Paolo Zaccagnini, firma storica de Il Messaggero e uno dei più critici musicali italiani più conosciuti, spara a zero sui Måneskin, incolpando il manager per i look trasgressivi della band e dicendo che non avranno futuro.

In una nuova intervista a MowMag il critico bacchetta tutti i nomi più in voga del panorama italiano, da Gazzelle ai Pinguini Tattici Nucleari (“Oggi sbandierano pienoni per sponsor, ma se giri vedi che gli stadi so mezzi vuoti”).

Sulla domanda se i Måneskin fanno rock risponde:

“Ma il rock è un’altra cosa. Vogliamo sentire rock attuale? Prendiamo un disco dei Polyphia, e vedi come suonano”

ammettendo che il video di The Loneliest gli è piaciuto e che i ragazzi della band sono bravi ragazzi e carini. Sul fatto che sono in tour mondiale:

Si sa, per suonare in certi posti hanno pagato le case discografiche.

continuando dicendo che non avranno futuro e che il problema più grosso è che si fanno comandare dal management:

Sono deboli col manager, insomma si fanno comandare. Ma dai, che si canta col culo di fuori? Dovrebbero dirgli: “Mettilo tu sto pantalone!”. Oppure “esci tu senza reggiseno!”. Il manager è la loro fortuna, ma pure la loro disgrazia.

Maneskin, vincitori del Best Alternative Video, avevano suonato “Supermodel” lo scorso 29 agosto durante le premiazioni agli MTV Video Music Awards 2022.

L’esibizione era stata censurata in diretta tv a causa del problema al vestito della bassista che a un certo punto si è sganciato, forse toccato dai ballerini, lasciando scoperto il seno di Victoria, che ha continuando a suonare sul palco e tra il pubblico come se nulla fosse.

Oltre alla “wardrobe malfuction” della bassista anche Damiano mostrava il sedere con un paio di pantaloni di pelle tagliati che lasciavano vedere un perizoma ed inizialmente si pensava che il problema fosse proprio quello, finché alcune settimane dopo MTV ha caricato la performance intera con la censura sul seno di Victoria.

Il cantante Damiano e Victoria hanno spiegato l’episodio durante l’intervista con un magazine inglese dicendo che c’erano ancora pregiudizi nel mondo del rock e delle donne.

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