Factory.
Ottima sorpresa.

www.cradleoffilth.com

Tracklist:
1- Exquisite Torments Await
2- Heartbreak and Seance
3- Achingly Beautiful
4- Wester Vespertine
5- The Seductiveness of Decay
6- Vengeful Spirit
7- You Will Know the Lion by His Claw
8- Death and the Maiden

Bonus tracks
9- The Night at Catafalque Manor
10- Alison Hell (Annilhator Cover)

Band:
Dani Filth ”“ Voce
Martin “Marthus” Skaroupka ”“ Batteria
Daniel Firth ”“ Basso
Lindsay Schoolcraft ”“ Tastiera/Voce addizionale
Richard Shaw ”“ Chitarra
Marek “Ashok” Smerda – Chitarra

 

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1 Comment

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    Marco Sanvito Reply

    Ma esattamente quand’è che la critica ha dimostrato di non apprezzare “Hammer Of The Witches”? È stato salutato da tutte le webzine di settore come il ritorno dei CoF ad ottimi livelli. A meno che con “critica” l’autore della recensione parlasse di sé in terza persona…

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